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L’intervista

Partite “truccate”, Borrelli: «Il sistema scoperto dal flusso di denaro e scommesse anomale» – VIDEO

Il procuratore di Reggio: «Coinvolti soggetti toscani ma non la criminalità organizzata»

Pubblicato il: 29/10/2025 – 12:32
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Partite “truccate”, Borrelli: «Il sistema scoperto dal flusso di denaro e scommesse anomale» – VIDEO

REGGIO CALABRIA «Abbiamo ritenuto di chiedere una misura cautelare per un presunto fenomeno di frodi sportive e non di illecito, perché dalle attività svolte non è emerso il diretto coinvolgimento di calciatori». Così il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Borrelli, a margine della conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’inchiesta “Penalty”.
«L’oggetto dell’indagine – ha spiegato il procuratore – è costituito da un’associazione promossa da un arbitro che aveva nel programma criminoso quello di alterare i risultati di alcune partite, in particolare dei settori giovanili, di Primavera, Under 19, ma che stava programmando di espandere i propri interessi anche sui campionati professionistici». «Nel proprio programma criminoso c’era l’alterazione dei risultati e delle partite allo scopo, evidentemente, di realizzare poi dei profitti con le scommesse sportive».
Secondo Borrelli, inoltre, allo stato delle indagini «abbiamo accertato un coinvolgimento di alcuni soggetti toscani che avrebbero fornito capitali e ricevuto anche i soldi delle puntate attraverso la creazione di fittizi conti di gioco. Insomma, sotto questo profilo non è stato evidenziato, allo stato delle indagini, un coinvolgimento di organizzazioni criminali più strutturate e, soprattutto, con proiezioni internazionali».
L’origine dell’inchiesta, invece, è da far risalire ad alcune segnalazioni delle di anomalie nel flusso delle scommesse, «perché in realtà, per esempio, sono state segnalate delle concentrazioni di puntate per singole partite, tra l’altro, con puntate dislocate in centri calabresi dove le partite non riguardavano, invece, strettamente realtà sportive locali. Quindi questo ha determinato una attenzione investigativa, abbiamo sviluppato accertamenti e svolto attività tecniche che hanno portato poi a questi risultati».

Merola: «Si puntava sul risultato falsato per riscuotere profitti»

 «Il business – ha detto il colonnello Antonio Merola – era sulle scommesse relative ad incontri che l’associazione, in qualche modo, secondo l’ipotesi accusatoria, riusciva a pilotare falsando il risultato. L’associazione puntava su quel risultato falsato per riscuotere profitti».

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