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Reddito di dignità, il no di Fumarola (Cisl): «L’assistenzialismo non serve»

Bocciata la proposta di Pasquale Tridico per la Calabria: «Povertà e marginalità sociale non si combattono così»

Pubblicato il: 18/09/2025 – 10:28
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Reddito di dignità, il no di Fumarola (Cisl): «L’assistenzialismo non serve»

ROMA Il reddito di dignità proposto da alcune forze politiche per alcune regioni del Sud, a partire da Pasquale Tridico in Calabria? «Durante le campagne elettorali assistiamo a proposte spesso difficili da sostenere con i bilanci pubblici. Povertà e marginalità sociale non si combattono con l’assistenzialismo, ma con il lavoro ben formato, contrattualizzato e retribuito. È il lavoro che dà dignità e inclusione»: a sottolinearlo è la leader della Cisl Daniela Fumarola (nella foto in una recente tappa congressuale in Calabria) intervistata dal quotidiano economico “Italia Oggi”.
«Troppi giovani – aggiunge Fumarola – sono intrappolati tra precarietà, bassi salari o emigrazione qualificata. Serve una visione industriale di lungo periodo, ma anche misure immediate. Cominciamo ad abolire i tirocini extra-curriculari, a rilanciare l’apprendistato duale, a moltiplicare gli investimenti sugli ITS, stabilizzando e mettendo a frutto, anche con la sussidiarietà, le risorse del programma GOL. Bisogna rendere ancora più conveniente per le imprese assumere a tempo indeterminato rispetto al lavoro a termine, destinando i contributi aggiuntivi a una pensione di garanzia per i giovani. E dobbiamo utilizzare la grande opportunità della Zes Unica». 
Poi il percorso parlamentare della manovra. «Aspettiamo il confronto con il Governo, perché i giudizi si danno sui fatti. La legge di bilancio deve essere il primo tassello di quel “Patto della responsabilità” tra esecutivo e parti sociali, proposto dalla Cisl e accolto positivamente dalla premier al nostro Congresso» sottolinea Fumarola. E continua: «Vogliamo più protagonismo per chi lavora su salute e sicurezza, nuove tutele, misure concertate e finanziamenti ad hoc per innovazione e formazione. Va ridotta la pressione fiscale sui redditi medi e popolari portando la seconda aliquota Irpef al 32% fino a 60mila euro, e stop a nuovi condoni. Chiediamo di estendere la detassazione alle tredicesime, compensandola con una maggiore imposizione sulle grandi rendite immobiliari e finanziarie. Occorrono poi misure per famiglie e welfare, contro l’inverno demografico, più fondi per sanità, scuola, casa e pubblico impiego, revisione delle regole pensionistiche e stabilizzazione delle risorse per la legge sulla partecipazione», aggiunge la leader Cisl che sul tema dell’occupazione pensa che «ogni persona deve avere un diritto soggettivo e portatile alla formazione. Proponiamo un conto personale di apprendimento, utilizzabile anche da disoccupati e autonomi, finanziato dalla bilateralità e supportato da permessi studio. Si può rafforzare il Fondo Nuove Competenze in questa direzione».
L’obiettivo è uno “Statuto della persona nel mercato del lavoro” che garantisca sempre orientamento, riqualificazione e sostegno al reddito durante percorsi di upskilling e reskillingl”: questa la proposta rilanciata dalla numero uno della Cisl. Per la Fumarola «gli ultimi dati sull’occupazione sono positivi, segno di un mercato del lavoro dinamico, soprattutto nel Mezzogiorno, nonostante il rallentamento industriale e la carenza di competenze. Restano però le difficoltà croniche: inclusione femminile e valorizzazione dei giovani. Bisogna attrarre investimenti pubblici e privati, correggere incentivi a pioggia concentrandoli sulle imprese che applicano contratti di qualità, praticano relazioni industriali partecipative, assumono e formano donne e Neet, in particolare con l’apprendistato. Servono poi misure mirate per le madri lavoratrici: più donne al lavoro significa più crescita per il Paese».
Fumarola aggiunge che “la Cisl vuole arrivare al migliore risultato per le persone che rappresenta e per il Paese. Non rincorre a priori logiche di piazza, ma ambisce a negoziare avanzamenti concreti. Scegliamo la strada del riformismo concreto: avanzare proposte, negoziare, costruire soluzioni. Questo oggi vuol dire, prima di tutto, sondare la reale volontà del governo di mettersi a un tavolo e confrontarsi con il sindacato sulla road map da intraprendere dentro e oltre la Legge di Bilancio. Per il momento abbiamo buoni ritorni dalle dichiarazione della Premier Meloni, che anche al nostro congresso ha aperto ad un Patto della responsabilità. Ora si tratta di mettere alla prova quelle parole» conclude la leader Cisl.

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