«Il commissariamento non è il vero problema che affligge la sanità calabrese»
Sinistra Italiana commenta criticamente le parole di Schillaci e di Occhiuto

CATANZARO «In occasione dell’iniziativa che il Presidente Occhiuto ha organizzato a Catanzaro con la presenza del Ministro della Salute Schillaci, abbiamo appreso che quest’ultimo ha dichiarato che “È stato avviato l’iter per l’uscita della Calabria dal commissariamento della sanità e, compatibilmente con i tempi tecnici, la procedura si concluderà, spero rapidamente”. Sembra una buona notizia per i malati calabresi, in realtà è il governatore-commissario Occhiuto che ne trarrà dei benefici e non i malati calabresi, in quanto il commissariamento non è il vero problema che affligge la sanità calabrese». Lo affermano Elisabetta Treccozzi e Giacinto Nanci della segreteria regionale di Sinistra Italiana. Come ribadito da Sinistra Italiana in altre circostanze, la priorità assoluta per i malati calabresi è il Piano di Rientro sanitario cui la Calabria è sottoposta e il conseguente ultraventennale sottofinanziamento, per il quale, né il commissario Occhiuto né il Ministro Schillaci hanno fatto cenno. È infatti il Piano di Rientro che ha determinato, per i malati calabresi, delle conseguenze drammatiche, come la chiusura di 18 ospedali, il blocco del turn over, l’aumento delle tasse e delle accise e la necessità di risparmiare sulla spesa sanitaria calabrese. «Prova di tutto ciò – proseguono Treccozzi e Nanci – sono i decreti prodotti del commissario alla sanità calabrese che vengono inoltrati per essere vidimati, in maniera prioritaria al Ministero dell’Economia che li deve stimare dal punto di vista della spesa (risparmio di spesa) e, successivamente, si inviano al Ministero della Salute per una valutazione dal punto di vista sanitario, senza riscontrare la reale ricaduta dei servizi forniti sul territorio. L’altro problema della sanità calabrese di cui la coppia Occhiuto-Schillaci non hanno parlato è il grave sottofinanziamento cui da oltre 20 anni è sottoposta la sanità calabrese visto che nei circa due milioni di calabresi è certificato che ci sono almeno trecentomila malati cronici in più che non in altri due milioni di altri italiani. In Calabria, quindi sarebbero dovuti arrivare fondi sanitari pro capite di molto superiori rispetto alle altre regioni italiane, purtroppo è stato sempre il contrario; questa situazione ha determinato ingiustamente, l’entrata nel Piano di Rientro, motivo per cui la nostra regione, pur spendendo di meno di altre, in quanto ha avuto meno fondi pro capite, è stata costretta a sforare la spesa sanitaria, operazione determinata soprattutto dell’aumento dei malati cronici. Il lungo periodo interessato dal Piano di Rientro (16 anni) e dal commissariamento (14 anni – ricordiamo a tutti che il commissariamento dovrebbe essere una istituzione provvisoria) non ha risolto i problemi dei malati calabresi, prova ne è il fatto che l’ultimo rilevamento della spesa dei calabresi per le cure fuori regione è aumentata fino alla stratosferica cifra di 308 milioni di euro. Allora a cosa serve la fine del commissariamento così pubblicizzato? Serve soltanto a far sì che tra un anno quando si dovranno tirare le somme dell’applicazione del PNNR (il cui documento è stato firmato il primo Marzo 2022 dal governatore – commissario Occhiuto) il non più commissario Occhiuto potrà non addebitarsi il totale fallimento, perché secondo le indicazioni pervenute Agenas c’è l’intenzione di trasmettere alle ASP calabresi, con la fine del commissariamento regionale, l’applicazione del PNNR e della medicina territoriale. Tra l’altro tutte e cinque le ASP calabresi sono anch’esse commissariate e il passaggio non sarà una cosa facile. Per questi motivi – aggiungono Treccozzi e Nanci – ci saremmo aspettati da Occhiuto e Schillaci, di ricevere garanzie per la chiusura del Piano di Rientro e l’impegno di definire per il giusto finanziamento delle sanità regionale, attraverso applicazione del comma 34 dell’art. 1 della legge 662 del 1996 che prevede il riparto dei fondi in base ai dati epidemiologici delle varie realtà territoriali. Sinistra Italiana esprime preoccupazione per lo stato della sanità calabrese che viene confermato dal rapporto Agenas, con il quale si attesta che delle 73 Case di Comunità solo due sono in funzione. Quanto rappresentato da Agenas ci consente di affermare che i calabresi hanno perso una occasione irripetibile in quanto l’apertura di Case e Ospedali di Comunità avrebbe implementato quella medicina di prossimità che considerata l’orografia del territorio calabrese, risultata indispensabile per garantire un diritto fondamentale come quello della salute».
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