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La morte di Giuliano Velo in Spagna: fu indagato per l’omicidio di Giuseppe Nirta nel 2017

Dall’ombra della Mala del Brenta al traffico di droga internazionale, una vita criminale terminata il 7 ottobre a colpi di pistola nella stessa terra dove fu assassinato il boss della ‘ndrangheta

Pubblicato il: 13/10/2025 – 19:01
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La morte di Giuliano Velo in Spagna: fu indagato per l’omicidio di Giuseppe Nirta nel 2017

Giuliano Velo, 67 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco martedì 7 ottobre 2025, a pochi metri dalla sua abitazione nella zona rurale di El Cantal, nei pressi di Lorca. A lanciare l’allarme è stata l’anziana madre, con la quale viveva: non avendo più sue notizie, ha contattato i soccorsi. Quando la Guardia Civil è arrivata, ha trovato il corpo del 67enne senza vita. Poco dopo, a circa 15 chilometri di distanza, nella frazione di Ramonete, un secondo cadavere – quello di un cittadino marocchino con precedenti per traffico di droga – è stato rinvenuto nel bagagliaio di un’auto. Anche lui ucciso con arma da fuoco. Le autorità spagnole ipotizzano un’esecuzione legata al narcotraffico, e hanno unificato le indagini. Il nome di Velo era tornato a galla già nel 2017, in un’altra vicenda oscura: l’omicidio di Giuseppe Nirta, boss della ‘ndrangheta ucciso nella stessa regione spagnola.

Dalla Mala del Brenta alla Spagna: trent’anni tra droga e contrabbando

Giuliano Velo era originario del Padovano e il suo nome era legato alla Mala del Brenta, lo storico sodalizio criminale veneto guidato da Felice Maniero. Dalla prima metà degli anni ’90 aveva lasciato l’Italia per trasferirsi in Spagna, stabilendosi nella regione di Murcia, dove coltivava mango e conduceva una vita apparentemente tranquilla. Ma le sue attività agricole erano solo la facciata. Nel 2011 venne arrestato nell’ambito di un’indagine che portò al sequestro di 2.600 chilogrammi di marijuana. Fu condannato a otto anni di carcere. Negli anni successivi, continuò a gravitare nell’ambiente del narcotraffico internazionale. Al momento della morte, era in libertà provvisoria in attesa di processo: secondo l’accusa, avrebbe diretto una rete che metteva a disposizione imbarcazioni per il trasporto di hashish.

2017: l’omicidio Nirta e il nome di Velo tra i sospettati

9 giugno 2017, Aguilas, Murcia. Giuseppe Nirta, 52 anni, viene assassinato con diversi colpi d’arma da fuoco e almeno una coltellata. Un’esecuzione brutale. Nirta era originario di San Luca, nel Reggino, e apparteneva a una delle famiglie storiche della ‘ndrangheta. In Piemonte era stato coinvolto nelle operazioni antimafia “Minotauro” e “Geenna”. In Spagna era noto come “El Italiano”, ed era considerato un narcotrafficante di peso, con legami commerciali anche in Valle d’Aosta. Nei giorni successivi al delitto, le autorità spagnole, in coordinamento con i carabinieri del Ros e la Direzione Distrettuale Antimafia, avviarono una serie di perquisizioni e indagini. Tra i sospettati iniziali ci fu anche Giuliano Velo. Non fu mai formalmente accusato, ma era in licenza premio proprio il giorno dell’omicidio, e dopo il delitto fece perdere le proprie tracce. Fu arrestato successivamente in Albania e condannato per evasione. Nella casa di un altro sospettato fu trovata un’arma, ma non compatibile con quella usata per uccidere Nirta.
Nel 2022, nel processo sulla morta di Nirta, fu assolta anche la compagna Cristina Elena Toma, inizialmente accusata del delitto: per i giudici spagnoli non c’erano prove sufficienti.

Due omicidi, una terra: la Murcia crocevia di traffici

Il dettaglio che accomuna questi due omicidi – oltre alla natura delle vittime, entrambe coinvolte in traffici di droga su larga scala – è il territorio: la regione della Murcia, nel sud-est della Spagna. In particolare, l’area costiera tra Aguilas, Lorca e Ramonete, un’area agricola ma anche strategica per chi controlla i flussi marittimi tra Spagna, Italia e Nord Africa. Le autorità spagnole hanno trasmesso tutte le informazioni sull’omicidio Velo a quelle italiane tramite il canale di cooperazione Europol. Visti i precedenti e i possibili collegamenti tra gruppi criminali attivi sul territorio, il caso è considerato di interesse anche per la magistratura italiana. (f.v.)

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