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la conferenza dell’aiia

L’UniRC al centro del dibattito internazionale su transizione verde e sostenibilità – VIDEO

Al dipartimento di Agraria comincia la Conferenza Internazionale dell’AIIA. Oltre 300 studiosi e ricercatori saranno protagonisti della kermesse di 3 giorni

Pubblicato il: 22/09/2025 – 12:38
di Antonino Casadonte
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L’UniRC al centro del dibattito internazionale su transizione verde e sostenibilità – VIDEO

REGGIO CALABRIA In più di 300, tra studiosi, ricercatori, professori, tecnici ed esperti provenienti da ogni angolo del mondo, si sono dati appuntamento quest’oggi all’Università di Agraria di Reggio Calabria per l’inizio della Conferenza Internazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria (AIIA), dedicata all’Ingegneria dei Biosistemi per la Transizione Verde. Una kermesse che durerà tre giorni, fino al 24 settembre, e sarà una vetrina importante per rilanciare la Reggio accademica e discutere di temi fondamentali e di strettissima attualità: dalle sfide globali ai cambiamenti climatici, fino a un’agricoltura sempre più sostenibile e al passo con il crescente bisogno di cibo nel mondo. L’occasione ha segnato anche il passaggio del testimone tra l’attuale presidente dell’Associazione, il prof. Giuseppe Giordano, Ordinario di Idraulica Agraria dell’Università di Palermo, e il rettore di Unirc Giuseppe Zimbalatti, che rivestirà l’importante carica nel quadriennio 2026 -2029.

Le parole del rettore Zimbalatti

Lo stesso Zimbalatti, a margine della conferenza, ha definito l’appuntamento un’ottima occasione per «fare il punto sulle ricerche, sulle innovazioni che riguardano l’ingegneria agraria e tutti quei settori che coinvolgono la meccanica agraria, le costruzioni rurali e l’idraulica agraria. In questi giorni – ha aggiunto il rettore – studiosi, ricercatori e professori presenteranno i propri lavori, le proprie ricerche, frutto di tanti anni di attività: i numeri di questa edizione sono molto confortanti, visto che abbiamo oltre 300 partecipanti, i cui compiti saranno distribuiti su centinaia di presentazioni orali e poster. Tre giorni, insomma, molto molto intensi. Per me – ha affermato – sarà un onore e anche un onere guidare questa associazione internazionale per i prossimi quattro anni».

«Temi della transizione verde e della sostenibilità attualissimi e fondamentali»

Soddisfazione anche per il direttore generale del dipartimento di Agraria, Marco Poiana, che a margine dell’evento sottolinea: «Il tema della transizione verde è attualissimo e la nostra struttura ha l’onore di ospitare un numero elevato di ricercatori che se ne occupano. Noi come dipartimento sviluppiamo attività di ricerca e didattica sull’argomento, perché dobbiamo essere pronti a formare dei tecnici validi per il futuro. A tal proposito – prosegue – evidenzio che la rinnovata offerta formativa del nostro dipartimento dà un’ampia un ampio risalto a questi aspetti nelle tre linee in cui si sviluppa, ovvero le scienze e tecnologie agrarie, le scienze forestali e ambientali e le scienze e tecnologie alimentari. Non a caso i tecnici agrari sono fortemente ricercati in Calabria, abbiamo quotidianamente richieste di laureati che possano essere impiegati in imprese e aziende, associazioni e stakeholder della regione». Tema fondamentale, ovviamente, quello della sostenibilità in agricoltura, che per Poiana si fonda su tre pilastri: «Quello economico – spiega -, quindi una sostenibilità che dia futuro all’imprenditore e al comparto socio-economico; quella sociale, che dia delle risposte alla società; ma soprattutto a quella ambientale, della quale per troppo tempo probabilmente ci siamo dimenticati e che ora ha necessità di essere salvaguardata».

Il commento degli esperti, dall’Università di Catania all’Alma Mater di Bologna

Tra i protagonisti della conferenza la professoressa Alessandra Gentile, dell’Università di Catania, che si è soffermata sulle sfide da affrontare e sulla necessità di creare una sinergia tra i vari settori: «Ritengo che siano fondamentali i punti di contatto tra ambiti diversi, io sono un arboricoltore e penso che l’agricoltura degli anni a venire si debba avvantaggiare attraverso una “contaminazione” dei saperi. Il tema fondamentale – sottolinea – è quello della sostenibilità, cercare di produrre di più ma con meno risorse, con una qualità di produzione che sia di altissimo livello, ma per fare questo bisogna da una parte conoscere le piante, dall’altra intervenire nei processi di gestione. La crisi dell’acqua, ad esempio, sta portando la bioingegneria a cambiare, ma sta cambiando anche la modalità con la quale si selezionano varietà e innesti resistenti. Servono materiali genetici che siano più efficaci nell’utilizzazione dell’acqua, strumenti e strategie di risparmio idrico, ed è importante anche sapere quando intervenire, come intervenire, se intervenire prima che la pianta vada in sofferenza. Altra questione – aggiunge – è quella relativa alle superfici: i costi aumentano e la redditività no, quindi per la competitività dell’azienda è un tema importante. Sicuramente bisogna tentare di poter realizzare alcune operazioni di meccanizzazione e per poter realizzare alcuni interventi nei suoli bisogna avere superfici adeguate: questo comunque non significa che le produzioni di nicchia, le produzioni di qualità, anche quelle che possono portare a un prodotto eccellente non possano essere realizzate in pochi anni». Infine, il commento del rettore dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, Giovanni Molari: «In questi giorni tratteremo temi sempre più attuali. L’ingegneria agraria ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella catena agroalimentare e un ruolo sempre più decisivo, anche alla luce di quelle che sono state le direttive FAO, penso che lo rivestirà la meccanica agraria, con tutta la parte inerente alla precisione delle macchine: ecco, organizzare un convegno su questo argomento, al giorno d’oggi, diventa ancora più fondamentale».

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