A Catanzaro debutta “Cleopatra” l’opera che riscrive la storia con linguaggi senza tempo
È il momento clou del cartellone della XXII edizione della rassegna, interamente dedicata ai nuovi linguaggi in musica, teatro e danza

Un’opera che unisce l’antica storia egizia all’elettronica, l’innovazione scientifica alla grande tradizione operistica. È questo il biglietto da visita di Cleopatra, la nuova opera lirica di Alessandro Meacci, presentata questo pomeriggio al Foyer del Teatro Politeama di Catanzaro. La conferenza stampa ha riunito il team artistico: Antonietta Santacroce, Direttore Artistico del Festival d’Autunno, il compositore Alessandro Meacci, la regista Erica Salbego, il direttore d’orchestra Massimiliano Caldi, il soprano Maria Carfora e la scenografa digitale Annalisa Scarpa.
La visione del festival e il debutto
“Cleopatra”, Prima Nazionale Assoluta del Festival d’Autunno, è il momento clou del cartellone della XXII edizione della rassegna, interamente dedicata ai nuovi linguaggi in musica, teatro e danza. Il Direttore Artistico, Antonietta Santacroce, ha sottolineato come il cartellone di quest’anno sia stato concepito per fondere contemporaneità e tradizione, affiancando l’attenzione all’arte a quella per i temi sociali: «l’inaugurazione include lo spettacolo di danza “To My Skin”, ribadendo l’impegno per la sostenibilità ambientale (che è valso al Festival il bollino Eco Events Legambiente). L’opera rappresenta un orgoglio per Catanzaro – definita idealmente il «porto di Alessandria» – è stata realizzata grazie anche al sostegno della Regione Calabria e della Fondazione Carical».

La rivelazione di Cleopatra tra storia e ricerca
Il compositore Alessandro Meacci ha immediatamente chiarito la missione dell’opera: «La nostra sfida è rimuovere la patina della femme fatale e svelare la vera Cleopatra: una politica, un’intellettuale e una filosofa». Meacci ha insistito sulla necessità di ancorare l’ispirazione alla ricerca scientifica (citando il lavoro di Chantal Milani e l’uso di strumenti ricostruiti come la lira e il sistro) e alla prassi musicale più avanzata. Questa visione è stata pienamente abbracciata dalla regista Erica Salbego, che ha spiegato come il suo approccio miri a far amare l’opera al pubblico attraverso l’innovazione. La musica elettronica di Meacci, unita al libretto, «ha già iniziato a cambiare l’idea tradizionale di opera lirica», ha affermato Salbego, precisando che la messa in scena sarà minimale e interamente calibrata per esaltare l’impatto di musica e testo.
Squadra, suono e tecnologia senza tempo
A livello musicale, il Direttore d’Orchestra Massimiliano Caldi ha confermato il carattere rivoluzionario dell’opera, elogiando Meacci come un compositore dal «linguaggio volutamente senza tempo e non classificabile», rivelando una scelta registica inedita per la sua esecuzione: l’orchestra sarà posizionata il più defilata possibile sul palcoscenico per convivere pienamente con l’azione e i cantanti. La sua originalità è stata lodata anche dal soprano Maria Carfora, che ha sottolineato la lungimiranza del compositore: «Oggi è essenziale che l’opera si rinnovi, raccontando sé stessa con gli strumenti che abbiamo a disposizione nel presente, e Meacci è la mente illuminata per farlo». Infine, l’innovazione si estende al piano visivo. La scenografa digitale Annalisa Scarpa ha infatti confermato la ricerca di nuovi strumenti per l’arte, rivelando di integrare l’Intelligenza Artificiale nel suo processo creativo. Il suo lavoro si basa su un «vero e proprio dialogo con l’AI, partendo dai disegni per arrivare al risultato finale, unendo così l’arte al futuro tecnologico». Domani, al Teatro Politeama di Catanzaro, il sipario si alzerà su “Cleopatra”, un lavoro che promette di essere fondamentale per il futuro del melodramma. (redazione@corrierecal.it)

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