Dentro la crisi reggina: Falcomatà apre alla ex forzista, il Pd lo scarica
La scelta del sindaco destabilizza l’intera coalizione. Lunedì il Consiglio avvierà la procedura di decadenza. Il rischio di non avere più la maggioranza è concreto

REGGIO CALABRIA La decisione di Giuseppe Falcomatà di includere in giunta Mary Caracciolo, ex capogruppo di Forza Italia e per anni voce tra le più dure dell’opposizione, è diventata in poche ore il detonatore di una crisi politica già apertamente in corso da giorni. Prima ancora della firma ufficiale della nomina – rinviata per la momentanea assenza da Reggio sia del sindaco, impegnato a Bologna, sia della stessa Caracciolo che rientrerà solo in serata in città – la mossa ha scatenato reazioni furibonde dentro il Partito democratico cittadino, già provato dalle epurazioni recenti di due assessori dem: Anna Briante e Paolo Malara. La presenza dell’ex forzista rappresenta una deviazione netta dalla linea tradizionale del centrosinistra reggino. E pesa ancor di più se si rileggono le parole pronunciate dalla stessa Caracciolo solo tre anni fa, quando denunciava sui social «i danni» prodotti dall’amministrazione Falcomatà e ribadiva il proprio impegno “«sempre dalla stessa parte: con Forza Italia, nel centrodestra unito».
La nomina di Mary Caracciolo
Oggi, quel giudizio si dissolve dentro un racconto diverso, che Caracciolo giustifica parlando con il Corriere della Calabria con un rapporto con il sindaco maturato negli anni su progetti per la città, al di là delle appartenenze: «Io non ho tessera né del Pd né di Forza Italia. L’avvicinamento nasce dal confronto con Falcomatà e dal desiderio di dare un contributo», spiega, ammettendo che la sua militanza nell’opposizione aveva già perso slancio dopo l’uscita dal Consiglio comunale. Quanto alle deleghe che potrebbe ricevere, si parla di cultura e turismo, anche se qualcuno la immagina impegnata nel sociale, un ambito in cui è sempre apparsa particolarmente sensibile. Lei non si sbilancia, ma offre una panoramica del proprio profilo: «Il mio percorso professionale è molto variegato. Sono avvocato in diritto tributario, consulente fiscale, ho sempre dedicato tanto tempo allo studio. Ma ho coltivato anche l’interesse per la cultura e per i più deboli: è qualcosa che viene dalla mia formazione salesiana. Mi appartiene anche il mondo sportivo. Se devo dire da cosa mi sento più lontana, forse dai lavori pubblici. Per il resto, credo di avere competenze trasversali».
«Non ho tessera né di Forza Italia né del Pd»
Resta una domanda inevitabile: perché l’allontanamento da Forza Italia? Caracciolo ci pensa qualche secondo, poi risponde con nettezza: «Dopo aver concluso quel percorso, mi sono dedicata tanto alla mia professione. Poi sono stata contattata da Giuseppe Falcomatà e c’è stato un avvicinamento dal punto di vista politico. È la verità: non ho tessera né di Forza Italia né del PD. L’avvicinamento è nato dalle tematiche relative alla città. E ovviamente, quando il sindaco ti chiama, il confronto nasce naturalmente». Ma per il Pd reggino, ancora sotto shock per le decisioni unilaterali del sindaco, questa nomina è percepita come una rottura, l’ennesima prova che Falcomatà sta costruendo una “giunta del sindaco”, tecnica, sganciata dal partito e orientata più alla sopravvivenza politica che all’equilibrio di maggioranza. Proprio su questo interviene il segretario provinciale della Federazione metropolitana del Pd, Peppe Panetta, che annuncia lo slittamento dell’interpartitica convocata inizialmente per oggi.
Panetta: «Vuole fare una giunta del sindaco»
L’incontro si terrà in settimana, ma la sostanza, precisa al Corriere della Calabria, è un’altra: «Era un appuntamento già programmato per ragionare sulle prossime amministrative, non una riunione nata per le vicende di queste ore. Certo che ne discuteremo. Falcomatà richiama il Tuel, può farlo, ma significa che vuole fare una giunta del sindaco, tecnica e non politica». Panetta non nasconde le incognite che pesano sulle prossime ore: il Consiglio comunale di lunedì, con il primo punto all’ordine del giorno – la procedura per la decadenza del sindaco dopo l’elezione in Regione – potrebbe trasformarsi in un passaggio decisivo. «Bisogna vedere cosa vorranno fare i consiglieri e i loro gruppi», avverte. Un messaggio che, in filigrana, lascia intravedere la possibilità che la maggioranza possa venire meno. In un quadro così volatile, anche la Commissione di Garanzia del Pd potrebbe essere chiamata a intervenire: «Siamo in una fase precedente – osserva Panetta – ma è evidente che tutto pesa, soprattutto in vista del Consiglio di lunedì».
Un nuovo corso
Intanto il clima politico è incandescente. Falcomatà, pur prossimo alla decadenza formale, continua a esercitare il proprio peso, ridisegnando una maggioranza che include nuovi fedelissimi e figure lontane dal Pd, come appunto Mary Caracciolo. Il suo ingresso in giunta, simbolicamente dirompente, diventa l’emblema di un nuovo corso che mescola passato e presente politico, ridisegnando i confini del centrosinistra reggino. Una scelta che arriva però nella settimana più delicata: quella in cui il Consiglio sancirà l’avvio della procedura di decadenza, e nella quale il Pd attende le indicazioni del livello nazionale. Roma, infatti, è chiamata a sciogliere il nodo politico: permettere a Falcomatà di procedere con la sua strategia autonoma, oppure riportare il partito nei ranghi, ristabilendo ruoli e perimetri. Una decisione che avrà conseguenze immediate in Consiglio e nel futuro equilibro della città. Nel frattempo, Reggio resta sospesa in un clima di incertezza. Tutto può accadere. Compreso che la maggioranza, lunedì, non ci sia più. Falcomatà lo sa, il Pd anche. Ed è in questa tensione che si colloca l’interpartitica, rinviata ma inevitabile, chiamata a decidere quale strada imboccare davanti alla più atipica – e politicamente esplosiva – giunta del sindaco dell’ultimo decennio. (redazione@corrierecal.it)
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