Bernini: «Non temo che gli studenti partano, ma che poi non rientrino»
La ministra inaugura la settimana nazionale della protezione civile: «L’Unical è un’eccellenza con proiezioni nel Mediterraneo e in Africa»

RENDE Una settimana nazionale della Protezione civile che prende il via all’Unical nel giorno del 62esimo anniversario della tragedia del Vajont. Ad aprire l’evento è Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, che entra dalla porta secondaria dell’immenso Tau (teatro auditorium Unical) e pensa che ci siano proteste in atto, come pure accaduto due anni fa in occasione dell’inaugurazione dell’ anno accademico: «Non mi piace nascondermi» sorride (ma non c’è alcun presidio studentesco, si tratta solo di una scelta logistica e per lei c’è solo uno striscione all’ingresso firmato dai precari della ricerca, a mo’ di memorandum).
«Vengo dall’Emilia Romagna, anche lì cerchiamo di contenere i rischi facendo prevenzione – aggiunge la ministra – Ciciliano è un super eroe della Marvel! Da Caivano ai vari momenti di emergenza vissuti insieme ha dimostrato e sta dimostrando di essere un prefetto di altissimo valore nel posto giusto, un medico che deve pensare alle giuste cure per un organismo fragile facendo prevenzione e diagnosi precoce».
Bernini rivendica poi i fondi Pnrr investiti in ricerca (11 miliardi) ma anche quelli FFo aumentati di 336 milioni rispetto all’anno scorso, il rettore Leone annuisce. «Non ho paura che voi studenti ve ne andiate ma che poi non torniate. La ricerca non è una spesa ma un investimento – dice poi Bernini agli studenti che la ascoltano – e i rischi del territorio (frane, alluvioni, terremoti) sono da prevenire e contenere: la forza della Prociv è proprio agganciarsi alla ricerca. L’Italia è bellissima ma fragilissima, le istituzioni devono orientare e formare e oggi per me è un onore essere qui all’Unical dal momento che mio padre era un grande amico di Andreatta». «Questo – conclude Bernini – è un luogo in cui si fondono tecnologia e umanesimo, saper fare italiano e innovazione, aspetti determinanti nel Piano Mattei di cooperazione internazionale, che significa lavorare insieme puntando su capitale umano, tecnologie e infrastrutture: qui operano competenze e professionalità che sono eccellenze per tutta l’Italia oltre che nel Mediterraneo allargato all’Africa: Arcavacata nasce per questo».
Fabio Ciciliano, capo del dipartimento Protezione civile, conferma che «la componente scientifica è fondamentale nella Prociv per la gestione delle emergenze. La Regione Calabria è tra le più avanzate in un territorio tra i più sismici d’Italia: e poi ci sono gli impatti dei vulcani eoliani sulla costa tirrenica nonché la sua stessa conformazione idro-geologica. La prevenzione deve essere strutturale e serve un lavoro di qualità per cui bisogna assumersi l’onere del costo, e la formazione è determinante».
Nicola Leone è a una delle sue ultime uscite ufficiali da rettore (il 31 ottobre il suo consuntivo, dal giorno dopo partirà il sessennio di Gianluca Greco) e ringrazia il dipartimento Prociv «per le funzioni di vitale importanza assicurate a tutta la nazione. L’ateneo vuole esserle vicina e collaboriamo in maniera trasversale – aggiunge Leone – e il Camilab fondato dal compianto Lino Versace è accreditato da 20 anni esatti come centro di competenza della protezione civile, oggi guidato da Giovanna Capparelli con grande professionalità». (euf)
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