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l’udienza

Sequestro Mazzotti, parla Latella: «Sono stato ingannato, a quel punto o ti fai ammazzare o li ammazzi»

Dichiarazioni spontanee del 71enne di Reggio Calabria la cui impronta digitale fu trovata sulla carrozzeria della Mini su cui Cristina viaggiava la sera del rapimento

Pubblicato il: 17/09/2025 – 18:37
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Sequestro Mazzotti, parla Latella: «Sono stato ingannato, a quel punto o ti fai ammazzare o li ammazzi»

Nuova udienza oggi davanti alla Corte d’assise di Como del processo per il sequestro e la morte di Cristina Mazzotti, rapita a 18 anni a Eupilio, nella Brianza Comasca, la sera del 30 giugno del 1975 e ritrovata morta il primo settembre successivo in una discarica di Galliate (Novara). Oggi uno degli imputati, Demetrio Latella, 71 anni, originario di Reggio Calabria ma residente nel Novarese – l’uomo la cui impronta digitale fu trovata sulla carrozzeria della Mini su cui Cristina viaggiava la sera del rapimento – ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni, rifiutando tuttavia di sottoporsi all’esame ed abbandonando l’aula subito dopo.


«Non sapevo cosa stavo andando a fare – ha detto in relazione a quella sera -. Sono stato ingannato, sia io che il Talia. Vincenzo Ferraro ci ha chiesto una cortesia, ci siamo trovati in un bosco con dei personaggi. Dopo tutto questo la mia vita è cambiata: ho cercato spiegazioni a delle persone che invece che darmi delle spiegazioni quando è successa la disgrazia mi prendevano in giro e cercavano di usarmi. A quel punto sono indietreggiato e quello che è successo dopo è storia. O ti fai ammazzare o li ammazzi… Io cerco la seconda…». «Ho espiato una pena di 33 anni – ha ricordato – ho fatto 22 anni di carcere, quando gli altri a 10 anni e 6 mesi con l’ergastolo andavano in permesso a me dopo 22 anni mi hanno scarcerato perché ho un cancro. Non ho mai avuto problemi, ho rispettato tutte le normative: per uscirne fuori ho impiegato 5 anni, ogni mese ero in sala operatoria. Quello che è venuto dopo mi assumo tutte le responsabilità, ma su questo siamo stati ingannati. Questo volevo dire, e grazie per avermi ascoltato».
Il prossimo appuntamento in aula l’8 ottobre con la prosecuzione delle arringhe delle difese. Per Latella e per gli altri due imputati (Giuseppe Calabrò, 74 anni, reggino di San Luca residente a Bovalino e Antonio Talia, 73 anni di Africo) la Procura aveva già chiesto la pena dell’ergastolo. (ANSA)

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