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l’ora della memoria

Il terremoto in Irpinia: una ferita aperta da 45 anni

Il 23 novembre 1980 il devastante sisma in Campania e Basilicata, con quasi 3mila vittime

Pubblicato il: 23/11/2025 – 9:00
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Il terremoto in Irpinia: una ferita aperta da 45 anni

LAMEZIA TERME Una delle pagine più drammatiche della storia d’Italia, 45 anni fa oggi, una domenica come oggi è domenica. Il 23 novembre 1980 un terremoto di magnitudo 6.9 colpisce una vasta area della Campania, della Basilicata e marginalmente della Puglia, causando 2734 vittime. A riportare gravi lesioni sono complessivamente 688 comuni, metà dei quali registra la perdita dell’intero patrimonio abitativo. Le scosse sismiche innescano anche numerose frane, alcune delle quali imponenti, come quelle di Calitri, Caposele, Calabritto e Senerchia. Le linee elettriche e telefoniche saltano e le comunicazioni tra le zone terremotate e il centro si interrompono. La circolazione ferroviaria si arresta completamente e la penisola rimane tagliata in due. La situazione è ulteriormente aggravata dalla popolazione che, in preda al panico, cerca di fuggire bloccando le principali arterie stradali. La gestione dell’emergenza è caratterizzata da notevoli difficoltà e ritardi. I primi soccorsi risentono della totale mancanza di coordinamento: volontari, strutture regionali e autonomie locali si mobilitano spontaneamente senza aver avuto indicazioni e precisi obiettivi operativi dal Ministero dell’Interno. In un celebre messaggio televisivo agli italiani del 26 novembre, il Presidente Pertini – che il giorno prima aveva raggiunto le zone terremotate – denuncia il ritardo dei soccorsi e le gravi mancanze nell’azione dello Stato, per le quali sarebbero state individuate precise responsabilità, concludendo: “Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutti gli italiani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modo migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”. Dopo il caos dei primi tre giorni, il Governo interviene nominando il Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, che riesce a riorganizzare i soccorsi e a dialogare con i sindaci. Inizia in quei mesi una riflessione sulla necessità di un coordinamento dei soccorsi efficace, che nel febbraio del 1982 porta alla nomina di Zamberletti quale Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile e, qualche mese dopo, all’istituzione del Dipartimento della Protezione Civile. Le immagini di quei giorni – le macerie, i soccorritori, i volti di chi ha perso tutto – sono rimaste impresse nella memoria collettiva. Il terremoto dell’Irpinia ha segnato un’intera generazione e ancora oggi rappresenta una ferita aperta. A distanza di 45 anni, il ricordo di quel 23 novembre 1980 diventa un monito: continuare a investire nella prevenzione, nella sicurezza e nella tutela dei territori. (redazione@corrierecal.it)

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