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“Qualcosa bolle in pentola”

“Golpe” Borghese a Reggio: tra un piatto e un post, la campagna elettorale è servita

Un’insurrezione del gusto contro la solita minestra riscaldata della politica

Pubblicato il: 10/11/2025 – 11:50
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“Golpe” Borghese a Reggio: tra un piatto e un post, la campagna elettorale è servita

A Reggio Calabria non si sa se siamo in clima da Quattro Ristoranti o da quattro candidati.
Lo chef Alessandro Borghese è sbarcato in riva allo Stretto per registrare la sua celebre sfida ai fornelli, ma a quanto pare – tra un giudizio e un “ribalta tutto!” – ha risvegliato appetiti che con la cucina c’entrano fino a un certo punto. Il primo a impiattare l’arrivo del cuoco più pettinato della TV è stato Giuseppe Falcomatà, sindaco uscente e in scadenza. Sorrisi, ringraziamenti a Sky e battute sull’età: “A lui si è imbiancato il pizzetto, a me i capelli”. Poi la stoccata finale, con tanto di finta investitura: “Abbiamo ufficializzato la candidatura di Borghese a sindaco, perché è l’unico che può confermare o ribaltare completamente la situazione.” Una battuta, certo. Ma in politica, si sa, le battute spesso rivelano più dei programmi.
E infatti, neanche il tempo di sparecchiare i like che Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia e condottiero del centrodestra reggino, ha servito la sua portata: “Sono felice che il mio amico Alessandro abbia finalmente scoperto Reggio Calabria… Chissà che questo amore a prima vista non possa essere foriero d’altro.” “Foriero d’altro”, scrive. Traduzione simultanea: “Qualcosa bolle in pentola”.
Da un lato, dunque, Falcomatà che si gioca la carta del sorriso da vecchio oste di Palazzo San Giorgio. Dall’altro, Cannizzaro che apparecchia il tavolo del rinnovamento con tovaglia azzurra e un pizzico di suspense elettorale. In mezzo, Borghese che forse pensava di giudicare solo ristoranti e invece si è ritrovato a fare da commis d’onore in una sfida politica già pronta per essere impiattata.
Un “golpe Borghese” in città: un’insurrezione del gusto contro la solita minestra riscaldata della politica. Tra chi promette sviluppo “a fuoco lento” e chi vuole “condire la città di futuro”, speriamo che alla fine i cittadini restino con il conto da pagare… e la forchetta in mano. Nel frattempo, lo chef se la ride. Lui, almeno, il suo verdetto lo dà in mezz’ora di puntata. Per quello degli elettori, invece, ci toccherà aspettare la prossima stagione. Sempre che, come direbbe Borghese, qualcuno non “ribalti completamente la situazione”. (l.s.)

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