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Cosenza, omicidio Francesco Marincolo: confermata la condanna a 30 anni per Mario Attanasio e Giovanni Abruzzese

Il delitto pose fine alla guerra di mafia combattuta a Cosenza tra il 1999 ed il 2000, fra i clan Lanzino-Cicero e i Bruni “Bella Bella”

Pubblicato il: 22/10/2025 – 18:26
di Fabio Benincasa
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Cosenza, omicidio Francesco Marincolo: confermata la condanna a 30 anni per Mario Attanasio e Giovanni Abruzzese

CATANZARO Condanna a 30 anni di reclusione per Mario Attanasio (difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Giuseppe Bruno) e stessa pena per Giovanni Abruzzese (difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Giorgia Greco) entrambi accusati dell’omicidio di Francesco Marincolo detto “U Biondo”. Questo l’esito della sentenza emessa nella giornata di oggi. La sentenza della Corte di Cassazione – pronunciata il 20 ottobre 2023 – aveva annullato con rinvio per un nuovo giudizio dinanzi un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Catanzaro, limitatamente al capo A. Il delitto venne firmato da Michele Bruni (deceduto) che vendicò la morte del padre ucciso anni prima davanti al carcere. Per entrambi, la Procura Generale di Catanzaro aveva chiesto la condanna a 30 anni.

L’agguato mortale

Le ricostruzioni investigative e le dichiarazioni già rese in passato dai pentiti Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna, hanno contribuito a ricostruire ed accertare che ad esplodere i colpi mortali nei confronti di Marincolo, al momento dell’agguato a bordo della propria auto in via Lazio a Cosenza, fu Michele Bruni in sella ad una moto (risultata rubata) e guidata da Carlo Lamanna. Sull’auto della vittima, considerata vicina al clan Lanzino, al momento dell’omicidio, si trovava anche Adriano Moretti (ex cognato del boss Gianfranco Ruà) raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco. L’omicidio Marincolo, pose fine alla sanguinosa guerra di mafia combattuta a Cosenza tra il 1999 ed il 2000, fra i clan Lanzino-Cicero e il gruppo dei Bruni “Bella Bella”. All’agguato mortale, firmato con il sangue, seguì la pax mafiosa stipulata tra i gruppi della mala cosentina: una stretta di mano che favorì l’equa spartizione dei proventi delle attività illecite. (f.benincasa@corrierecal.it)

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