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notte di terrore

Anziani sequestrati e picchiati selvaggiamente a Scalea: tre arresti

In tre avrebbero fatto irruzione in casa e aggredito la coppia per farsi consegnare denaro e oro. Dopo avrebbero immobilizzato il marito e violentano la donna

Pubblicato il: 04/11/2025 – 17:15
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Anziani sequestrati e picchiati selvaggiamente a Scalea: tre arresti

SCALEA Avrebbero fatto irruzione in casa, sequestrato e brutalmente malmenato una coppia di anziani, costringendoli a consegnare denaro e monili in oro. Poi, dopo aver legato e immobilizzato il marito, avrebbero violentato la donna. Con queste accuse sono stati arrestate arrestate ieri tre persone dai Carabinieri della Compagnia di Scalea, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Paola su richiesta della Procura. I tre soggetti, di nazionalità rumena, sono gravemente indiziati a vario titolo di rapina, violenza sessuale, lesioni personali gravi e sequestro di persona. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia dell’aggressione avvenuta nella notte del 21 maggio scorso in località Piano Grande di Scale, nell’abitazione della coppia di anziani, lei 72enne e lui 84enne.

L’aggressione e la violenza sessuale

Secondo l’analisi investigativa, quella notte, i tre soggetti si sarebbero introdotti nell’abitazione delle vittime attraverso un ingresso posto sul retro, dopo aver infranto il vetro dell’infisso e forzato la chiusura. Una volta all’interno, armati di un coltello e di una pistola, avrebbero minacciato e malmenato brutalmente gli anziani coniugi, costringendoli a consegnare denaro e monili in oro. Durante l’azione, l’uomo sarebbe stato immobilizzato, mentre l’anziana donna avrebbe subito violenza sessuale. Entrambe le vittime hanno riportato lesioni personali a seguito delle aggressioni. I primi accertamenti condotti nell’immediatezza dei fatti hanno consentito agli inquirenti di recuperare una consistente somma di denaro, pari a circa 45 mila euro in contanti, che la vittima custodiva nella propria camera da letto e che i malviventi non erano riusciti ad asportare durante l’azione delittuosa.

Usato un linguaggio criptico e il dialetto Romanés

Determinanti, per l’attività investigativa, si sono rivelate le testimonianze dirette delle vittime, l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e, soprattutto, le intercettazioni telefoniche e ambientali, unitamente all’analisi avanzata di un’ampia mole di tabulati telefonici, che hanno consentito ai Carabinieri di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre indagati. Durante le indagini, condotte con rapidità e scrupolo, i militari hanno dovuto anche affrontare oggettive difficoltà dovute all’uso, nelle conversazioni tra gli indagati, di un linguaggio criptico e di dialetto Romanés, superate grazie alla competenza e alla tenacia degli investigatori.

I fuggitivi catturati grazie a un drone

Ulteriori elementi probatori sono emersi dagli accertamenti tecnici eseguiti dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Messina, che hanno evidenziato compatibilità tra i profili genetici degli indagati e le tracce biologiche rinvenute sul luogo del delitto e sugli indumenti della vittima. In particolare, questi ultimi accertamenti sono stati condotti con tecniche innovative per addivenire all’ascendenza biogeografica dei responsabili. Particolarmente complesse sono risultate le operazioni di cattura dei malviventi, che in un primo momento si erano resi irreperibili. Dopo estenuanti e ininterrotte ricerche, decisivo si è rivelato l’impiego di avanzati sistemi di monitoraggio, tra cui un drone, grazie al quale è stato possibile individuare i fuggitivi e analizzare le loro possibili vie di fuga in fase di cattura. Durante la fase conclusiva dell’intervento, uno dei ricercati ha tentato di scappare attraverso i tetti ma dopo un breve inseguimento, è stato raggiunto e arrestato dai militari operanti. Il complesso quadro indiziario delineato dagli inquirenti ha consentito, dunque, di ricostruire con precisione il modus operandi del gruppo criminale, confermando la gravità dei fatti e la loro riferibilità ai tre soggetti tratti in arresto. Gli indagati, attualmente ristretti presso un Istituto di Pena, si trovano nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla normativa vigente, sono da ritenersi presunti innocenti fino a sentenza definitiva di condanna.

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