L’appello di Papa Leone: lavoro stabile e dignitoso per giovani
Oggi il Giubileo. Circa 10mila pellegrini in rappresentanza di numerose sigle

CITTA’ DEL VATICANO “Il lavoro deve essere una fonte di speranza e di vita, che permetta di esprimere la creatività dell’individuo e la sua capacità di fare del bene. Pertanto, auspico un impegno collettivo, da parte delle istituzioni e della società civile, per creare valide opportunità occupazionali che offrano stabilità e dignità, assicurando soprattutto ai giovani di realizzare i propri sogni e contribuire al bene comune”. E’ l’appello che papa Leone ha levato oggi da piazza San Pietro nel giorno del Giubileo del Lavoro. Nel pomeriggio, riservatamente, Leone ha incontrato poi per tre ore 15 persone provenienti dal Belgio, vittime di abuso quando erano minori, da parte di membri del clero, in un clima, secondo quanto riferito dalla sala stampa vaticana, “di vicinanza con le vittime, di ascolto e dialogo, profondo e doloroso”. Per quanto riguarda il Giubileo del Lavoro, l’evento si sarebbe dovuto svolgere lo scorso 1- 4 maggio, ma fu annullato a causa della morte di papa Francesco. Le richieste per rimetterlo nel calendario sono state però tantissime e si è arrivati così ad oggi, quando circa 10mila pellegrini in rappresentanza di numerose sigle di associazioni e federazioni del lavoro, dopo l’udienza giubilare hanno varcato la Porta Santa. Tra le delegazioni presenti, la Cisl, la Uil, Confintesa, Ugl, Confprofessioni, Confsal, Mcl, Unionquadri, Croce Rossa Italiana, Copagri, Dirstat, Ismea, Fondazione Bruno Buozzi, Lega Nazionale Cooperative, ma a piazza San Pietro c’era anche il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in questi giorni investito da una bufera per aver alzato il suo compenso, scelta su cui poi ha fatto marcia indietro. Significativa anche la presenza di una rappresentanza dell’Adlv, l’associazione dei dipendenti laici vaticani nel giorno in cui, tra l’altro, si è appreso che sono stati riassunti in Vaticano i coniugi che erano stati licenziati dallo Ior in ossequio a una rigida normativa anti-corruzione che limita le assunzioni dei parenti stretti. La vicenda aveva originato un processo presso il tribunale vaticano. Ora i due neo sposi sono stati riassunti anche se non più allo Ior, ma al Governatorato con diversi impieghi. “Abbiamo ritenuto importante essere al Giubileo del mondo del lavoro oggi come rappresentanti dell’Adlv benché abbiamo già partecipato al giubileo della Santa Sede”, ha fatto poi sapere in serata l’Associazione, “perché abbiamo tante caratteristiche e problematiche comuni con le altre realtà presenti a San Pietro: i rapporti dirigenza /dipendenti, la necessità di maggior dialogo, i salari adeguati al costo della vita.. Ma nello stesso tempo ci sentiamo una comunità di lavoro speciale, perché legati al Santo Padre e alla sua missione e operativi proprio all’interno del Vaticano”. Il pontefice nell’udienza ha indicato in San Giovanni Paolo II che fu egli stesso un operaio, nella sua enciclica Laborem exercens e nel beato Jerzy Popieluszko che si unì al sindacato di Solidarnosc, importanti riferimenti cristiani del lavoro. “Ritornate a queste fonti – ha incoraggiato papa Prevost – per affrontare le ‘cose nuove’, sollecitando la visione cristiana del lavoro umano”. (Ansa)
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