Catanzaro, l’orizzonte (lontano e vicino…) delle Comunali. Ecco cosa si muove (anche nel “mondo di mezzo”)
Il quadro dopo le Regionali. Le diverse posizioni nel centrodestra rendono difficile la spallata anticipata a Fiorita. Lunedì un Consiglio comunale che può dire qualcosa

CATANZARO Il ritorno alla fruibilità dell’”Aula Rossa” – la storica sala del Consiglio comunale, riaperta dopo lunghi anni di cantiere – forse potrebbe rappresentare uno spartiacque per la politica di Catanzaro. Dopo le elezioni regionali che anche in città hanno sancito una netta vittoria del centrodestra, non accreditato di così tanti favori alla vigilia, nel capoluogo si è aperta una fase di riflessioni e ragionamenti, ovviamente ancora sottotraccia, e di movimenti e posizionamenti. Perché l’orizzonte delle Comunali è al tempo stesso lontano e vicino. Secondo la tempistica per così dire naturale, la consiliatura oggi a guida centrosinistra con l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Fiorita terminerà nel giugno 2027, ma da tempo in città ci si interroga se ci saranno le condizioni per un ritorno anticipato alle urne, considerando il “peccato originale” di questa esperienza, nata nel segno dell’”anatra zoppa” (Fiorita sindaco ma la maggioranza consiliare non è di centrosinistra). L’esito delle Regionali sotto questo aspetto non è stato univoco, anche se l’impressione complessiva degli analisti è che, salvo un precipitare degli eventi (quali che essi siano), alla fine questa consiliatura dovrebbe trascinarsi fino alla scadenza naturale (e per gli analisti la parola giusta è proprio “trascinarsi”, nel senso di una consiliatura che non passerà certo alla storia, tutt’altro, non avendo finora del tutto arrestato quel declino che Catanzaro ha imboccato da buoni dieci anni almeno).
I movimenti nel centrodestra
Gli occhi sono tutti puntati sui big del centrodestra e soprattutto su Filippo Mancuso, commissario della Lega e oggi vicepresidente della Giunta regionale, “uomo forte” (anzi fortissimo) sul piano elettorale a Catanzaro e molto quotato come “papabile” candidato sindaco del centrodestra (nel contesto di una distribuzione – ovviamente ancora ufficiosa – delle grandi città con gli alleati, con Catanzaro “quotata” alla Lega). Nei corridoi della politica catanzarese in tanti descrivono un Mancuso intenzionato, al momento opportuno, a dare la spallata alla gracile maggioranza Fiorita, ma il fatto è che su questa intenzione per ora non sembra attestato il resto della coalizione: Forza Italia, rappresentata dal neo eletto consigliere regionale Marco Polimeni, “frena” e in modo anche vistoso, Fratelli d’Italia, che ha nel sottosegretario all’Interno Wanda Ferro la sua “portabandiera”, non ha ancora numeri così imponenti da dettare la linea del centrodestra, e del resto anche Mancuso al momento non ha questa forza numerica in aula. Poi, sulle sorti politiche di Catanzaro resta decisivo il ruolo di quel “mondo di mezzo” – il “pattuglione” di consiglieri comunali eletti in coalizioni diverse da quelle di Fiorita ma oggi sostenitori del sindaco – che è un partito “di fatto” che incide parecchio sulle dinamiche comunali Inoltre, sulla scena continuano a muoversi big come Mimmo Tallini, la cui abilità nell’agitare il centrodestra è quasi leggendaria. In più, molti analisti segnalano anche un altro dato, e cioè un certo “feeling” tra il presidente della Regione Roberto Occhiuto, che del centrodestra calabrese è il leader, e Fiorita, “feeling” che si sarebbe manifestato con la designazione del sindaco alla guida di Arrical e con altri progetti in cantiere come il probabilissimo prossimo Capodanno Rai a Catanzaro (si attende solo l’annuncio ufficiale). Poi, ovviamente, le cose possono cambiare in ogni momento. Ma per ora le “bocce” sembrano ferme (ma non troppo…).

Il fronte del centrosinistra
Di converso, sul fronte del centrosinistra le Regionali non sono state un disastro ma ovviamente hanno registrato comunque una sconfitta: il fronte progressista si è difeso con quello che aveva e per quello che poteva, grazie anche all’exploit della lista dei Democrati Progressisti, non crollando ma nemmeno dando l’impressione di poter scalfire lo strapotere del centrodestra nonostante le premesse complicate per Occhiuto e i suoi. E il campo “largo” resta sempre un campo agitato e complessivamente debole. Secondo alcune fonti aree della coalizione ma non solo sotto sotto spingerebbero per un (ennesimo) ritocco della Giunta, ma Fiorita non sembra assolutamente disposto a dare seguito a queste velleità. Il problema sarà soprattutto in prospettiva, nel senso della costruzione di una candidatura a sindaco che sia quantomeno competitiva anche se verosimilmente sarà destinata al sacrificio. Oltre a Fiorita le figure non mancano, dalle “sorprese” positive delle Regionali Gianmichele Bosco e Francesco Pitaro (protagonisti di ottime performance elettorali, anche se non sufficienti per l’ingresso a Palazzo Campanella) alla democrat Giusy Iemma. Ma per il centrosinistra l’incognita resta sempre e perennemente il presente, nel senso che, a parte le titubanze del centrodestra, in realtà il rischio di non reggere alla guida del Comune aleggia sempre, mentre all’orizzonte si stagliano alcuni dossier delicatissimi (il cambio della viabilità in centro, la “partita” del nuovo ospedale giusto per citarne alcuni) sui quali si misurerà la capacità dell’amministrazione Fiorita di produrre quello scatto in avanti e quello scatto di reni che davvero possa rappresentare una rottura con il passato. Intanto, lunedì c’è in programma un Consiglio comunale che sembra, sulla carta, di routine ma che potrebbe risentire degli effetti delle Regionali (è il primo dopo il voto), soprattutto in quel “mondo di mezzo” che già pensa a come posizionarsi in vista del 2027 (o prima del 2027…). E “sottotraccia” si percepiscono movimenti “terzopolisti” che potrebbero ben presto saldarsi come spesso è capitato a Catanzaro, la città in cui il trasversalismo spesso è il vero e unico partito. (a. c.)
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