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Tra bilanci e scenari futuri

Dalla Regione al Ponte sullo Stretto: Mancuso traccia la rotta della Lega calabrese

Filippo Mancuso si racconta senza reticenze in questa intervista, offrendo una lettura lucida e approfondita del ruolo della Lega in Calabria e delle grandi sfide, politiche e personali, che lo atten…

Pubblicato il: 21/10/2025 – 10:06
di Paola Militano
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Dalla Regione al Ponte sullo Stretto: Mancuso traccia la rotta della Lega calabrese

La Lega in Calabria ha fatto il pieno alle ultime regionali, superando persino la Toscana. Filippo Mancuso, il commissario regionale, spiega che il merito va a candidati credibili e a investimenti reali voluti da Salvini. Il Ponte sullo Stretto? Non un capriccio politico, ma una svolta vera per Calabria e Sicilia. Intanto, tra le diverse voci nel partito e la “sincera” ironia su Vannacci, Mancuso tiene d’occhio le comunali di Catanzaro senza perdere di vista le grandi sfide regionali. E avverte: bisogna continuare con le riforme e puntare sulle infrastrutture strategiche, a cominciare dai porti.

Considerato che alle scorse regionali, la Lega in Calabria (9,4%) ha doppiato il risultato della Toscana (4,4%), dobbiamo aspettarci che il prossimo raduno del Carroccio si faccia a Tropea invece che a Pontida?

(Una risata fragorosa rompe per un attimo l’aplomb di Filippo Mancuso che si ricompone rapidamente e risponde lapidario) «Non credo sia possibile, lasciamo le cose al loro posto. Il successo in Calabria si spiega essenzialmente per due ragioni: candidature forti e credibili e un impegno concreto della Lega che ha dimostrato di avere davvero a cuore gli interessi del territorio. Lo dimostrano gli investimenti senza precedenti messi in campo dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini: dalla Statale 106 alla Trasversale delle Serre, dalla riqualificazione delle Ferrovie fino al Ponte sullo Stretto. Interventi concreti che hanno contribuito a superare vecchi pregiudizi che volevano la Lega come forza politica interessata esclusivamente al Nord»

Il suo profilo appare decisamente distante dallo stereotipo del leghista da megafono e felpa verde d’ordinanza, come si spiega questa unione così ben riuscita tra lei e la Lega?

Forse sarà così, ma la verità è che io ho davvero a cuore gli interessi del mio territorio. È naturale poi che, impegnandomi a risolvere i problemi della Calabria, anche il partito ne tragga vantaggio in termini di consenso, come dimostrano i risultati delle regionali. Del resto non ho bisogno di dimostrare la mia appartenenza, mi sono candidato tre volte alle Regionali e una volta alle Europee, e sono il commissario regionale della Lega. Preferisco lavorare con discrezione, raggiungere gli obiettivi, lasciando ad altri la ribalta.

Nemmeno Berlusconi c’è riuscito, ma Salvini sembra deciso a consegnarsi alla storia con il Ponte sullo Stretto. Sarà davvero la svolta per Calabria e Sicilia o solo un monumento alla sua tenacia e ostinazione politica?

Credo fermamente che il Ponte sullo Stretto possa segnare un punto di svolta nella storia e nel futuro della Calabria e della Sicilia. Non sarà un monumento all’ostinazione politica di Salvini, ma un’infrastruttura strategica in grado di generare occupazione, rilanciare il turismo e offrire nuove prospettive di sviluppo. È un’opera che può davvero cambiare la narrazione delle due regioni. E poi avvierà quel processo virtuoso che porterà alla realizzazione di altre infrastrutture, contribuendo a colmare il divario storico che Calabria e Sicilia scontano da sempre.

Come giudica il ruolo di Vannacci nella narrazione leghista?

Alle Europee, Vannacci ha dimostrato di avere un seguito reale. Dice apertamente ciò che molti pensano, ma non hanno il coraggio di dire. La sua presenza nella Lega, insieme a quella di esponenti con visioni anche molto diverse, dimostra la forza di un partito capace di raccogliere sensibilità plurali. Tutte, però, riconducibili con coerenza alla linea tracciata dal segretario federale.

Concordo Vannacci è sempre sincero. Forse anche troppo per la salute di chi lo ascolta, ma sorvoliamo. Se a Reggio Francesco Cannizzaro (FI) e a Cosenza Fausto Orsomarso (FDI) sono pronti a lasciare il Parlamento per scendere in campo alle comunali, Filippo Mancuso sta già pensando a Catanzaro o preferisce giocare la sua partita in consiglio regionale?

L’indicazione di chi guiderà la coalizione di centrodestra alle prossime Comunali di Catanzaro dovrà essere condivisa con gli alleati. Sarebbe sicuramente un grande onore essere il candidato a sindaco della mia città, ma ancora c’è tempo per capire dove il mio impegno potrà portare risultati migliori per il territorio. Per ora sono concentrato su come affrontare le importanti sfide che attendono la Calabria all’interno del Consiglio regionale.

Con il governo Occhiuto bis ormai ai nastri di partenza, quali saranno i primi dossier caldi e che tipo di assetto politico si profila all’interno della nuova maggioranza? Le piacerebbe tornare a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio regionale?

Questa tornata elettorale ha sancito la vittoria netta e inequivocabile del centrodestra e di Roberto Occhiuto. Nella scorsa legislatura Giunta e Consiglio regionale hanno lavorato in sinergia ottenendo risultati concreti, e la continuità sarebbe la conferma di questo buon lavoro. La decisione spetta però al presidente Occhiuto, in accordo con i vertici della maggioranza. Per il futuro, è fondamentale proseguire con decisione la stagione delle riforme istituzionali, a partire dalla legge elettorale e, poi, è necessario mettere in campo azioni mirate a valorizzare pienamente le potenzialità della Calabria, in particolare quelle ancora inesplorate. In questo senso, la promozione e lo sviluppo del sistema portuale regionale rappresentano una priorità strategica. (p.militano@corrierecal.it)

*direttore Corriere della Calabria

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