Il Museo del Rock? Un sogno che esiste già (da 14 anni) ed è sempre più grande
Il Mdr di Catanzaro non è solo uno straordinario contenitore di “pezzi” rigorosamente originali, ma è diventato un luogo-cult

LAMEZIA TERME Il professore Vito Teti, che è un intellettuale di primissimo ordine, ha espresso in una lettera aperta al presidente Occhiuto il “sogno della nascita di un museo del rock” nella nostra regione. Traendo spunto dalla vicenda di Cotronei, patria degli antenati di Steven Tyler, frontman degli Aerosmith, dove si sarebbe dovuta realizzare, nel palazzotto di famiglia, una sorta di casa del rock intitolata al musicista americano. Per questo progetto, mai andato in porto, la Regione ha sganciato qualcosa come un milione e trecentomila euro. Tyler, venuto a conoscenza dello spostamento della sede della struttura, ha diffidato il Comune calabrese ad utilizzare il suo nome. Un guazzabuglio che è sfociato anche in un’inchiesta giudiziaria. Legittimo che il professore Teti auspichi la nascita di una struttura culturale legata al nome di Steven Tyler, ma ho il dovere di ricordargli che il sogno di un museo del rock in Calabria esiste già, da quattordici anni, ed è un sogno sempre più grande. Che non gode neanche lontanamente di finanziamenti dell’entità di quello elargito al Comune di Cotronei, anche se la sua nascita è stata supportata dagli Enti pubblici (il Comune di Catanzaro ha sposato il progetto del fondatore Piergiorgio Caruso, mentre la Provincia ha concesso il palazzotto che l’ospita). Un progetto che si deve alla generosità, ma forse sarebbe meglio chiamarla incoscienza, di Piergiorgio che ha messo a disposizione della città che ama un patrimonio inestimabile, acquisito in Italia e all’estero nell’arco di cinquant’anni. Il Museo del rock di Catanzaro non è solo uno straordinario contenitore di centinaia di “pezzi” tutti rigorosamente originali, ma è diventato un luogo-cult dove grandi nomi internazionali si sono esibiti, recentemente le nipoti del grande Woody Guthtrie e ancor prima Scarlet Rivera, la violinista di Bob Dylan. Nei giorni scorsi, il mio amico Dario Salvatori vi ha presentato il suo ultimo libro su James Dean. Non molto tempo fa, Carlo Massarini e il “principe” Maurizio Vandelli hanno tenuto conversazioni molto partecipate. Artisti come Lino Vairetti degli Osanna e Gianni Dall’Aglio, mitico batterista di Battisti e Celentano, sono ormai parte integrante della famiglia. Registi e attori internazionali, come Oliver Stone, Richard Dreyfus e Matthew Modine si sono fermati incantati davanti ai “reperti” custoditi nel museo. Il MDR ha attirato l’attenzione dei media nazionali, la Rai, Radio Capital, il Venerdì di Repubblica. E poi ci sono i visitatori. Senza lo straccio di un euro, senza un sito internet dedicato, senza un catalogo, in quattordici anni sono state più di ventimila le persone – spesso turisti stranieri in vacanza nella nostra regione – a visitare le sale distribuite sui due piani del palazzotto di via Turco e ancor prima all’ex Stac di piazza Matteotti, prima sede. Tra le centinaia di pezzi esposti, ripeto tutti originali, spiccano alcune curiosità davvero notevoli, rarità praticante introvabili o quasi, anche in altre collezioni italiane, europee e americane. Ne cito solo alcune: l’album disegnato da Mario Schifani per il Piper; il manifesto del primo concerto tenuto dai Pink Floyd in Italia proprio al Piper, nell’aprile del 1968; cimeli di Woodstock; il rarissimo “Banana Album” disegnato da Andy Wharol per i Velvet Underground; la round cover di The man who sold the world di David Bowie; l’irriverente manifesto dei Sex Pistols con l’immagine della regina Elisabetta bendata. Ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito. E allora, se il sogno esiste già, perché non unire le forze ? Perché non convincere Steven Tyler a donare i suoi cimeli al Museo del rock di Catanzaro? Che avrebbe anche bisogno di un sostegno finanziario importante perché i due piani di via Turco, sia pure grandi, non permettono di esporre altre decine, forse centinaia di pezzi che Piergiorgio custodisce a casa e di accettare le donazioni che molti artisti italiani e stranieri vorrebbero fare. E anche la sala concerti si sta rivelando sempre più insufficiente a contenere tutti gli appassionati. Che senso avrebbero due musei del rock nella lontana e periferica Calabria ? Ne basta e avanza uno, che è già unico in Italia.
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