‘Ndrangheta, auto potenti e ville per nascondere la cocaina: a Buccinasco il nuovo volto dei clan
Audi di lusso con targhe straniere, criptofonini e scanner sofisticati: la attività scoperte della Distrettuale antimafia di Milano

MILANO Automobili dotate di doppifondi, quelli necessari a nascondere i quantitativi – a chili – di cocaina. Non auto comuni, ma potentissime Audi «ad altre prestazioni» per di più munite di targhe estere così da non essere ricondotte al patrimonio degli indagati. L’abc del perfetto narcotrafficante, seguendo un ideale manuale comune. Dettagli emersi chiaramente dell’ultima inchiesta della Distrettuale antimafia di Milano che ha portato all’arresto di 15 soggetti, tutti a vario titolo appartenenti o legati ad un “gruppo satellite” del clan Barbaro di Platì.
Auto, ville, appartamenti e box auto
Dell’ideale manuale fanno parte anche appartamenti e box auto – in molti casi intestati anche a prestanome – da utilizzare per lo stoccaggio della droga, certo, ma anche delle armi e del denaro, frutto delle attività di spaccio. Non è un caso che gli inquirenti milanesi, nella fase investigativa, abbiano individuato alcune location fondamentali per le attività del gruppo criminale, con un dato di assoluto rilievo: una villa e un appartamento, la prima intestata ad Antonio Santo Perre (cl. ’89) e la seconda ad Antonio Caruso (cl. ’90), entrambi finiti in carcere, sono state localizzate a Buccinasco, centro della Città Metropolitana di Milano. E poi un box e un altro appartamento localizzati, invece, a pochissimi chilometri di distanza a Trezzano sul Naviglio. Come riporta il gip nell’ordinanza, la villa a Buccinasco sarebbe stata utilizzata «per lo stoccaggio e l’occultamento della cocaina» perché sarebbe stato realizzato dagli indagati un «capiente vano di occultamento ricavato nel sottotetto della casa». Il box a Trezzano sul Naviglio, invece, sarebbe servito invece per le operazioni di scarico della cocaina.

Buccinasco “cuore” del narcotraffico
A proposito di Buccinasco, secondo quanto emerso dalle indagini la cittadina sarebbe a tutti gli effetti lo snodo cruciale delle attività del gruppo criminale. Qui, infatti, avvenivano i «rapidi incontri per definire modalità operative»: dal bar-ristorante “Gustavo”, al bar-pasticceria “S. Event” passando per il “Dromokart” fino ad un salone di acconciature. Sempre a Buccinasco, invece, avvenivano le attività di scambio, sia nel parcheggio di via Isonzo (antistante l’abitazione di Perre) sia nella vicina via dei Platani.
Chat criptate e scanner
Auto, posti “sicuri” ma non solo. A proposito di sicurezza, infatti, per molto tempo gli appartenenti al gruppo criminale ha fatto un uso indiscriminato di utenze criptate di ultima generazione col sistema di crittografia end-to-end, non intercettabili ovvero SkyEcc almeno fino al mese di marzo del 2021, sfruttando poi altri dispositivi con tecnologie simili. E, per non lasciarsi sorprendere, il gruppo si era dotato anche di apparecchiature per il rilevamento di microspie e gps. Gli inquirenti, ad esempio, sono riusciti ad intercettare una foto di uno scanner T-8000 sofisticato ma anche facilmente acquistabile in rete ed efficace per la ricerca delle frequenze trasmesse da device elettronici.

Business da oltre 18milioni di euro
E, infine, gli inquirenti hanno tirato le somme delle attività illecite del gruppo relativamente al narcotraffico. Nel periodo sotto investigazione il volume d’affari ammonterebbe a 655 kg di cocaina importati o acquistati di cui 533,9 kg di cocaina venduti per un ricavo da 18.085.500 euro di cui 7.236.000 euro inviati all’estero. Numeri che certificano ancora una volta quanto sia proficuo il business legato al narcotraffico internazionale, sempre più in mano quasi in via esclusiva agli appartenenti alla ‘ndrangheta calabrese, i cui nomi – ciclicamente – ritornano in varie inchieste. (g.curcio@corrierecal.it)
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