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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

La Calabria innovativa non arriverà dalle elezioni ma dal nuovo rettore Gianluigi Greco. Storia di un visionario che vede la propria regione come un’isola

Marco Sorbara “mafioso” per le sue origini calabresi vittima di errore giudiziario torna consigliere regionale

Pubblicato il: 04/10/2025 – 6:45
di Paride Leporace
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La Calabria innovativa non arriverà dalle elezioni ma dal nuovo rettore Gianluigi Greco. Storia di un visionario che vede la propria regione come un’isola

Nella giornata di riflessione elettorale per il voto che deve scegliere il nuovo presidente della regione Calabria non avverto passione particolare nell’attendere il nome di chi prenderà in mano le redini della mia terra d’origine. Nessuna questione personale nei confronti dei candidati ma ho abbastanza consapevolezza che le secche in cui si è arenata la vecchia Europa non aiuteranno a risolvere molto del territorio più povero del continente per statistiche e indicatori economici. La crisi è di sistema.
Non sono pessimista, però. E le speranze sono autentiche e riconducibili alla recente elezione del nuovo rettore dell’Università della Calabria, il luogo meglio attrezzato a invertire da tempo la tendenza negativa. Un luogo popolato da giovani che non si spopola ma cresce in qualità e risultati unendo molti calabresi a coetanei che vengono da tutto il mondo e che vi trovano anche il buon vivere delle nostre latitudini.
Il nuovo Magnifico di Arcavacata si chiama Gianluigi Greco, ha 49 anni, ed è il secondo rettore che nell’ateneo calabrese vi ha studiato, si è formato da ricercatore e professore e ne assume la guida come il suo predecessore Nicola Leone che gli lascia in dote risultati eccezionali. Radio fante annuncia che Leone vorrebbe ritornare alla ricerca, e non sarebbe tentato da incarichi politici che gli spifferi e i retroscena della cronaca indicano a favore.
Greco è però più giovane di Leone. E’ nato quando io iniziavo nel 1977 il quarto ginnasio, ed ha quindi dalla sua parte un approccio molto dinamico e agganciato al nostro tempo difficile per governare i mutamenti del digitale. Greco al comando dell’Università della Calabria offre speranze di autentico riscatto non semplicemente per il suo curriculum denso di grandi risultati che lo hanno portato ad essere chiamato da Palazzo Chigi a guidare la task force che si occupa di Intelligenza Artificiale, settore che conosce per studi approfonditi nella ricerca e competenza.
Gianluigi Greco è un magnifico visionario che coniuga il presente alla Memoria da cui proviene. Nel momento della vittoria elettorale ha dichiarato di ispirarsi nel suo nuovo ruolo a Beniamino Andreatta, il padre fondatore dell’Università, il quale prese le redini della sua innovativa creatura calabrese a soli 44 anni. Una continuità programmatica di prospettiva che lascia ben sperare.
Ho trovato su Youtube un discorso pubblico di Gianluigi Greco, tenuto due mesi fa al seminario Global south innovation del meritorio consorzio calabrese Entopan che ha il solo difetto di non far diventare senso comune per tutti i calabresi la magnifica opera di innovazione che svolge nei nostri confini.
L’intervento di Gianluigi Greco è, a mio modesto parere, di portata storica e si può paragonare alla forza del celebre discorso tenuto da Steve Jobs all’università di Standford dieci anni fa (sembra passato un secolo) in cui invitava gli studenti ad essere affamati e folli.

Gianlugi_greco_docente_unical

Greco non ha citato le parole di Jobs, ma con articolazione chiara e piana ha fatto riferimento a un libro di qualche anno fa segnalatogli da un amico antropologo. Quindi non un volume firmato da un ingegnere o da un matematico ma di un grande intellettuale europeo, Predrag Matvjevic, l’autore di “Breviario mediterraneo”. Per inciso mi piace ricordare che il grande intellettuale slavo nel 2005 venne a Cosenza per presentare nella manifestazione “Viaggio Telecom” , quando la città aveva un dibattito culturale internazionale di alto livello, il libro di Vito Teti “Il senso dei luoghi”.
Ebbene Greco nel suo discorso prende a suo ragionamento il passaggio del Breviario dedicato alla Calabria descritta come un’isola.
Una definizione che molti intellettuali abbiamo preso a riferimento, non ultimo anche Franco Arminio.
La Calabria è un isola circondata da mare e dalla catena del Pollino che la isolano dal resto dell’Italia allo stesso modo di Sicilia e Sardegna.
La nostra regione risulta “distante”. Distante da tutto e tutti, incomprensibile ai più. Con una tara derivata dalla geografia che ci rallenta o a volte ci impedisce di costruire la nostra Rete nel mondo. Siamo ancora incapaci di costruire esteso cooperativismo, ben incistati nel soggettivismo contemporaneo.
Non un paradiso abitato da diavoli ma una regione della modernità che proprio dall’Università della Calabria sta costruendo un suo cammino virtuoso. E da qui che bisogna costruire il nuovo ruolo geopolitico della Calabria del 2025. E il rettore Greco, nel suo intervento, poggia molto sul Ponte della sua università. Opera materiale di un chilometro che contiene i più avanzati saperi delle della nostra contemporaneità. Quando sia innovativo questo Ponte a fronte dell’erigendo omologo sullo Stretto è invece mia riflessione personale.
Greco è rettore consapevole delle moderne dinamiche che vedono la Cina possedere il 70 per cento dei brevetti di innovazione. E’ su quel versante che la Calabria costruisce la sua nuova vera innovazione. Uno scienziato ricercatore che ammonisce le confusioni di molti ricercatori che vedono nell’Intelligenza artificiale la panacea di ogni soluzione affidandosi alle macchine come padroni di ogni scelta. Greco è consapevole che il giudice, il medico, il ricercatore non possono essere sostituiti sic e simpliciter dalla macchina, ma essi devono governare la nuova disciplina per migliorare la dote dell’umano. E’ un sapere che va accompagnato nelle sue trasformazioni. Mi sento di dire che siamo in ottime mani con Gianluigi Greco al comando ad Arcavacata. Non un uomo solo al comando ma l’eletto da una comunità vitale per l’isola della Calabria che può definitivamente spezzare il proprio isolamento. E che il rettore dell’Unical, Gianluigi Greco, sia anche presidente del Centro studi telesiani, bruniani, campanelliani di Cosenza, successore in questa carica del compianto Nuccio Ordine, ci restituisce come materie umanistiche e scientifiche possano dare un impulso straordinario ad una storia di riscatto sociale che non può essere bloccata dall’acedia e dall’approssimazione.

***

Marco Sorbara ha pagato caro le sue origini calabresi. Politico di successo in Val D’Aosta è stato assolto in via definitiva dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa dopo aver trascorso 900 giorni in custodia cautelare, dei quali otte mesi in carcere e 45 in isolamento in una minuscola stanza di quattro passi per due, priva di televisione, radio, senza doccia e senza acqua calda. Un letto in ferro cementato per terra. Una prova fallace lo voleva presente ad un matrimonio di mafiosi a Reggio Calabria dove non era mai stato. Fu condannato a dieci anni in primo grado. Ora è ritornato eletto nel Consiglio regionale valdostano per Forza Italia. Continuiamo a ribadire: meglio un colpevole fuori dal carcere che un innocente dentro ingiustamente. (redazione@corrierecal.it)

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