«Una doccia fredda per i Comuni»: l’allarme di Anci Calabria sulla manovra
Mariateresa Fragomeni critica la riduzione di oltre 2 miliardi entro il 2029: «Se mancano i fondi, si incrina la cittadinanza. Servono risorse stabili e maggiore autonomia»

CATANZARO «La manovra economica del Governo è una doccia fredda per i Comuni italiani. Come rilevato dai principali e più autorevoli osservatori della finanza pubblica, la riduzione della spesa corrente, oltre 2 miliardi di euro fino al 2029, mette a rischio i servizi essenziali: scuole, ambiente, manutenzione, assistenza. Nel 2026 mancheranno già 460 milioni: dietro quei numeri ci sono sindaci che non riescono più a garantire ciò che è dovuto ai cittadini». Lo afferma in una nota la vicepresidente di Anci Calabria Mariateresa Fragomeni. «I Comuni – prosegue – non sono un costo: sono la prima linea dello Stato, l’anello più vicino ai bisogni delle persone. Quando mancano fondi per la raccolta rifiuti, per il verde urbano o per sostenere le famiglie fragili, non è solo un problema di bilancio, è una frattura di cittadinanza. Il Mezzogiorno, e la Calabria in particolare, pagano il prezzo più alto. Con minori entrate e maggiori bisogni sociali, i nostri Comuni rischiano la paralisi proprio mentre dovrebbero guidare la transizione ecologica e la coesione territoriale. Questa manovra è miope e centralista: ignora i territori, indebolisce gli enti locali e svuota la democrazia di prossimità». «Nella mia qualità di vice presidente Anci Calabria – conclude Fragomeni – mi attiverò presso tutti i livelli istituzionali al fine di tutelare i comuni calabresi per ottenere più risorse stabili, vera perequazione territoriale e libertà di spesa per garantire diritti e sostenibilità ambientale. I sindaci non si arrendono, ma chiedono rispetto. Senza Comuni forti e giusti, l’Italia si ferma».
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