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Sentenza Eureka

Dalla “latitanza dorata” di Rocco Morabito alla rete del narcotraffico: 1.178 anni di carcere per i Nirta-Strangio e i Morabito

La sentenza di primo grado accoglie – e in alcuni casi aggrava – le richieste dalla Dda. La cocaina dal Sud America, i criptofonini, il peso di “Tamunga”

Pubblicato il: 02/10/2025 – 13:04
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Dalla “latitanza dorata” di Rocco Morabito alla rete del narcotraffico: 1.178 anni di carcere per i Nirta-Strangio e i Morabito

REGGIO CALABRIA Un totale di 1.178 anni di carcere per 76 indagati. Un colpo ai clan di ‘ndrangheta della Locride inferto dalla pronuncia dei giudici reggini con la sentenza “Eureka”, la maxi-inchiesta che ha visto in azione le Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, gli investigatori di Germania, Belgio e Portogallo, e che nel maggio 2023 ha smantellato la rete di narcotraffico con base operativa tra San Luca e Africo, collegamenti in Sud America e capacità di azione in tutto il mondo. Ventuno le condanne a 20 anni di reclusione. L’operazione ha colpito in particolare i vertici dei clan di ‘ndrangheta Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo.


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La rete del narcotraffico

Tonnellate di cocaina, legami con narcotrafficanti sudamericani e un giro d’affari anche difficile da quantificare. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’organizzazione si riforniva in Sud America, in particolare Colombia e Brasile, di ingenti partite di cocaina, trasportate in Italia, al porto di Gioia Tauro, e in Europa, nel porto di Anversa, occultate in container imbarcati su navi provenienti dai vari porti del Sudamerica, tutto reso possibile grazie a “squadre” di operatori portuali collusi.
Ad essere importate anche armi da guerra, come emerge dai dialoghi tra gli indagati intercettati, che comunicavano tra loro attraverso “criptofonini” di ultima generazione, considerati unico mezzo sicuro per garantire la riservatezza delle loro comunicazioni. I dispositivi, come emerge dalle carte dell’inchiesta, si sono rivelati strumenti indispensabili per garantire le interlocuzioni rapide e riservate – che avvenivano prevalentemente tramite piattaforma “SkyEcc” – tra i sodali finalizzate alla definizione delle strategie e delle trattative funzionali ai traffici di droga. 

rocco morabito

L’inchiesta che ha ricostruito la latitanza del boss Rocco Morabito

E gli investigatori, anche attraverso le intercettazioni sono riusciti a ricostruire la latitanza “dorata” del super boss Rocco Morabito, detto “Tamunga” dopo la fuga dal carcere di Montevideo. Un’evasione «rocambolesca». Così fu definita la fuga del 57enne che il 24 giugno 2019, insieme a tre complici lasciò il “Carcel Central” di Montevideo in Uruguay, dove era detenuto dal 2017 in attesa di estradizione per l’Italia. A maggio 2021 arriva la notizia della sua cattura: U Tamunga, viene catturato a Joao Pessoa, capitale dello stato brasiliano di Paraiba, insieme a Vincenzo Pasquino. Tra i condannati anche lui, l’ex broker internazionale, oggi collaboratore di giustizia, a cui sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi. I verbali con le sue dichiarazioni ai magistrati reggini sono entrati a far parte del processo, aiutando a ricostruire dinamiche ed equilibri dell’organizzazione criminale.
Vent’anni sono stati inferti al nipote di Tamunga, Carmelo Morabito, considerato dalla Dda «organizzatore e finanziatore dell’associazione»: avrebbe aiutato lo zio fornendogli «un determinante contributo per assicurare la latitanza e l’operatività» del boss e portando «avanti le trattative con i fornitori sudamericani». A disposizione del superboss, il nipote aveva messo un criptofonino, somme di denaro non quantificate, un passaporto falso di nazionalità bulgara. Tutto il necessario per continuare indisturbato la latitanza e, al contempo, a gestire gli affari.
Condannati a 20 anni anche: Bartolo Bruzzaniti, Pietro Fotia, Antonio Giampaolo (cl. ’94), Giuseppe Giampaolo (06.02.2000), Sebastiano Giampaolo (cl. ’64), Bruno Giorgi, Francesco Giorgi, Giuseppe Giorgi (cl. ’90), Salvatore Giorgi, Vincenzo Giorgi, Filippo Leuzzi, Domenico Mammoliti, Francesco Mammoliti, Giuseppe Mammoliti, Carmelo Morabito, Stefano Nirta, Antonio Romeo (cl. ’70), Sebastiano Romeo (cl. ’77), Sebastiano Romeo (cl. ’97), Francesco Strangio (cl. ’66), Sebastiano Strangio (cl. ’70). (m.r.)

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