Sequestro Mazzotti, parla Latella: «Sono stato ingannato, a quel punto o ti fai ammazzare o li ammazzi»
Dichiarazioni spontanee del 71enne di Reggio Calabria la cui impronta digitale fu trovata sulla carrozzeria della Mini su cui Cristina viaggiava la sera del rapimento

Nuova udienza oggi davanti alla Corte d’assise di Como del processo per il sequestro e la morte di Cristina Mazzotti, rapita a 18 anni a Eupilio, nella Brianza Comasca, la sera del 30 giugno del 1975 e ritrovata morta il primo settembre successivo in una discarica di Galliate (Novara). Oggi uno degli imputati, Demetrio Latella, 71 anni, originario di Reggio Calabria ma residente nel Novarese – l’uomo la cui impronta digitale fu trovata sulla carrozzeria della Mini su cui Cristina viaggiava la sera del rapimento – ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni, rifiutando tuttavia di sottoporsi all’esame ed abbandonando l’aula subito dopo.

«Non sapevo cosa stavo andando a fare – ha detto in relazione a quella sera -. Sono stato ingannato, sia io che il Talia. Vincenzo Ferraro ci ha chiesto una cortesia, ci siamo trovati in un bosco con dei personaggi. Dopo tutto questo la mia vita è cambiata: ho cercato spiegazioni a delle persone che invece che darmi delle spiegazioni quando è successa la disgrazia mi prendevano in giro e cercavano di usarmi. A quel punto sono indietreggiato e quello che è successo dopo è storia. O ti fai ammazzare o li ammazzi… Io cerco la seconda…». «Ho espiato una pena di 33 anni – ha ricordato – ho fatto 22 anni di carcere, quando gli altri a 10 anni e 6 mesi con l’ergastolo andavano in permesso a me dopo 22 anni mi hanno scarcerato perché ho un cancro. Non ho mai avuto problemi, ho rispettato tutte le normative: per uscirne fuori ho impiegato 5 anni, ogni mese ero in sala operatoria. Quello che è venuto dopo mi assumo tutte le responsabilità, ma su questo siamo stati ingannati. Questo volevo dire, e grazie per avermi ascoltato».
Il prossimo appuntamento in aula l’8 ottobre con la prosecuzione delle arringhe delle difese. Per Latella e per gli altri due imputati (Giuseppe Calabrò, 74 anni, reggino di San Luca residente a Bovalino e Antonio Talia, 73 anni di Africo) la Procura aveva già chiesto la pena dell’ergastolo. (ANSA)
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