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La Cgil dalla Calabria a Roma per la pace, il lavoro e la democrazia

Il sindacato calabrese si mobilita in vista della manifestazione nazionale del 25 ottobre

Pubblicato il: 22/10/2025 – 11:27
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La Cgil dalla Calabria a Roma per la pace, il lavoro e la democrazia

LAMEZIA TERME  Per la pace, il lavoro, la democrazia. Per dire no all’austerità, al riarmo, all’economia di guerra. Ma anche per aumentare i salari e le pensioni, per contrastare la precarietà e il lavoro povero, finanziare la sanità, l’istruzione e i servizi pubblici, per investire nelle politiche industriali e nella transizione energetica, ecologica e tecnologica. Il 25 ottobre la Cgil scende in piazza a Roma con la manifestazione “Democrazia al lavoro”. La Cgil Calabria parteciperà all’iniziativa nazionale con decine di autobus dalle cinque province calabresi. “L’appuntamento del 25 ottobre è un importante momento di democrazia che non possiamo mancare. Porteremo in piazza tutte le nostre rivendicazioni per un Paese che rispecchi i dettami della Costituzione e che metta al centro il cittadino”. Lo afferma il segretario generale Cgil Calabria, Gianfranco Trotta che aggiunge: “La Calabria ha molto da dire visto che è tra le regioni in cui si hanno le minori aspettative di vita, una sanità pubblica raffazzonata e un alto tasso di lavoro povero che schiacciano la qualità della vita”.

L’intervento di Scalese

“Sabato 25 ottobre la Cgil sarà di nuovo in piazza a Roma per denunciare i trucchi del governo e una manovra che penalizza chi vive di lavoro e di pensione. Anche l’Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo non farà mancare la propria testimonianza con una rappresentanza significativa pronta a partire per una mobilitazione sentita e doverosa”. È quanto afferma Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, rilanciando le posizioni espresse dalla Confederazione nazionale. “Il governo non solo non ha impedito, ma ha favorito che dalle tasche di lavoratrici, lavoratori e pensionati si producesse, con il trucco e con l’inganno, un travaso di 25 miliardi di euro verso le casse dello Stato, tra il 2022 e il 2024. Si tratta di soldi non dovuti, sottratti a causa di un meccanismo vizioso di drenaggio fiscale che ha eroso i benefici degli aumenti contrattuali, già di per sé insufficienti a compensare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione – afferma ancora Scalese -. Si continua con la propaganda di facciata, raccontando una manovra “a favore delle famiglie e dei lavoratori”, ma i numeri dicono altro. La detassazione dei rinnovi contrattuali, presentata come una grande misura di equità, è riservata solo a chi ha redditi fino a 28.000 euro. Per chi guadagna un po’ di più, il vantaggio della riduzione della seconda aliquota Irpef è ridicolo: appena 3 euro al mese su un reddito lordo di 30.000 euro”. “Un sistema ingiusto e perverso – commenta Scalese – che continua a far impoverire lavoratori e pensionati. È chiaro che il governo conta su queste imposte non dovute per tenere in piedi i propri conti pubblici, scaricando il peso sulle spalle dei soliti noti e mentre destina 23 miliardi, nei prossimi tre anni, alla corsa al riarmo”. “Per questo – conclude Scalese – il 25 ottobre la Cgil sarà di nuovo in piazza: non smetteremo di chiedere giustizia fiscale, salari equi e politiche che restituiscano dignità al lavoro, sempre più precario e insicuro per le lavoratrici e i lavoratori che sono la colonna portante economica e sociale di un Paese che non può rinunciare ad un futuro caratterizzato da giustizia sociale e sviluppo condiviso, in cui nessuno sia lasciato indietro”.

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