Catanzaro, Occhiuto e il centrodestra sventano l’insidia. E ora occhio alle Comunali
L’analisi del voto nel capoluogo. Forza Italia primo partito, Mancuso trascina la Lega. Nel centrosinistra l’exploit di Pitaro. Ecco i possibili effetti su Palazzo De Nobili

CATANZARO Sulla carta, e nelle analisi di diversi addetti ai lavori, doveva essere la piazza più scomoda e più ostile per il ricandidato governatore Roberto Occhiuto e per la sua coalizione, e invece all’atto pratico non è stato così, nel senso che il centrodestra anche a Catanzaro ha primeggiato. Non in modo plebiscitario come a Reggio e Crotone, ma comunque ha primeggiato e anche abbastanza nettamente, nonostante un abbrivio che sembrava poco propizio, alla luce delle tante polemiche – anche “interne” al centrodestra – su una pretesa e presunta spoliazione delle prerogative del capoluogo, soprattutto nel settore della sanità, a vantaggio di altre città, Cosenza in primis. E invece Cosenza non è stata benigna con Occhiuto mentre Catanzaro lo è stata, assegnando al rieletto presidente il 53,74%. Paradossi della politica? Chissà, comunque ci sono anche motivazioni molto più precise: anzitutto, il fatto che il centrodestra ha schierato davvero dei “bomber” a Catanzaro, big impegnati anche in una con concorrenza anche sfrenata che ovviamente ha avuto anche un effetto trascinamento dei partiti e dell’intera coalizione. Alla fine sono stati due i catanzaresi eletti in Consiglio regionale nella maggioranza: Filippo Mancuso, presidente uscente del Consiglio regionale, per la Lega e per Forza Italia Marco Polimeni, segretario provinciale azzurro. Davanti a questa “corazzata” il centrosinistra si è difeso con quello che aveva e per quello che poteva, grazie anche all’exploit della lista dei Democrati Progressisti, non crollando – il candidato presidente Pasquale Tridico ha riportato in città il 44,8% – ma nemmeno dando l’impressione di poter scalfire lo strapotere del centrodestra nonostante le premesse complicate per Occhiuto e i suoi.
I numeri
Sul piano numerico, comunque, in città la “parte da leone” l’ha fatta anche qui Forza Italia, che ha conquistato il 20,7% (al quale va aggiunto il 5% e passa di Occhiuto Presidente), grazie anche alla competizione tra tre candidati molto quotati e infatti molto votati, lo stesso Polimeni, Elisabetta Aiello – secondo i “bene informati” fortemente sostenuta anche dall’eterno “leone” del centrodestra Mimmo Tallini – e l’uscente Antonello Talerico. Secondo partito la Lega, con un 13% buono ma non buonissimo, frutto essenzialmente dell’impatto di Mancuso, poco sotto – al 12,8% – Fratelli d’Italia, che si è avvalso comunque del robusto contributo delle candidature di Wanda Ferro (per lei circa 1.900 preferenze) e di Antonio Montuoro. Nel centrosinistra primato al Pd, con il 12,3%, tallonato dai Democratici Progressisti al 10,1%, poi buona performance – in controtendenza con gran parte della Calabria – di Avs, mentre Tridico Presidente e Movimento 5 Stelle si sono praticamente appaiati poco sopra il 5% (con i pentastellati che hanno confermato la loro storica difficoltà a radicarsi sul territorio). “Signore delle preferenze” in città Mancuso (oltre 3770 voti), seguito da Polimeni (oltre 3.300) e Montuoro (oltre 2.500 voti), mentre nel centrosinistra “boom” di Francesco Pitaro, del Pd ma candidato in Democratici Progressisti (2.345 voti, che sono un segnale politico per il centrosinistra oltre che per i dem) ed è da non sottovalutare il consenso del presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco, di Avs (oltre 2.000 preferenze).
Scenari
Sono tutti numeri che inevitabilmente si scaricano o si scaricheranno anche sul livello comunale, guardando all’orizzonte delle future Amministrative, in programma secondo i tempi tecnici nel 2027 ma non si esclude anche prima se dovessero prevalere invece tempi per così dire politici. Per gli addetti ai lavori comunque non sembrano al momento esserci le condizioni per la famosa “spallata” all’attuale amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Nicola Fiorita, ma molto dipenderà da come – da qui a qualche settimana – nel centrodestra si definiranno le trattative per la Giunta regionale e per la presidenza del Consiglio regionale. Fermo restando che Catanzaro rientra comunque in un “novero” che comprende anche altri capoluoghi che vanno al voto nel 2026, anche alla luce dei risultati della tornata di domenica e lunedì la casella del capoluogo sarebbe prenotata dalla Lega (con Mancuso super “papabile” candidato sindaco secondo i “bene informati”), visto che a quanto sembra Forza Italia potrebbe prendersi Reggio e Crotone, ma i giochi in realtà sono apertissimi, perché gli azzurri in città si sono rilevati molto forti e Fratelli d’Italia non è da meno, avendo anche diverse frecce al proprio arco. Quanto al centrosinistra, il voto delle Regionali ha risentito anche della “dispersione del voto” a casa dei diversi posizionamenti nella maggioranza di Fiorita, con una parte di preferenze andate a bosco, un’altra alla vicesindaco Giusy Iemma candidata nel Pd (per lei in città una buona raccolta con oltre 1.550 voti) e una parte, minima, all’assessore Vincenzo Costantino nella lista Tridico Presidente (452 voti). Una dinamica che – dicono fonti del centrosinistra – potrebbe avere ripercussioni sull’attuale assetto della Giunta Fiorita, perché lo stesso Costantino – entrato in Giunta Fiorita come “tecnico” – sarebbe finito nel “mirino” di alcune frange della coalizione e non sarebbe da escludere quindi un ritocco della squadra di governo cittadino. E in più da considerare c’è l’endemica conflittualità del Pd, già emersa con le dimissioni del segretario cittadino Antonio Calogero, ritenuto vicino alla dirigente nazionale Jasmine Cristallo che guida un’area al momento in chiaro affanno a Catanzaro. Mentre nel centrosinistra e nel Pd non manca chi legge con particolare attenzione il dato elettorale di Francesco Pitaro, stoppato per la guida del Pd provinciale dai “giochi” correntizi tra “capibastone” ma protagonista in queste elezioni di un autentico exploit che lo mette al centro dei ragionamenti anche futuri del fronte progressista a Catanzaro. (a. cant.)
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