I picchi delle giocate “a dente di squalo”, svelato il sistema delle slot taroccate in provincia di Cosenza
Un telecomando consentiva lo switch nel circuito legale in caso di controlli. Scoperti 144 apparecchi con schede clonate o doppiate

COSENZA L’alterazione delle slot avrebbe determinato la sottrazione dell’importo giocato e anche del prelievo unico erariale che il gestore della società con sede a Luzzi, oggi indagato, doveva versare all’Erario. È questa l’accusa mossa nei confronti di un imprenditore cosentino, finito al centro di una indagine coordinata dalla procura di Cosenza, guidata da Vincenzo Capomolla.
All’interno degli apparecchi – intercettati in tutta la provincia bruzia – le schede venivano clonate e la contabilizzazione delle giocate impediva la registrazione alla rete unica nazionale. Sono stati sequestrati 144 apparecchi elettronici e nel giorno della robusta attività, conclusa a maggio 2025, si è giunti al sequestro di 81mila euro. Coinvolti 250 uomini e donne di forze dell’ordine e operatori dell’agenzia delle dogane.
L’indagine
I dettagli dell’indagine, avviata nel 2022 e proseguita fino al 2025, sono stati comunicati questa mattina nel corso di una conferenza stampa ospitata nella procura di Cosenza, alla presenza del procuratore Capomolla. Che ha posto l’accento sulla mole dei danari spesi nel gioco, «si parla di oltre un miliardo di euro – solo in Calabria – destinato alle giocate lecite», senza contare ovviamente quelle illecite come documentato dall’odierna operazione.
Sul modus operandi ha riferito Luca Turchi della Direzione Giochi e Ufficio controlli della Adm. In caso di controlli, «veniva azionato un telecomando che consentiva di registrare la giocata in una slot ufficiale». L’operazione di switch consentiva, di fatto, di eludere l’attività svolta dalle forze dell’ordine e degli operatori dell’Agenzia delle dogane. «Cerchiamo di dare un esito operativo ai princìpi che governano il mondo dei giochi. C’è una specifica attenzione attraverso l’aumento dei controlli, in questo contesto non va dimenticato l’aspetto economico relativo agli operatori, quello delle slot è un settore costantemente monitorato», sostiene Turchi. L’agenzia delle dogane e dei monopoli dal primo novembre «si è dotata di una nuova organizzazione, e anche in questa fase siamo attenti alle attività di controllo. Molto apparecchi avevano un andamento di raccolta con dei picchi di giocate dette “a dente di squalo” che hanno insospettito gli investigatori: il meccanismo è ipotizzabile che non consentisse il pieno rispetto della restituzione di tutta la somma oggetto della vincita».
Il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, il colonnello Andrea Mommo, ha posto l’accento sulla imponente attività che ha portato al «sequestro di diversi apparati e schede sim contraffatte e altre doppiate, questo ha consentito un approfondimento di una normativa particolare». Le attività di sequestro hanno riguardato una cifra notevole, pari a circa 12 milioni di euro. (f.benincasa@corrierecal.it)
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