Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 19:28
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

presunto caso di mala sanità

Paziente morto all’ospedale di Tropea per shock anafilattico: chiusa l’inchiesta per 6 persone – NOMI

La Procura di Vibo Valentia sottolinea «negligenza, imprudenza e imperizia» consistita nella «violazione di precise linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali»

Pubblicato il: 28/10/2025 – 20:10
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Paziente morto all’ospedale di Tropea per shock anafilattico: chiusa l’inchiesta per 6 persone – NOMI

VIBO VALENTIA La Procura di Vibo Valentia (sostituto procuratore Maria Barnabei) ha chiuso le indagini nei confronti di sei persone tra medici, Oss e personale medico del Pronto soccorso dell’ospedale di Tropea, accusati del decesso di un paziente romano, Fabio Cisotto, avvenuto il 26 giugno 2024.

Gli indagati

Si tratta di Fidel Perez Perez (cl. ’67) e Luigia Uslenghi (cl. ’55) in qualità di medici, Benedetto Taccone (cl. ’75), infermiere, Alfonso Stagno (cl. ’69) e Vincenzo Guglielmino (cl. ’78) in qualità di OSS, e Rossa Russo (cl. ’71) in qualità di operatrice addetta all’assistenza, tutti accusati a vario titolo e per colpa generica consistita in «negligenza, imprudenza e imperizia e per colpa specifica, consistita nella violazione di precise linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali, cagionavano il decesso di un paziente, avvenuto per arresto cardio-respiratorio secondario a shock anafilattico.  
Gli indagati, operando in equipe attraverso le loro condotte avrebbero «prolungato il tempo di esposizione del paziente agli effetti dello shock anafilattico» che poi ha causato il decesso, intervenuto per arresto cardio-respiratorio. Per l’accusa, un evento «scongiurabile, laddove, in presenza delle condotte alternative – ossia in presenza di un accurato e tempestivo esame obiettivo nelle prime fasi e con somministrazione della adrenalina – la prognosi sarebbe stata con grado di probabilità prossimo alla certezza ad evoluzione favorevole».

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli operatori sanitari presenti al momento dell’arrivo del paziente tramite ambulanza, «sottovalutavano la sintomatologia loro riferita, omettendo di svolgere un accurata anamnesi e un esame obiettivo, rassicurando, anzi, in più occasioni la moglie del paziente», annota ancora l’accusa, riferendole da subito che «non fosse successo nulla e di attendere fuori». Sono numerose le accuse mosse dalla Procura nei confronti degli indagati: avrebbero permesso al paziente di uscire temporaneamente fuori dalla stanza e incontrare la moglie, quest’ultima rassicurata più volte circa le condizioni del marito. E poi – sempre secondo l’accusa – i medici non avrebbero presenziato alla fase iniziale di accesso al presidio e presa in carico del paziente, non si sarebbero interfacciati con lo stesso e la moglie «al fine di svolgere un’accurata anamnesi relativa alla sintomatologia iniziale e un completo esame obiettivo, implicante anche una valutazione delle mucose e delle condizioni delle vie aeree».

Il certificato falso

Inoltre, Fidel Perez Perez – pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzione – è accusato di aver redatto e sottoscritto documentazione medica falsa inserita all’interno della cartella clinica del paziente poi deceduto riportando la somministrazione di “Adrenalina” alle 17.59 del 26 giugno 2024 mentre già a partire dalle 17.34 il paziente risultava deceduto. E, infatti, non sarebbero stati rilevati — in sede di autopsia — segni compatibili con la somministrazione di adrenalina. (Gi.Cu.)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x