Sicilia, i due assessori Dc fatti fuori da Schifani
Dopo l’inchiesta su Cuffaro messi alla porta Nuccia Albano e Andrea Messina

Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha revocato le deleghe ai due assessori della Dc, Nuccia Albano e Andrea Messina. La decisione è legata al contenuto di alcune intercettazioni e all’inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui Totò Cuffaro, che si è dimesso da segretario della Dc, e Carmelo Pace, capogruppo dello scudocrociato all’Assemblea siciliana.
“Alla luce del quadro delle indagini che sta emergendo, riguardanti l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ritengo doveroso riaffermare la necessità che il governo regionale operi nel segno della massima trasparenza, del rigore e della correttezza istituzionale, principi che rappresentano il fondamento stesso della buona amministrazione”, dice Schifani in una nota. “In questa prospettiva, e fino a quando il quadro giudiziario non sarà pienamente chiarito, ritengo non sussistano le condizioni affinché gli assessori regionali espressione della Nuova Democrazia Cristiana possano continuare a svolgere il proprio incarico all’interno della giunta regionale. La nostra vuole essere una decisione improntata al senso di responsabilità, alla tutela della credibilità dell’istituzione e al rispetto dei siciliani, che confidano in un’amministrazione trasparente e coerente con i valori di correttezza e rigore che devono sempre ispirare l’azione pubblica”. Per il governatore “questi valori costituiscono il cardine etico e politico su cui si regge il fondamento della mia azione politica per rappresentare l’interesse collettivo con autorevolezza e trasparenza”. “Non si tratta – aggiunge Schifani – di una decisione di parte, né di un giudizio sulle persone, alle quali va il mio personale ringraziamento per l’impegno, la dedizione e il contributo offerto finora, ma di un atto di responsabilità politica e morale. In momenti come questo, chi ha l’onore e la responsabilità di rappresentare i cittadini deve saper anteporre il bene collettivo e la credibilità delle istituzioni a ogni altra considerazione”. “Ringrazio i parlamentari della Nuova Democrazia Cristiana per la loro consolidata lealtà politica e parlamentare – conclude – ed auspico che essi continuino a sostenere i provvedimenti dell’esecutivo regionale, nell’interesse superiore della Sicilia e dei cittadini che rappresentiamo, nella convinzione che la responsabilità e la coesione istituzionale debbano prevalere su ogni altra considerazione. Solo così sarà possibile proseguire nel lavoro di governo con la necessaria serenità, chiarezza e coerenza rispetto ai valori di legalità e buon governo che tutti siamo chiamati a difendere”. Le funzioni degli assessorati della Famiglia e della Funzione pubblica sono state assunte ad interim direttamente dal presidente Schifani.
Le opposizioni: solo operazione maquillage
“Non può bastare una operazione di maquillage se il sistema di potere resta identico. Rimuovere dirigenti e assessori che si sono rivelati politicamente poco più che prestanome è l’ennesimo tentativo di Schifani di non assumersi mai fino in fondo le proprie responsabilità”. Lo dicono in una nota congiunta Pd, M5S Avs e Controcorrente. “È lui il capo del governo regionale che ha proceduto ad una vergognosa spartizione dei manager della sanità. È sotto i suoi occhi che gli assessorati si sono trasformati in centrali per favoritismi indecenti e i concorsi sono stati decisi a tavolino”, spiegano. “Per questo deve andare a casa e liberare la Sicilia dalla cappa di inchieste, scandali e ruberie in cui la sua giunta l’ha fatta precipitare. È la sola possibilità per salvare questa Regione e darle un futuro. – concludono – Per questo, ancora con più convinzione, saremo in piazza domani alle 15 sotto la presidenza della Regione in piazza Indipendenza, a Palermo per chiedere a gran voce che Schifani e il suo governo vadano a casa subito”. (ANSA)