La Calabria al voto, in scena anche la diaspora degli ex pentastellati
Non mancano, a sinistra e a destra, tra gli aspiranti neo inquilini di Palazzo Campanella sia i seguaci di stretta osservanza contiana

LAMEZIA TERME E’ una sorta di diaspora pentastellata (o ex) in salsa calabrese quella che va in scena alle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. Non mancano, a sinistra e a destra, tra gli aspiranti neo inquilini di Palazzo Campanella sia i seguaci di stretta osservanza contiana sia quanti hanno dismesso la ‘pseudorivoluzionaria’ casacca grillina. Sono lontani i tempi dell’“uno vale uno”, il mantra ripetuto a ogni piè sospinto all’epoca della grandeur dei seguaci dell’’Elevato’ quando il moVimento, nel pieno del suo fulgore, raggiunse in Calabria il 43,4% pari a 406.684 voti portando sugli scranni dei palazzi più importanti del potere romano, in un exploit irripetibile, 18 eletti, tra cui 12 deputati e sei senatori. Adesso prevale il liberi tutti. O più prosaicamente, pare avere avuto la meglio l’istinto di conservazione, sentimento che in politica sembrava appartenere ad altre epoche. E così, ormai rispolverato ma nemmeno tanto convintamente per i fedelissimi di Conte il sistema di selezione in rete per la scelta dei candidati, ogni occasione è buona, soprattutto ma non solo per quanti ormai hanno archiviato la militanza pentastellata, per tentare di occupare la cadrega di consigliere regionale. Poco male dal momento che, a queste latitudini, per chi conquista uno scranno in Consiglio regionale, il profilo e le prebende non hanno nulla da invidiare a quelle di un parlamentare, deputato o senatore che dir si voglia.
La scesa in campo dell’ex presidente dell’Inps e poi europarlamentare M5s, ha poi naturalmente “stimolato” tanto di chi è rimasto nell’orbita del movimento, quanto di chi si è allontanato da più o meno tempo definitivamente dalle sponde grilline accasandosi altrove, in entrambi i casi senza comunque disdegnare una eventuale rentrée in quel dell’Astronave di Reggio Calabria.
Nelle liste a sostegno del candidato cinquestelle alla presidenza della Regione Calabria, infatti, spiccano ex deputate come Elisa Scutellà ed Elisabetta Barbuto, la prima recentemente defenestrata da Montecitorio a seguito della contesa sul seggio parlamentare con il forzista Andrea Gentile e la seconda non rieletta dopo la prima legislatura. Per giorni, inoltre, era stata data per certa anche la candidatura, nel campo del centrosinistra a guida Pasquale Tridico, anche di un’altra ex pentastellata Federica Dieni, reggina, da tempo attendata al centro in quel di Italia viva: la cosa è poi sfumata, come ha comunicato la stessa interessata.
Non manca, e qui viene il bello, chi ha virato a destra, dato che suscita maggiore sorpresa, ma fino ad un certo punto: tra gli azzurri, a sostegno del governatore uscente Roberto Occhiuto si sono materializzati così i nomi della già sottosegretaria alla coesione e al sud Dalila Nesci, in corsa con Fratelli d’Italia nella circoscrizione centrale, e quello di un più recente transfuga del movimento, il consigliere regionale Francesco Afflitto, crotonese, in lizza tra gli azzurri. Salta il turno, invece, l’ex senatrice Gelsomina Vono (FI), la cui candidatura sembrava ormai cosa fatta. Restando sempre dalle parti della destra c’è da registrare un’altra presenza ex grillina di un certo peso, sebbene non in corsa: quella dell’ex viceministra all’economia Laura Castelli, passata da tempo armi e bagagli alla formazione Sud chiama Nord di Cateno De Luca, che ha avuto, come da foto-opportunity con Occhiuto, voce in capitolo in Calabria nella formazione della lista del partito di cui è esponente di primo piano.
Insomma anche per una manciata di ‘ex portavoce’, come amavano farsi appellare all’indomani dell’ondata che portò la Calabria ad avere il maggior numero di grillini eletti, hanno scelto di rimettersi in gioco. Quanto questo si tradurrà, per gli interessati, in una carica elettiva nel prossimo Consiglio regionale lo si saprà solo all’indomani del primo week end di ottobre. (redazione@corrierecal.it)
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