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L’esito del processo

‘Ndrangheta, estorsioni aggravate dal metodo mafioso per agevolare i Giampà: tutti assolti – NOMI

Crolla in primo grado l’impianto accusatorio della Dda, nonostante le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

Pubblicato il: 18/11/2025 – 16:14
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‘Ndrangheta, estorsioni aggravate dal metodo mafioso per agevolare i Giampà: tutti assolti – NOMI

LAMEZIA TERME Tutti assolti perché «il fatto non sussiste». È questo l’esito del processo per gli imputati accusati di estorsione pluriaggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la cosca mafiosa Giampà di Lamezia Terme. In primo grado, il Tribunale Collegiale di Lamezia Terme (Angelina Silvestri Presidente, a latere Rosario Aracri e Sabrina Marasco) sono stati assolti: Giuseppe Notarianni e Carmen Bonafè (difesi dall’avvocato Aldo Ferraro), Aldo Notarianni e Giuseppina Giampà (difesi dagli avvocati Viscomi e Trasimeno), Pasqualina Bonaddio (difesa dall’avvocato Francesco Gambardella) e Rosa Giampà (difesa dall’avvocato Antonio Larussa).

Crolla l’impianto accusatorio

Il pm della Distrettuale antimafia di Catanzaro, invece, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati a 9 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno, ritenendoli tutti colpevoli del reato loro contestato, evidenziando soprattutto le convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Nell’udienza di oggi sono poi intervenuti i difensori degli imputati, con l’avvocato Aldo Ferraro per Giuseppe Notarianni e Carmen Bonafè, che ha posto in evidenza l’insussistenza del fatto contestato avuto riguardo alle stesse dichiarazioni rese nel processo dalla persona offesa, che descrivevano un fatto diverso rispetto al reato come contestato agli imputati, per nulla riscontrato dalle generiche dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che nulla hanno riferito sul fatto oggi in contestazione. È poi intervenuto l’avvocato Larussa per Giampà Rosa. Quest’ultimo ha evidenziato l’inverosimiglianza delle dichiarazioni della denunciante e la genericità dell’imputazione. (Gi.Cu.)

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