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Cosenza calcio, Gualtieri a tifosi e stampa: «Ricuciamo lo strappo, Guarascio non cederà i migliori»

L’incontro con i giornalisti in polemica con il club. «Siamo aperti al dialogo con chi vuole costruire. Chi vuole distruggere si assumerà le sue responsabilità con sé stesso»

Pubblicato il: 18/11/2025 – 16:54
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Cosenza calcio, Gualtieri a tifosi e stampa: «Ricuciamo lo strappo, Guarascio non cederà i migliori»

COSENZA Nel calcio, come nella vita, il confine tra resa (a parole) e rilancio è spesso un battito di ciglia.
Qualche mese fa il presidente Eugenio Guarascio parlava di una cessione «a brevissimo» del Cosenza, mentre intorno a lui la piazza rossoblù ribolliva di contestazioni e il sindaco Franz Caruso certificava una «rottura insanabile» tra città e club. Oggi, invece, il Cosenza, abbandonato da quello che dovrebbe essere il suo popolo, prova a rimettere insieme i pezzi di un rapporto logoro, e lo fa ancora una volta attraverso il suo direttore generale, Salvatore Gualtieri.
Un uomo arrivato in riva al Crati per occuparsi di identità, con il progetto “Cosenza Identity” – (in un luogo in cui proprio questo fattore è venuto meno da tempo), presentato con il piglio di chi vuole cambiare passo e finito presto nel mezzo di una guerra di trincea.
L’occasione oggi è stato l’incontro – informale – tra i giornalisti cosentini e il dg. Una conversazione più che una conferenza, voluta dal “Club Cronisti Antonino Catera” dopo settimane di conferenze stampa praticamente deserte. Un momento informale per provare a chiarire quegli aspetti che negli ultimi mesi hanno alimentato una forte contrapposizione tra una parte significativa dell’informazione locale – riunitasi appunto nel “Club Cronisti Antonino Catera” – e la società silana.
Nel dialogo con i cronisti presenti, Gualtieri non ha eluso le difficoltà trovate al suo arrivo. Ha riconosciuto apertamente le criticità interne ed esterne, chiarendo che il suo obiettivo resta quello di ricucire, col tempo, i rapporti con tutte le componenti della piazza: tifoseria, amministrazione comunale, sponsor (sarebbero 25 quelli che hanno chiuso l’accordo con la proprietà) e stampa. Una missione che, alla luce degli ultimi anni, non appare semplice (se non impossibile), come alcuni giornalisti hanno fatto notare: i precedenti, con questa proprietà, rendono arduo immaginare un riavvicinamento.

La cessione del club e il calciomercato

Interrogato sulla cessione del club, ormai diventato un tormentone surreale e comico, Gualtieri ha spiegato che il diritto del presidente è quello di vendere a chi ritiene adeguato, paragonando il caso alla vicenda legata a Urbano Cairo e al Torino: più volte intenzionato a cedere, senza però trovare l’acquirente in grado di soddisfare le sue richieste.
Sul fronte mercato – tema sensibile in città – dove serpeggia il timore di veder partire i migliori durante la sessione di gennaio, il dg ha assicurato che Guarascio non ha alcuna intenzione di smantellare la squadra. Anzi, l’idea sarebbe quella di rinforzarla.
A Gualtieri è stato chiesto anche come sia possibile che dopo 14 anni senza investimenti significativi e reale avvicinamento alla tifoseria, oggi Guarascio sia intenzionato a puntare con decisione sul progetto “Cosenza Identity”: nuovo brand, internazionalizzazione, scuole calcio, rapporti con le istituzioni e molto altro. La risposta del direttore generale è stata netta: lui deve avere fiducia e attenersi a ciò che il presidente vuole fare oggi, senza guardare al passato.
L’obiettivo dichiarato da Gualtieri resta quello di ricucire lo strappo con la città in tutte le sue componenti, nella speranza di riportare pubblico allo stadio. Perché, nonostante gli ottimi risultati della squadra, il “San Vito-Marulla” è desolatamente vuoto dall’inizio della stagione: un dato che parla da sé e che racconta un malessere profondo, difficilmente ribaltabile con un colpo di spugna.
A fine incontro, lasciando la sala stampa dello stadio, il dg ha rilasciato una dichiarazione a Ten ribadendo la necessità di smorzare i conflitti per il bene della squadra: «Noi siamo aperti al dialogo – ha detto –. Chi vuole costruire troverà sempre da parte nostra un’apertura totale. Chi vuole distruggere si assumerà le sue responsabilità con sé stesso, chiaramente». (f.v.)

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