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La Manovra della discordia, muro Lega e FI su affitti brevi. Frizioni sulle banche

L’aumento dal 21% al 26% dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi divide la maggioranza

Pubblicato il: 20/10/2025 – 20:07
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La Manovra della discordia, muro Lega e FI su affitti brevi. Frizioni sulle banche

ROMA L’aumento dal 21% al 26% dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi divide la maggioranza, con Forza Italia e la Lega che si dicono contrarie alla misura, così come le associazioni di impresa che parlano di “stangata” sul comparto ricettivo. Fonti informate sul dossier riferiscono che la tassazione potrebbe non riguardare i privati ma gli intermediari immobiliari. Ma in ogni caso i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini si schierano per il no. “Una sorta di blitz non condiviso a livello di coalizione”, dicono i forzisti. “Ma c’è tutto il tempo di correggere”, sostiene il ministro degli Esteri. “Non mi sembra un buon modo di aiutare la domanda interna e l’iniziativa privata”, sottolinea il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, “la Manovra dovrà andare all’esame del Parlamento, serve a questo”. In realtà, viene spiegato, le modifiche saranno ridotte al minimo rispetto alla bozza circolata ieri. Insomma, i saldi restano, i testi base non saranno cambiati, anche perché non dovrebbe esserci una terza lettura in Parlamento. Il testo della legge di bilancio è atteso in settimana in Senato, dove inizierà l’iter, ma deve essere ancora bollinato. E’ anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a certificare che i fari sono puntati tutti sulla legge di bilancio, “un momento travagliato, impegnativo”, un appuntamento annuale che “comporta sempre un grande confronto, di grandi sensibilità, di tante esigenze. Però le nostre democrazie – ha affermato il Capo dello Stato – riescono poi sempre a trovare il punto di approdo”. Il governo sta stringendo anche sul decreto sulla sicurezza sul lavoro che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri. La premier Giorgia Meloni nello scorsa riunione ha chiesto agli esponenti di governo di mettere un freno alla decretazione d’urgenza, a eccezione – aveva spiegato – proprio del dl sulla sicurezza del lavoro che punterà a rafforzare il sistema di prevenzione attraverso un miglioramento della formazione e dei sistemi di controlli e a introdurre una stretta normativa per quelle aziende che risultano inadempienti. Si va verso anche un decreto legge sulla protezione civile (ma la norma allo studio potrebbe essere ‘inglobata’ dal decreto sul lavoro) per introdurre una sorta di ‘scudo penale’ (e una tutela legale e assicurativa), sul modello di quello dei medici da poco inserito, per gli operatori, per i sindaci e i pubblici ufficiali nelle loro attività. 

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