Mobilità sanitaria, c’è la firma sull’accordo tra Calabria ed Emilia-Romagna – IL DOCUMENTO
Il presidente della Regione Calabria all’Annunziata ribadisce la volontà di rafforzare il nosocomio. «Sarà un Polo per l’assistenza territoriale»

COSENZA «Stasera la firma sull’accordo con l’Emilia Romagna». A margine di un incontro con i giornalisti, negli uffici della direzione generale dell’ospedale Annunziata di Cosenza, il governatore della Calabria Roberto Occhiuto annuncia la ratifica dell’accordo bilaterale con la regione Emilia Romagna per il governo della mobilità sanitaria e delle correlate risorse finanziarie (ne abbiamo parlato qui). Il patto, valido fino al 2027, legherà regioni diverse in termini di dimensioni e caratteristiche del sistema sanitario: in Calabria ha impattato in modo rilevante la condizione di commissariamento con una riduzione del 24% degli addetti. Solo dal 2022 la tendenza si è invertita, e la necessità di governare meglio, in accordo con le regioni verso le quali tradizionalmente si muovono i suoi cittadini, è legata anche alle incrementate capacità del sistema calabrese di rispondere ai fabbisogni dei suoi cittadini.
Le due regioni condividono – si legge nel testo dell’accordo – «di agire nello spirito di tutelare le attività di riferimento ed effettiva alta specialità, considerandole un elemento di tutela e garanzia per i pazienti affetti dai quadri più complessi da affrontare».
Cosa prevede l’accordo?
Nel patto sono presenti tutte le prestazioni sanitarie di assistenza specialistica ambulatoriale e ospedaliera, erogate a carico del Servizio sanitario nazionale dalle strutture pubbliche e private accreditate dei rispettivi Ssn ai cittadini residenti nelle due regioni stipulanti. I tetti economici sono annuali e specifici per livello assistenziale (assistenza ospedaliera, specialistica ambulatoriale). Le regioni «si impegnano inoltre a non autorizzare i propri professionisti a svolgere attività libero-professionale intramoenia allargata o extramoenia nella regione controparte e a richiedere alle strutture private accreditate che insistono sul proprio territorio di comunicare lo svolgimento di attività ambulatoriali o in regime di ricovero da parte di loro professionisti, compresi i liberi professionisti, nella regione controparte». Calabria ed Emilia-Romagna si impegnano, inoltre, a vigilare «affinché la gestione dell’accesso alle prestazioni, segnatamente rispetto alle liste di attesa, la gestione risponda alle indicazioni nazionali per tutti gli utenti».
«La Calabria deve rafforzare la propria offerta pubblica»
I tetti economici sono annuali e specifici per livello assistenziale; All’interno dei livelli possono essere individuati tetti economici per specifiche branche che le regioni/PA contraenti ritengono necessario regolare in ragione di particolari flussi di mobilità. Inoltre – si legge ancora le regioni si impegnano ad «informare le proprie strutture e le strutture private accreditate che insistono sul loro territorio dei contenuti del presente accordo». Altro aspetto cruciale dell’accordo: le regioni si impegnano altresì a mettere in campo interventi e meccanismi «volti a ridurre il flusso dei pazienti in mobilità, in particolare da regione Calabria a regione Emilia Romagna». In particolare, la regione Calabria rafforzerà «gli interventi volti a rafforzare la propria offerta pubblica, anche in relazione all’uscita dal commissariamento», e regione Emilia-Romagna a rendere attivi i meccanismi di indirizzo di pazienti calabresi «alle strutture della loro regione dalle strutture pubbliche emiliano-romagnole cui si siano rivolti per una prima valutazione». Tutta la restante attività ospedaliera, compresa la riabilitazione intensiva ed estensiva e i prodotti dalle strutture private, è vincolata al rispetto del tetto economico massimo annuale, corrispondente, per la Regione Calabria, a complessivi 400.000 euro per i ricoveri in strutture pubbliche, 350.000 euro per i ricoveri in strutture private. Per la Regione Emilia-Romagna complessivi 11.500.000 euro per i ricoveri in strutture pubbliche e 9.100.000 euro per i ricoveri in strutture private.
Il sostegno al lavoro dell’Annunziata
La presenza del presidente della Regione all’ospedale di Cosenza e accanto al Dg dell’Ao bruzia Vitaliano De Salazar, è un chiaro segno di vicinanza al management dell’azienda ospedaliera protagonista di un lavoro che ha portato – negli ultimi mesi – all’inaugurazione di nuovi reparti e alla presentazione di macchinari di ultima generazione che contribuiranno a ridurre le liste d’attesa ed a migliorare le cure offerte ai pazienti. L’occasione per Occhiuto per ribadire la volontà di continuare a potenziare il presidio ospedaliero bruzio anche se il futuro è legato alla realizzazione dell’ospedale nel Campus dell’Unical con il conseguente passaggio all’Azienda ospedaliera universitaria. «L’investimento che sta l’ospedale di Cosenza sta facendo sulla Cardiologia (andrà a pieno regime nel gennaio 2026, ndr) dimostra che c’è la volontà di potenziare questo presidio e di continuare con l’ottimo lavoro che De Salazar sta conducendo già da tempo». Sul futuro, il messaggio del presidente è chiaro: «Chi parla di policlinico sbaglia e non conosce la legge, ormai esistono le aziende ospedaliero universitarie». E l’Annunziata? «Oggi i pronto soccorso registrano ingressi inappropriati, l’affollamento è dovuto all’assenza della medicina territoriale e quindi dobbiamo potenziare l’assistenza territoriale con un Polo (l’Annunziata, ndr) nel centro della città». «Chi mi accusa – prosegue Occhiuto – vorrebbe un nuovo ospedale a nord della città, a Vaglio Lise, non condivido la polemica. Chiunque capisca qualcosa di sanità sa bene che tutti i grandi ospedali, oggi in Italia, stanno nascendo lontano dalle aree urbane».
Commissariamento e piano di rientro
I presupposti per rilanciare il settore sanitario calabresi ci sono, ma il punto di svolta è la fine del Commissariamento. «Sono due le camicie di forza della sanità, il commissariamento e il piano di rientro e spero presto di poterli superare entrambi».
A poche ore dal Consiglio Regionale
Oggi pomeriggio si tiene la seconda seduta del Consiglio Regionale. Le modifiche statutarie sulla Giunta a 9 assessori e sui sottosegretari infiammeranno il dibattito, il governatore smorza le polemiche. «Parlerò della mia visione di Calabria. Poi c’è anche la modifica dello Statuto che secondo me è ben poca cosa rispetto alla discussione sui problemi concreti che riguardano i cittadini. Sullo statuto ricordo che si tratta di una legge Nazionale che dice che le regioni possono aumentare il numero di assessori e lo stanno facendo tutti». (f.benincasa@corrierecal.it)
QUI IL DECRETO COMPLETO
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