Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

storie di donazioni

Da Nicholas Green a Filippo Verterame, quando il dolore diventa speranza

L’effetto Nicholas e la scelta coraggiosa delle famiglie di donare gli organi. Storie diverse e distanti, ma tragedie segnate da un destino comune

Pubblicato il: 01/10/2025 – 12:53
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Da Nicholas Green a Filippo Verterame, quando il dolore diventa speranza

«Nicholas non si mosse, pensai stesse dormendo». L’immagine dolorosa resta impressa nella memoria di mamma Margaret e papà Reginald. Sono passati 31 anni esatti da quando, all’ospedale di Messina, venne dichiarato morto Nicholas Green, il bambino americano di soli 7 anni vittima di una sparatoria avvenuta due giorni prima lungo la Salerno-Reggio Calabria. Nei pressi dello svincolo di Pizzo, un’auto, a bordo della quale si trovavano Francesco Mesiano e Michele Iannello, esponenti della ‘ndrangheta vibonese, si affianca alla Y10 della famiglia Green, in vacanza in Italia, sparando una raffica di proiettili. Uno di questi colpisce Nicholas, un altro sfiora la sorella Eleanor. «Lei si è svegliata, lui pensavamo stesse dormendo» ricordano ancora, a distanza di tanti anni, i genitori nel documentario a lui dedicato. Purtroppo, il piccolo era stato gravemente ferito: morirà dopo due giorni di agonia, lasciando sgomenta una nazione intera.

La donazione di Filippo Verterame

Filippo Verterame, invece, è morto questa estate a soli 22 anni ad Isola Capo Rizzuto, ucciso nell’ambito di un litigio concluso con una coltellata fatale. «L’ho trovato nelle braccia di mio marito mentre cercava di salvarlo» ha raccontato pochi giorni dopo la madre. Le storie di Nicholas e Filippo sono diverse e distanti tra loro, nel tempo e nel contesto, ma sono entrambe segnate dalla violenza della criminalità calabrese. Due vite spezzate troppo presto ed unite da un destino comune. Pochi giorni dopo la tragica morte del 22enne di Crotone, l’equipe medica dell’AOU Dulbecco di Catanzaro ha annunciato la decisione della famiglia di donare gli organi del giovane. «Il dolore è immenso per l’epilogo triste, ma è doveroso un ringraziamento ai genitori del ragazzo che hanno dimostrato una grandissima sensibilità». Una scelta che ha portato a salvare «sette vite, che continueranno a vivere con i suoi organi».

L’effetto Nicholas: i numeri delle donazioni oggi

C’è un filo che lega la storia di Filippo a quella del piccolo Green morto 31 anni fa. Se oggi è una pratica più diffusa, nel lontano 1994 l’Italia era ferma alle ultime posizioni tra i paesi europei per donazione degli organi. Dopo la tragedia avvenuta lungo le strade calabresi e la decisione coraggiosa di Reginald e Margaret, l’Italia assistette a un vero e proprio boom nelle donazioni, con un incremento esponenziale che non si è mai interrotto. Anche quella volta furono sette le persone destinatarie degli organi di Nicholas, tante quante quelle di Filippo. Lo scorso anno, nel trentesimo anniversario dalla morte del bambino americano, l’Italia ha registrato numeri record, con un +2,7% rispetto al 2023 e un tasso di 30,2 donatori per milione di persone, tra i più alti a livello europeo. Anche la Calabria, pur restando nettamente sotto la media nazionale con il 17,3, registra un +2,7%, che diventa un +9,4% per i donatori segnalati nelle rianimazioni. La nostra regione resta, però, maglia nera per quanto riguarda le opposizioni alla donazione rilevate: il 53,4% rispetto a una media nazionale del 29,3%. Numeri, questi ultimi, che mettono ancora più in risalto la forza delle storie di Nicholas e Filippo: due giovani uccisi in Calabria, che, a distanza di tanti anni, continuano a trasmettere lo stesso messaggio di speranza. (ma.ru.)

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x