Melatonina, possibili rischi per il cuore
Analisi su oltre 130mila pazienti con insonnia mostra un aumento di rischio di insufficienza cardiaca e ricoveri ospedalieri

L’assunzione a lungo termine di melatonina potrebbe avere effetti negativi sulla salute cardiaca. È quanto emergerebbe da uno studio che sarà presentato alle Scientific Sessions 2025 dell’American Heart Association a New Orleans. L’analisi, condotta su oltre 130mila persone affette da insonnia, indica che l’uso prolungato di integratori a base di melatonina – comunemente impiegati per favorire il sonno – potrebbe essere associato ad un rischio maggiore di insufficienza cardiaca. I ricercatori precisano tuttavia che, trattandosi di uno studio osservazionale, non è possibile stabilire un rapporto di causa-effetto.
Lo studio nel dettaglio
La melatonina è un ormone naturalmente prodotto dall’organismo, fondamentale per regolare il ciclo sonno-veglia. Le versioni sintetiche, disponibili senza prescrizione in molti Paesi – Italia inclusa – sono ampiamente utilizzate per contrastare l’insonnia. Per valutare i possibili effetti sulla salute del cuore, i ricercatori hanno analizzato cinque anni di cartelle cliniche elettroniche di adulti con insonnia cronica, utilizzando il database internazionale TriNetX Global Research Network. Il gruppo di adulti è stato poi confrontato con pazienti insonni della stessa età presenti nello stesso database, ma che non avevano fatto uso di melatonina.
I risultati
Dall’analisi è emerso che, tra gli adulti con insonnia, chi aveva assunto melatonina per almeno 12 mesi mostrava una probabilità più elevata di sviluppare insufficienza cardiaca nel tempo rispetto a chi non ne faceva uso. Il rischio di ricevere una diagnosi di insufficienza cardiaca entro cinque anni è risultato del 4,6% tra gli utilizzatori di melatonina, contro il 2,7% tra i non utilizzatori. Inoltre, il gruppo che assumeva melatonina presentava una frequenza di ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca circa 3,5 volte superiore (19% contro 6,6%). Anche la mortalità per qualsiasi causa risultava più alta nel periodo di osservazione: 7,8% tra chi utilizzava melatonina, contro 4,3% nel gruppo di controllo.
Cautela nell’interpretazione
Gli studiosi invitano a leggere comunque questi risultati con prudenza: «Sebbene l’associazione riscontrata sollevi preoccupazioni sulla sicurezza di questo integratore così diffuso, il nostro lavoro non dimostra una relazione diretta di causa-effetto. Servono ulteriori ricerche per valutare con maggiore certezza la sicurezza della melatonina nei confronti del cuore». (redazione@corrierecal.it)
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