La crisi politica alla Provincia di Vibo, ma L’Andolina non molla: «Io resto al mio posto» – VIDEO
Per Lacquaniti «frattura mai sanata, nonostante gli appelli». Schinella (Pd): «Certificato il fallimento del progetto politico». Ma il presidente non si dimette

VIBO VALENTIA Sette consiglieri dimessi e la caduta del Consiglio provinciale. Si è concretizzata oggi la crisi politica che da tempo si era abbattuta sull’amministrazione di Corrado L’Andolina, presidente della Provincia di Vibo ormai «isolato» all’interno di Palazzo ex Enel. Il sindaco di Zambrone, che aveva già perso l’appoggio del centrodestra, sua “parte politica”, ha preso oggi atto delle dimissioni di sette consiglieri, ma ha già ribadito la sua volontà a non dimettersi fino alla scadenza naturale del mandato. La lettera, indirizzata anche al Prefetto, è stata firmata dai consiglieri Pagnotta, Lo Schiavo, Franzè, Lacquaniti, Calafati e Papa del centrodestra e da Antonino Schinella, esponente del Partito democratico. Una scelta formalizzata appena dopo la seduta odierna in cui si è provveduto alla stabilizzazione dei Tis, altra “grana” provinciale dopo le recenti proteste dei tirocinanti.
«L’Andolina rassegni le dimissioni»
Dure le motivazioni date dai dimissionari contro il Presidente L’Andolina. Alessandro Lacquaniti, consigliere di centrodestra, critica «il cambio di rotta rispetto a quelle che erano le prerogative del centrodestra». Il riferimento è alla nomina a vicepresidente dell’ente di Nicola Lasorba, esponente del Partito democratico, la cui scelta è stata criticata e “punita” anche dai dem. «Una nomina – spiega Lacquaniti – che è stata un po’ la rottura degli argini prefissati prima della campagna elettorale. Una frattura che non è mai stata ripristinata nonostante i vari appelli. Abbiamo cercato in tutti i modi di ricucire». Nessun passo in avanti, fino alla decisione di oggi. Anche se Lacquaniti ribadisce che «non dovevano esserci dimissioni dei consiglieri, ma del Presidente. Non raggiungere il numero legale in una conferenza dei sindaci, coloro che ti hanno votato, in una democrazia doveva essere il punto di non ritorno».
Schinella: «Certificato il fallimento del progetto politico»
Parla di «progetto politico fallito» Antonino Schinella, esponente del Partito democratico e tra i consiglieri dimissionari. «Una decisione inevitabile, nell’ultimo anno il Presidente è stato più volte invitato a un atto di responsabilità». Una responsabilità che invece, accusa Schinella, è stata sempre e solo «unilaterale. Più volte abbiamo fatto in modo che venissero approvate pratiche importanti per la Provincia e per il territorio. Ma oggi L’Andolina si è arroccato sulla sua posizione e quello che è successo oggi è l’emblema di un presidente isolato». La caduta del Consiglio provinciale «certifica il fallimento del progetto politico di Forza Italia. Ci auspichiamo che ora L’Andolina rassegni le sue dimissioni, ma visto l’ultimo anno non sono così fiducioso».
L’Andolina: «Resto al mio posto»
Dimissioni che, infatti, il presidente L’Andolina non sembra intenzionato a rassegnare. «Le dimissioni dei consiglieri implicano solo la caduta del Consiglio, ma il presidente resta nella sua carica, nel pieno esercizio delle sue funzioni. Le sue sorti non sono minimamente collegate a quelle del Consiglio» ribadisce il sindaco di Zambrone. «Oggi è l’epilogo di una crisi politica che c’è da tempo, di una frattura tra la presidenza e la maggioranza del Consiglio». Ma – specifica L’Andolina – «non tutto il Consiglio». «Si voterà tra dicembre e gennaio, ma a febbraio si sarebbe votato comunque per scadenza naturale. Quindi dal punto di vista pratico gli effetti sono minimi, dal punto di vista politico mi dispiace che ci sia stato questo epilogo, ma in politica ci può anche stare un momento di rottura». L’Andolina respinge categoricamente l’ipotesi dimissioni: «Non lo farò. Non ho mai pronunciato questa parola e non la pronuncio nemmeno adesso. Il giorno in cui dovessi decidere di farlo, lo farò liberamente e senza pressione esterna alcuna. Io resto al mio posto, gestirò questa fase delle elezioni e vedremo il nuovo Consiglio, con cui apriremo una discussione. In ogni caso ad agosto abbiamo licenziato regolarmente il bilancio e il 14 ottobre tutti gli atti di competenza dell’Ente, non un dettaglio». (ma.ru.)
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