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Provincia di Vibo, si dimettono 7 consiglieri (ma L’Andolina resta in carica): entro 3 mesi il voto

«Scelte amministrative e impostazione gestionale e relazionale del presidente ritenute lesive della dignità e del ruolo istituzionale»

Pubblicato il: 14/10/2025 – 12:29
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Provincia di Vibo, si dimettono 7 consiglieri (ma L’Andolina resta in carica): entro 3 mesi il voto

VIBO VALENTIA Sette consiglieri provinciali di Vibo Valentia hanno rassegnato le dimissioni, terremoto politico nell’amministrazione L’Andolina. In un documento sottoscritto da Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti e Giampiero Calafati (centristi); Carmine Franzè, Serena Lo Schiavo e Vincenzo Pagnotta (centrodestra) e Antonino Schinella (Pd) si legge che «la decisione è assunta a seguito di un profondo dissenso rispetto alle recenti scelte amministrative e all’impostazione gestionale e relazionale adottata dal presidente della Provincia (…) ritenute lesive della dignità e del ruolo istituzionale dei consiglieri provinciali». I sette hanno convocato una conferenza stampa nel corso della quale esporranno dettagliatamente le proprie ragioni e le motivazioni che hanno portato alla rottura.
I tre consiglieri che non si sono dimessi sono Vincenzo Lentini, Carmine Mangiardi e Nicola Lasorba. Alla base delle dimissioni la vicenda della stabilizzazione dei tirocinanti di inclusione sociale, che i consiglieri dimissionari avrebbero voluto trattare, nel corso della seduta svoltasi ieri, prima del bilancio, contrariamente alle intenzioni di L’Andolina. Il presidente L’Andolina, malgrado le dimissioni dei sette consiglieri, resta comunque in carica e potrà indire entro tre mesi le elezioni del nuovo Consiglio provinciale

Esposito (Pd): Schinella esempio di responsabilità istituzionale

«Tanto tuonò che piovve. A distanza di mesi di persistenti segnali e di ripetute richieste chiare e responsabili, oggi si concretizza un evento che, pur atteso, rappresenta un momento di profonda riflessione per l’intero Consiglio Provinciale di Vibo Valentia e per le comunità che esso rappresenta. Il Presidente non è riuscito a ricomporre le fratture interne che hanno minato il funzionamento dell’organo consiliare, provocando un clima di tensione istituzionale e amministrativa che ha richiesto un atto inevitabile»: così Teresa Esposito, segretario provinciale Pd Vibo. «Come Partito democratico – aggiunge – avevamo più volte invitato il Presidente a un gesto di responsabilità e generosità, ovvero la presentazione delle proprie dimissioni, al fine di garantire una ripresa serena e costruttiva del lavoro politico e amministrativo, a beneficio delle comunità che sono state testimoni inermi di una situazione di stallo ormai insostenibile. Le dimissioni, una volta formalmente comunicate, producono efficacia immediata e irrevocabile come previsto dalla normativa vigente in assenza di specifiche discipline statutarie o regolamentari locali (pareri del Ministero dell’Interno). Tale passaggio segna l’avvio delle procedure di legge per la gestione della fase successiva, secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo n. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali) e dalle disposizioni riguardanti lo scioglimento e la sospensione degli organi provinciali in caso di impossibilità di garantire il normale funzionamento istituzionale».
Per Esposito «permane tuttavia un sentimento di rammarico che si accompagna all’incompletezza della normativa elettorale tuttora esaminata dalle commissioni competenti, che dovrebbe restituire ai cittadini la piena libertà di scelta e la fiducia nella rappresentanza democratica, oggi messa duramente alla prova. In questo contesto, desideriamo esprimere il nostro sentito e profondo ringraziamento al consigliere Nino Schinella il cui impegno costante, condotto con onore e dignità, rappresenta un esempio di serietà e responsabilità istituzionale che auspichiamo venga seguito. E’ necessario però che anche il nostro segretario del circolo di Zambrone, nonché presidente del consiglio del Comune, prenda sin da subito le distanze dal sindaco/presidente, per ridare dignità alla partecipazione democratica. La provincia di Vibo non può essere tenuta sotto ostaggio» conclude Esposito. (redazione@corrierecal.it)

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