Regionali, Pitaro: «Occhiuto ha lasciato macerie. Vedo tanto fumo e pochi fatti»
Il candidato al Consiglio regionale di Democratici Progressisti ospite di In Primo Piano, su L’altro Corriere Tv. «Sanità allo sbando e area centrale devastata»

VIBO VALENTIA «Vedo tanto fumo e pochi fatti». Sintetizza così Francesco Pitaro, candidato al Consiglio regionale con Democratici Progressisti, il suo parere al governo Occhiuto. Dalla sanità alle infrastrutture, l’avvocato, sceso in campo a sostegno di Pasquale Tridico con il centrosinistra, valuta con una bocciatura gli ultimi anni del governo regionale di centrodestra guidato da Occhiuto. Ospite di In Primo Piano, il programma di approfondimento condotto da Danilo Monteleone e in onda su L’altro Corriere Tv (canale 75), Pitaro critica anche le modalità con cui si è arrivati a queste elezioni: «Un atto spregiudicato, improvviso, inaspettato e irriguardoso di Occhiuto che improvvisamente si è dimesso e ricandidato. Come se la Regione Calabria fosse sua». Il candidato di DP spiega qual è la domanda da porsi: «Perché si è dimesso? Per problemi interni alla sua coalizione o per le problematiche giudiziarie? Secondo me – chiosa Pitaro – lo ha fatto per tutelare la sua carriera politica, anteponendo il proprio interesse politico, individuale ed egoistico a quello collettivo».
«Tridico profilo giusto, Occhiuto ha lasciato macerie»
L’avvocato spiega poi i motivi che lo hanno spinto a scendere in campo, dopo un breve passato da consigliere regionale nella legislatura di Jole Santelli: «Tridico ha un profilo significativo e tecnico, ha già fatto bene e speriamo possa farlo anche qui da Presidente. Io do un contributo perché Occhiuto ha lasciato macerie nella Calabria». Soprattutto, «una sanità allo sbando. In Calabria il diritto alla salute non è garantito. Lui era presidente, commissario ad acta per la salute e la sanità e commissario per l’emergenza sanitaria: aveva tutti i poteri ma dopo quattro anni c’è il nulla». Una delle criticità è la migrazione sanitaria che «è sempre più in aumento. Siamo costretti ad andare fuori regione per operarci. Io pronti soccorso sono pieni, gli operatori sanitari instancabili ma non ce la fanno. Se si chiama il 118 l’ambulanza non arriva o arriva senza medico, anche in guardia medica non ci sono medici. Anche – aggiunge Pitaro – i fondi Pnrr mai utilizzati e nessuna casa della salute è stata realizzata in Calabria». Il candidato cita poi il «caso clamoroso» delle ambulanze di seconda mano, «acquistate dalla Lombardia con migliaia e migliaia di chilometri. Una cosa mortificante e umiliante».
«Mortifica la sanità catanzarese per irrobustire quella cosentina»
Per Pitaro, il presidente uscente ha un piano preciso: «Mortificare la sanità catanzarese e irrobustire quella cosentina». L’esempio è quanto accaduto con Villa Sant’Anna: «Un centro di cardiochirurgia d’eccellenza, che per anni ha salvato vita di calabresi e di chi veniva da fuori. Occhiuto ha firmato un decreto di decadenza dell’accreditamento e ha trasferito i posti a Cosenza». Nella polemica finisce anche il secondo pronto soccorso di Catanzaro: «Hanno firmato un protocollo d’intesa, un contratto scritto che prevedeva la realizzazione. Eppure non si è fatto nulla». Sul caso Pitaro ha presentato anche una querela alla Procura della Repubblica di Catanzaro: «Abbiamo fatto diffide, istanze, chiesto atti, ma non ci ha mai risposto nessuno. Si tratta di una struttura che serve a tutta l’area centrale della Calabria. Occhiuto si è impegnato a farlo e dopo tre anni non c’è nulla. Se c’è qualche omissione lo verificherà la Procura». Negli ultimi Consigli regionali Occhiuto «ha fatto una legge sul consigliere supplente, invece di occuparsi della sanità. È qualcosa di catastrofico, immorale, umiliante, ma ritorniamo sempre al ragionamento sull’interesse politico e individuale».
Una legge speciale per Catanzaro e l’area centrale
Pitaro rivendica poi una nuova “centralità” di Catanzaro e dell’area della vecchia provincia, incluse Crotone e Vibo Valentia. «L’area centrale è stata devastata da Occhiuto, è la parte più debole della regione. Reggio dialoga con la Sicilia, Cosenza con la Basilicata e la Campania». L’avvocato ha già promesso che, se eletto, ha intenzione di rilanciare la legge speciale per il capoluogo di regione: «Ne beneficia non solo Catanzaro, ma anche Crotone e Vibo, ormai messe ai margini a livello politico e istituzionale». Infine, Pitaro “boccia” anche gli investimenti nelle infrastrutture: «La Statale 106 la faccio frequentemente e mi sembra un colabrodo, per cui a me sembra tutto un “blablabla”. Bisognerebbe chiedere ai calabresi come funziona la sanità, come sono le infrastrutture e le strade. Tante infrastrutture sono state abbandonate e questo ragionamento si collega a quello delle aree interne, sempre più umiliare, mortificate e spopolare perché prive di servizi minimi ed essenziali. Mancano il diritto alla salute, all’istruzione, le scuole e gli ospedali». In caso di elezione, Pitaro promette: «Dobbiamo valorizzare un patrimonio enorme che c’è nelle aree interne, perché c’è un patrimonio ambientale, naturalistico, architettonico che deve essere valorizzato. Ma dobbiamo anche restituire dignità a coloro che abitano lì. Credo che questo sia assolutamente essenziale e lo proporrò nel momento in cui Tridico diventerà presidente». (redazione@corrierecal.it)
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