Cosenza, fallimento di Amaco: fissata l’udienza preliminare per sei indagati – NOMI
Le accuse rivolte al legale rappresentante, ai membri del collegio sindacale ed al revisore unico

COSENZA Il Giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Cosenza, Letizia Benigno, ha fissato per il prossimo mese di ottobre l’udienza preliminare per sei indagati a seguito della richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero. Si tratta di Paolo Posteraro (difeso dagli avvocati Franco Sammarco e Anna Spada), Wladimiro Vercillo (difeso dall’avvocato Eugenio Bisceglia), Giuseppe Pettinato (difeso dall’avvocata Bianca Zupi), Valentina Cavaliere (difesa dagli avvocati Riccardo Maria Panno e Nicola Carratelli), Adelina Di Pietro (difesa dall’avvocata Rosa Settembre) e Gaetano Petrassi (difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Giovanni Consoli).
Crac Amaco, la posizione di Posteraro
La questione riguarda il crac di Amaco Spa. Posteraro in qualità di legale rappresentante della società in liquidazione giudiziale dichiarata con sentenza del Tribunale di Cosenza il 25 novembre 2023, per l’accusa «teneva le scritture contabili in modo non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari della medesima». Sempre secondo l’accusa, Posteraro «per effetto di operazioni dolose lo stato di dissesto irreversibile della società Amaco Spa» avrebbe fatto ricorso ad «operazioni consistite nel cagionare il dissesto della società, ossia nel celare “l’azzeramento” del capitale sociale verificatosi, di fatto, già nel corso bilancio di esercizio del 2018, e protrattosi ininterrottamente fino all’apertura della liquidazione giudiziale, iscrivendo in bilancio (e confermando nei bilanci successivi) voci di attivo inesistenti». Amaco – già in una situazione di dissesto – avrebbe acquisito nel 2022 «attraverso una operazione di fusione per incorporazione, la ASMC come società partecipata che si trovava in una situazione di difficoltà economico – finanziaria, contrariamente a quanto evidenziato nel progetto di fusione». A Posteraro viene inoltre addebitata l’omissione «sistematica dal 2016 al 2023» del pagamento «dei debiti tributari e previdenziali per 12.823.239 euro».
Gli altri indagati
Secondo l’accusa, gli altri indagati avrebbero agito in concorso tra loro, «mediante condotte indipendenti, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi nella qualità di membri del collegio sindacale dal 2018 al 2022» e «Petrassi quale revisore unico dal 2018 al 2022». L’accusa sostiene che avrebbero omesso di controllare l’attività di gestione dell’Amministratore «pur essendo titolari di specifici obblighi di vigilanza». Inoltre, gli indagati «contribuivano consapevolmente e causalmente al verificarsi degli eventi che avevano l’obbligo giuridico di impedire, non rilevando motivi ostativi alla approvazione dei bilanci di esercizio dal 2018 al 2022, né obiezioni da formulare in merito alle proposte di deliberazione presentate dall’Amministratore».
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