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DramaFest: tre giorni di nuova drammaturgia al Piccolo Teatro Unical

Dal 2 al 4 dicembre torna il festival diretto da Max Mazzotta: spettacoli, incontri, lezioni e ospiti nazionali per un dialogo tra teatro contemporaneo e mondo accademico

Pubblicato il: 24/11/2025 – 12:11
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DramaFest: tre giorni di nuova drammaturgia al Piccolo Teatro Unical

Appuntamento con la terza edizione di DramaFest dal 2 al 4 dicembre al Piccolo Teatro dell’Unical. Ritorna il festival della nuova drammaturgia che unisce il mondo del teatro e l’Università della Calabria con la direzione artistica di Max Mazzotta. Tre giorni di teatro con artisti di fama nazionale e compagnie pluripremiate. Realizzato da Libero Teatro con il sostegno della Fondazione Carical e in collaborazione con Disu – Dipartimento di Studi Umanistici e l’associazione Entropia Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale dell’Unical, ha in programma nel teatro dell’ateneo calabrese di Rende quattro tra gli spettacoli più amati della scena contemporanea e dal pubblico. E ancora incontri con autori, registi e critici teatrali delle testate nazionali più importanti, docenti e studenti a confronto. DramaFest nasce proprio infatti con l’obiettivo di creare un dibattito sul teatro contemporaneo attraverso percorsi di formazione, studio e scambio tra esperti, artisti, critici e pubblico. In cartellone la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo “Misurare il salto delle rane”, Premio della Critica A.N.C.T. 2025 come miglior spettacolo. Una dark comedy tutta al femminile che, con l’ironia che da sempre contraddistingue la compagnia sold out in tutta Italia, presenta al pubblico un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea e le contraddizioni dell’esistenza: pesantezza e leggerezza, dolore e riso, radicamento e desiderio di  evasione. “Pietre Nere” di Babilonia Teatri, compagnia Leone dArgento alla Biennale di Venezia 2016, risultato di un’indagine svolta sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, racconta la complessità che viviamo oggi attraverso un’intensa sintesi personale e politica sulla mutata percezione dei nostri spazi domestici. “Quaderno/Greta Garbo” di e con Daria Deflorian finalista Premio Ubu 2025, attraverso racconti e visioni rivela iprocessi di creazione dello spettacolo e la sua evoluzione, creando una sovrapposizione tra la vita artistica e quella personale, realtà e finzione. “Giangurgolo Principe di Danimarca” di Libero Teatro per la regia di Max Mazzotta con un linguaggio comico e grottescoe un’originaleriscrittura ripropone la tragedia shakespeariana di Amleto attraverso la maschera della commedia dell’arte calabrese. “Ho rubato un filo di capelvenere” di e con Lindo Nudo per Teatro RossoSimona, un recital che intreccia parole, memorie e poesia per raccontare una Calabria ferita e resiliente attraverso le opere di tre grandi autori calabresi Leonida Repaci, Lorenzo Calogero e Franco Costabile. Tra i nomi presenti al festival i critici di teatro delle più prestigiose testate nazionali Elena Scolari (Pac – Paneacquaculture, membro coordinamento Premio Rete Critica), Paola Abenavoli (Hystrio, consigliere Associazione Nazionale Critici di Teatro) e Alessandro Toppi (La Repubblica, Teatro e Critica, La Falena), insieme a Raffaele Perrelli direttore di Dipartimento Disu e Carlo Fanelli docente di teatro Disu dell’Unical. Il progetto rivolto alle nuove generazioni vuole essere un’opportunità per portare la Calabria all’attenzione del sistema teatrale nazionale. Un modo originale e sinergico di vivere e sfruttare i luoghi della cultura, un progetto nuovo ed unico nel suo genere, in cui il teatro entra all’interno di un campus universitario, cercando di creare a sua volta un forte legame anche con la città e i suoi teatrie di avviare un confronto artistico e umano tra chi il teatro lo fa, lo studia e lo critica. «DramaFest è per noi un momento di “comunione”, una tre giorni intensa e ricca che viaggia attraverso le varie forme di drammaturgia di compagnie ed artisti che da anni danno il loro contributo poetico al teatro contemporaneo. – commenta il direttore artistico Max Mazzotta – Un’occasione unica per gli studenti della nostra università che saranno protagonisti nel loro mondo divenendo punto di riferimento per tutti gli ospiti e le loro performance. Oltre ad essere una grande gioia, è l’appagamento di un bisogno, quello di poter vedere, ascoltare, capire, conoscere l’evoluzione del teatro contemporaneo e della sua drammaturgia attraverso l’amore e la dedizione di uomini e donne al servizio di un’arte, quella teatrale, che oggi più che mai sente il bisogno di sussurrare e risvegliare il senso poetico della vita».

Il programma

DramaFest inizia il 2 dicembre con il Convegno di apertura sulla nuova drammaturgia dal titolo “Scrivere il teatro oggi, dialoghi e critiche sull’idea di drammaturgia e sul sistema teatrale italiano: confronto tra gli addetti ai lavori e mondo accademico” alle ore 11 al Centro Congressi “University Club” dell’Unical. Interverranno: il direttore artistico del festival Max Mazzotta, Raffaele Perrelli direttore di Dipartimento Disu e Carlo Fanelli docente Disu dell’Università della Calabria. Gli autori e registi degli spettacoli in scena Gabriele Di Luca di Carrozzeria Orfeo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi per la compagnia Babilonia Teatri, i critici teatrali Elena Scolari (Pac – Paneacquaculture, membro coordinamento Premio Rete Critica), Paola Abenavoli (Hystrio, consigliere Associazione Nazionale Critici di Teatro) e Alessandro Toppi (La Repubblica, Teatro e Critica, La Falena). Nel pomeriggio alle ore 16 nell’aula “Ares” dello stesso ateneo si terrà invece il primo degli incontri con gli studenti dal titolo: “Osservatorio critico/Critici a confronto con gli studenti – Focus Elena Scolari, Paola Abenavoli e Alessandro Toppi” a cura di Carlo Fanelli docente Disu e alla presenza degli stessi critici delle testate nazionali. Alle 21 invece al Piccolo Teatro Unical di Rende andrà in scena il primo spettacolo “Misurare il salto delle rane” di Carrozzeria Orfeo, scritto da Gabriele Di Luca, diretto da Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti e interpretato da Noemi Apuzzo (Iris), Elsa Bossi (Lori) e Chiara Stoppa (Betti), Premio della Critica A.N.C.T. 2025 come miglior spettacolo. La compagnia che registra sold out in tutta Italia torna in prima assoluta in Calabria con la sua nuova produzione dopo il debutto a giugno al Campania Teatro Festival. Il 3 dicembre alle ore 11 sempre nell’aula “Ares” dell’ateneo è prevista una lezione con gli studenti dal titolo: “Osservatorio critico/Autori a confronto con gli studenti – Focus Gabriele Di Luca/Carrozzeria Orfeo e Max Mazzotta/Libero Teatro” a cura di Carlo Fanelli docente Disu, i critici teatrali Elena Scolari (Pac – Paneacquaculture, membro coordinamento Premio Rete Critica), Paola Abenavoli (Hystrio, consigliere Associazione Nazionale Critici di Teatro) e Alessandro Toppi (La Repubblica, Teatro e Critica, La Falena), e gli autori Gabriele Di Luca di Carrozzeria Orfeo (nel 2013 Premio SIAE alla Creatività come migliore autore teatrale nazionale, nel 2015 e 2016 Premio Hystrio e nel 2019 Premio “Le Maschere del Teatro” come nuovo autore) e Max Mazzotta di Libero Teatro (allievo di Giorgio Strehler e volto noto del cinema italiano, direttore artistico di DramaFest). Alle ore 17 invece al Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale del Polifunzionale Unical si terrà con ingresso libero un seminario dal titolo “Voci tra poesia e teatro. Repaci, Calogero e Costabile” con gli interventi di Vincenza Costantino (docente dell’Università “G. D’Annunzio” Chiesti-Pescara) e Carlo Fanelli (docente Disu-Unical) e il recital “Ho rubato un filo di capelvenere” di e con Lindo Nudo per Teatro RossoSimona, un omaggio alle opere dei tre famosi autori calabresi scomparsi. Mentre alle 21 andrà in scena al Piccolo Teatro Unical lo spettacolo “Pietre Nere” di Babilonia Teatri, compagnia pluripremiata, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2016. Scritto e diretto da Enrico Castellani e Valeria Raimondi con la collaborazione artistica di Francesco Alberici (Premio Ubu alla Drammaturgia 2024) e interpretato da Francesco Alberici, Enrico Castellani e Valeria Raimondi e con Orlando Castellani.
Il 4 dicembre alle ore 11 nell’aula “Ares” si terrà la lezione dal titolo “Osservatorio critico/Autori a confronto con gli studenti – Focus Enrico Castellani e Valeria Raimondi/Babilonia Teatri e Daria Deflorian” a cura di Carlo Fanelli docente Disu, i critici teatrali Elena Scolari (Pac – Paneacquaculture, membro coordinamento Premio Rete Critica), Paola Abenavoli (Hystrio, consigliere Associazione Nazionale Critici di Teatro) e Alessandro Toppi (La Repubblica, Teatro e Critica, La Falena) alla presenza di Enrico Castellani e Valeria Raimondi e la partecipazione di Francesco Alberici (Premio Ubu alla Drammaturgia 2024) e Daria Deflorian. Nel pomeriggio alle ore 17 al Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale del Polifunzionale Unical l’imperdibile spettacolo “Quaderno/Greta Garbo” di e con Daria Deflorian attrice tra i nomi di spicco del teatro contemporaneo e del cinema (ha lavorato con grandi registi come Eimuntas Nekrosius, Danio Manfredini, Mario Martone e Nanni Moretti) già Premio Ubu 2012 e finalista Premio Ubu 2025 con ben quattro candidature.Alle ore 21 invece al Piccolo Teatro Unical di Rende sarà la compagnia Libero Teatro a chiudere il festival con lo storico spettacolo che compie 20 anni “Giangurgolo Principe di Danimarca” scritto e diretto da Max Mazzotta e con Francesca Gariano, Marco Tiesi, Francesco Rizzo, Paolo Mauro e Graziella Spadafora.

Info e prenotazioni

TICKET SPETTACOLI PTU – PICCOLO TEATRO UNICAL: INTERO 15 € > RIDOTTO STUDENTI 10 € (Studenti di ogni ordine e grado)

ABBONAMENTO PER TRE SPETTACOLI – PTU – PICCOLO TEATRO UNICAL: 30 €

TICKET SPETTACOLO DARIA DEFLORIAN – TEATRO DAM UNICAL: UNICO 5 € (Fuori Abbonamento)

PREVENDITE: InPrimaFila – Via G. Marconi, 140 Cosenza – Tel 0984 795699 Ticket online www.inprimafila.net

La biglietteria del Piccolo Teatro Unical di Rende resterà aperta tutti i giorni del festival dalle ore 19.

Per informazioni e prenotazioni telefonare ai numeri 347 8503963 > Ilaria Nocito | 333 9555376 > Iris Balzano.

GLI SPETTACOLI

Martedì 2 dicembre 2025 – ore 21 PTU – Piccolo Teatro Unical di Rende (Cs)

MISURARE IL SALTO DELLE RANE

Uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo

Drammaturgia Gabriele Di Luca

Regia Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti

Con (in o.a.) Noemi Apuzzo (Iris), Elsa Bossi (Lori), Chiara Stoppa (Betti)

Musiche originali Massimiliano Setti

Scene Enzo Mologni

Costumi Elisabetta Zinelli

Una produzione Fondazione Teatro Due, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Teatro Stabile d’Abruzzo, Teatri di Bari e Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival

PREMIO DELLA CRITICA A.N.C.T. 2025

Durata: 90 min.

Misurare il salto delle rane è una dark comedy ambientata in un piccolo paese di pescatori negli anni ’90. Protagoniste sono tre donne di diverse generazioni – Lori, Betti e Iris – unite da un tragico lutto avvenuto vent’anni prima e ancora avvolto in un’aura di mistero. Il paese emerge come un frammento dimenticato, circondato da un vasto lago e da una palude minacciosa che lo isola dal mondo esterno, un microcosmo sospeso tra arcaismo e quotidianità, dove una piccola comunità persiste ancorata a consuetudini superate. Partendo da questo habitat, Misurare il salto delle rane, la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo, senza rinunciare all’ironia che la contraddistingue, vuole essere un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea: un viaggio nell’intimità di tre esistenze femminili che si specchiano l’una nell’altra e che, in modo diverso, rifiutano etichette imposte dall’esterno. Tre età, tre mondi, tre stagioni della vita che intrecciano le loro esistenze, scavate da lutti e assenze, ma anche da rinascite, alleanze e complicità profonde. Nucleo pulsante della narrazione è proprio il femminile. Le manifestazioni della violenza e dell’oppressione verso le donne, endemiche nei contesti rurali dell’epoca, affiorano nel tessuto sociale della comunità con modalità sottili ma pervasive. I personaggi maschili incarnano quasi invariabilmente figure di minaccia o fallimento. Lo spettacolo esplora le contraddizioni dell’esistenza: la pesantezza e la leggerezza, il dolore e il riso, il radicamento e il desiderio di evasione. Attraverso dialoghi taglienti e situazioni paradossali, momenti di puro lirismo e gesti simbolici, che si intrecciano nella narrazione, alternando momenti di intensità visiva a passaggi di caustica comicità, Carrozzeria Orfeo costruisce un racconto intimo, in cui la gravità del dolore si affianca alla leggerezza dell’ironia. Misurare il salto delle rane è un invito a confrontarsi con i propri limiti, a cercare la bellezza nei gesti semplici, in piccoli atti di trasformazione dove pare non accadere nulla. È un’ode alla complessità dell’essere umano, con la sua infinita capacità di perdersi e ritrovarsi, tra ciò che ci definisce e ciò che ci supera.

Il testo è pubblicato da Cue Press, con Prefazione di Rodolfo di Giammarco, Introduzione di Giulio Baffi e Postfazione/Lettera ai personaggi di Maura Gancitano.

CARROZZERIA ORFEO

Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti, sono direttori artistici di Carrozzeria Orfeo, compagnia teatrale professionista fondata nel 2007 insieme a Luisa Supino, una società cooperativa di impresa sociale, con sede a Mantova, dove gestisce lo spazio di Sala Maddalena a Curtatone. 12 spettacoli prodotti, 1 film, una community digitale composta da 24.000 followers su Facebook e oltre 21.000 su Instagram, 5 progetti finanziati da Fondazione Cariplo, 6 testi teatrali di Gabriele Di Luca pubblicati da Cue Press, 15 riconoscimenti nazionali tra premi e menzioni speciali: tutto questo fa di Carrozzeria Orfeo una tra le compagnie più apprezzate del teatro italiano, un punto di riferimento per la drammaturgia contemporanea nazionale. Il suo teatro pop, fatto di drammaturgie originali ispirate all’osservazione del nostro tempo, mescola i generi, fonde il divertimento al dramma, mantenendo costante l’attenzione per il pubblico, da sempre interlocutore privilegiato della Compagnia.

Mercoledì 3 novembre 2025 – ore 17 Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale Polifunzionale Unical

HO RUBATO UN FILO DI CAPELVENERE

Di e con Lindo Nudo

Una produzione  Teatro RossoSimona

Durata: 30 min.

Il recital intreccia parole, memorie e poesia per raccontare una Calabria ferita e resiliente. Dal racconto “28 dicembre” di Leonida Rèpaci, che rievoca il devastante terremoto del 1908 e la distruzione di Reggio e Messina, si solleva la voce di un popolo sospeso tra dolore e rinascita. A sorprendere ancora di più è la scelta del brano “28 dicembre”, tratto da Storia dei fratelli Rupe dello stesso Repaci, che sposta lo sguardo verso una storia familiare e sociale, collocata agli albori del Novecento e immersa nei rivolgimenti della Calabria profonda.  Poi, sulla scia di queste ferite e di queste radici, si innestano i versi visionari di Lorenzo Calogero, tratti da I quaderni di Villa Nuccia: la parola poetica diventa ricerca dell’invisibile, eco di un’anima inquieta che cerca senso oltre la tragedia. A chiudere il cerchio, i versi di Franco Costabile, con Il canto dei nuovi emigranti, danno voce a un altro esodo: quello di chi parte in cerca di futuro, portando con sé la nostalgia di una terra mai perduta. Un viaggio poetico nella memoria e nell’identità calabrese, tra distruzione e rinascita, radici e orizzonti.

TEATRO ROSSOSIMONA/LINDO NUDO

Attore e regista teatrale, nasce a Rende il 2 giugno 1963. Nel 1991 consegue il diploma di attore presso l’Accademia d’Arte Drammatica di Palmi e, nello stesso anno, inizia la propria attività professionale collaborando come attore con il Centro RAT – Teatro dell’Acquario di Cosenza, partecipando agli spettacoli La lezione, Cani randagi, Edipo, Il velo e la sfida. Nel 1995, con la compagnia Rosso Tiziano, firma come autore, attore e regista lo spettacolo Sida e l’uomo dal fiore, vincitore del Premio Nazionale ETI – Vetrine. Nel 1998 fonda e dirige la Compagnia Teatrale Rossosimona, riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (dal 2003) e dalla Regione Calabria (Legge 19/2017). Con la compagnia firma numerose regie, tra cui The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, Piedi Gonfi, Principicchiu, Sida 95, Mia Martini.Una donna .Una storia , La verità vive, Night and gay, Mio cognato Mastrovaknic. Nel 2001 lo spettacolo È il momento dell’amore, da lui diretto, vince il Premio Nazionale Scenario. Nel corso degli anni collabora come attore con la Philarmonia Mediterranea, il Conservatorio Giacomantonio di Cosenza, e con i gruppi Microcosmos, Dedalus e Phaleg. Lavora inoltre in ambito cinematografico, recitando nei film di Giovanni Sole Francisco e Il canto del patriota. Dal 2001 al 2012 insegna teatro nei corsi organizzati dal Teatro Stabile di Calabria, diretto da Geppy Gleijeses con la direzione didattica del M° Alvaro Piccardi. Nel 2004 dirige Debora Caprioglio nello spettacolo Elettra, prodotto dal Teatro Stabile della Calabria. Nel 2011 assume la direzione artistica del progetto internazionale Moving Project (Crotone, Liverpool, Andalusia), promosso dal Teatro Stabile di Calabria, con la messa in scena di Sogno di una notte di mezza estate. Nel 2012, sempre per conto del Teatro Stabile di Calabria / Teatro Quirino, firma le regie degli spettacoli Cuore e Il gabbiano Jonathan Livingston. Dal settembre 2012 al novembre 2014 ricopre il ruolo di direttore artistico del progetto triennale di Residenza Teatrale “Rende–Unical: Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana”, co-finanziato da Comunità Europea e Regione Calabria. Nel 2022 è direttore artistico del progetto regionale Letture della Magna Grecia, promosso dalla Regione Calabria. Con Teatro Rossosimona collabora con artisti di altissimo livello, tra cui Peppino Mazzotta (il Fazio del Commissario Montalbano) e Fortunato Cerlino (Don Pietro Savastano nella serie Gomorra). Nel 2016 pubblica con Edizioni Rubbettino ‘U Principìcchiu, traduzione in dialetto calabrese de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. Nel 2020 dà alle stampe, per Armando Editore, il volume Pronuncio correttamente – Manuale teorico e pratico delle norme della dizione italiana.


Mercoledì 3 novembre 2025  – ore 21 PTU – Piccolo Teatro Unical di Rende (Cs)

PIETRE NERE

Di Enrico Castellani e Valeria Raimondi

Con la collaborazione artistica di Francesco Alberici

Con Francesco Alberici, Enrico Castellani e Valeria Raimondi e con Orlando Castellani

Direzione tecnica Luca Scotton

Produzione Babilonia Teatri e La Corte Ospitale

Coproduzione Operaestate Festival Veneto

Con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Compagnia di San Paolo

In collaborazione con Rete Patric e AstiTeatro

Si ringraziano Daniele Costa, Nadia Pillon, Elisa Pregnolato, Jonel Zanato, Annalisa Zegna, Stefano Masotti, Marco Pesce, Francesco Speri

Durata: 60 min.

Uno spettacolo che scarnifica e centrifuga la nostra idea di casa. Il nostro modo di abitare, di costruire, di occupare un luogo.

Pietre nere è casa in tutte le sue infinite declinazioni.

Personali e sociali.

Intime e pubbliche.

Case di ieri, di oggi, di domani.

Case di pietra e case volanti.

Case mondo e mondo come casa.

È dall’interno di una casa che abitiamo il mondo.

Casa è intimità e separazione.

È cura di sé e luogo di molteplici fratture e divisioni.

Casa è incarnazione della separazione tra urbano e naturale.

Casa è il nostro corpo.

Sono i nostri vestiti.

È la persona amata.

È un affetto.

Una città, un quartiere.

Casa è il luogo in cui siamo cresciuti.

Casa è un oggetto, una foto, una lettera, un profilo su un social network.

Pietre nere indaga il concetto di casa, a partire da luoghi che, agli occhi dei più, case non sono. Per spostare il punto di vista, accogliere e adottare lo sguardo di chi questi posti li abita. Voci, suoni, immagini, storie, per raccontare la complessità che viviamo. Risultato di un’indagine svolta sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, progetto vincitore del Bando Art Waves di Compagnia San Paolo, lo spettacolo di Enrico Castellani e Valeria Raimondi, accompagnati sulla scena da Francesco Alberici e Orlando Castellani, centra con precisione alcuni nodi della nostra contemporaneità. Attraverso un caleidoscopio di riflessioni profonde, elenchi di frasi fatte, pensieri intimi e collettivi, derive pop ed evocazioni del conflitto, si raggiunge un’intensa sintesi personale e politica sulla mutata percezione dei nostri spazi domestici. Per la creazione di Casa mondo cinque artisti sono stati invitati alla creazione di un’opera. A ciascuno di loro è stato chiesto di scegliere uno dei luoghi di indagine affinché sulla base della conoscenza e dell’incontro ne restituisse un’opera artistica. Il risultato è uno spettacolo teatrale all’interno del quale i materiali ricevuti diventano voci, suoni, immagini in grado di nutrire la composizione e la riflessione.

BABILONIA TEATRI

Per un teatro pop. Per un teatro rock. Per un teatro punk. Babilonia Teatri è una compagnia che ha fatto il suo ingresso nel panorama teatrale italiano nel 2005, distinguendosi fin da subito per un linguaggio che è stato definito da molte voci pop, rock e punk. I fondatori, oltre che attori e autori, sono Enrico Castellani e Valeria Raimondi, e caratterizzano i loro lavori dallo sguardo irriverente e divergente con cui mettono in scena il presente e le sue contraddizioni. È un teatro fuori dagli schemi, che utilizza schemi visivi e linguistici dissacranti, ironici, cinici, e che diventa specchio della società e della realtà. Il gruppo ha vinto per due volte il premio Ubu (2009 e 2011), e il prestigioso Leone d’argento della Biennale di Venezia per l’innovazione teatrale (2016).

Giovedì 4 dicembre 2025 – ore 17 Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale Polifunzionale Unical

QUADERNO/GRETA GARBO

Un progetto di e con Daria Deflorian

Una produzione INDEX

Per INDEX Valentina Bertolino, Francesco Di Stefano, Silvia Parlani

Con il supporto di MiC – Ministero della Cultura

Foto di scena Andrea Pizzalis

Durata: 60 min.

Tra racconto e piccole visioni, svelando qualche segreto senza nessuna volontà di compiutezza Daria Deflorian apre al pubblico i quaderni di lavoro. Attraverso i materiali originali di alcune scene e la loro evoluzione/trasformazione risale fino alla punta dell’iceberg che è sempre uno spettacolo, condividendo il modo di procedere di quella particolare drammaturgia che negli anni ha segnato il suo modo di lavorare con Antonio Tagliarini e mostrando – tra autobiografia e passioni letterarie, tra divagazioni e ossessioni che tornano – quel fil rouge che c’è tra il dire e lo scrivere. “Quaderno/Greta Garbo” ha a che vedere con i materiali di “Sovrimpressioni”, spettacolo del 2021 ispirato al film di Federico Fellini ‘Ginger e Fred’, ultimo lavoro condiviso con Tagliarini. La lezione/spettacolo si concentra in particolare infatti su un “fantasma” apparso a Daria Deflorian durante le improvvisazioni fatte nell’arco delle prove, una figura che apparentemente non c’entrava con l’oggetto di studio dello spettacolo: Greta Garbo. Un fantasma che continuava a presentarsi non tanto per quello che la Garbo ha fatto come attrice, ma per quello che ha fatto, è stata, o si può immaginare sia stata dopo che ha smesso di fare l’attrice a soli trentasei anni, lasciando dietro di sé un mito intramontabile. Un ritiro dalle scene, un ritorno alla quotidianità, come accade anche a Amelia, la protagonista del film di Fellini. Le figure si sovrappongono, la vita artistica e quella personale si confondono, e trovano sulla scena nuove parole per attraversare il confine fra realtà e finzione.

DARIA DEFLORIAN 

Attrice, autrice e regista di spettacoli teatrali. Come attrice ha lavorato tra gli altri con Nanni Moretti, Stephane Braunschweig (Francia), Massimiliano Civica, Lotte Van Den Berg (Olanda), Valentino Villa, Lucia Calamaro, Marco Baliani, Fabrizio Arcuri, Mario Martone, Martha Clarke (New York), Remondi e Caporossi, Fabrizio Crisafulli, Marcello Sambati. Ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice e nel 2013 le è stato assegnato il Premio Hystrio. Tra le sue ultime produzioni personali ci sono: Manovre di volo da Daniele Del Giudice (2001), Torpignattara per il progetto Petrolio (2004), Corpo a corpo in collaborazione con Alessandra Cristiani (2007), Bianco dalle poesie di Azzurra D’Agostino (2008). Dal 2008 al 2021 condivide i progetti con Antonio Tagliarini e con i loro spettacoli, che girano in Italia e in Europa, hanno vinto molti premi: Premio Ubu come miglior testo nel 2014, miglior spettacolo straniero in Canada nel 2015, Premio Riccione per la drammaturgia nel 2019 e Premio Hystrio per la drammaturgia nel 2021. Nel 2020 mettono in scena il testo di Edouard Louis, Chi ha ucciso mio padre (Bompiani 2019) che nel 2021 vince il Premio Ubu al miglior attore under 35 al protagonista, Francesco Alberici. I loro testi sono pubblicati da Titivillus, Cue Press e Sossella editore. Nel 2020 ha collaborato con l’artista visivo Adrian Paci, scrivendo il testo e dando la voce a Vedo rosso, un’opera video all’interno del progetto internazionale Mascarilla 19. Con il gruppo di Oceano Indiano/Teatro di Roma ha dato vita durante la pandemia a Radio India, che vince il Premio Ubu 2021 come progetto speciale. Nel 2023 firma la drammaturgia e la regia per lo spettacolo Elogio della vita a rovescio, prima tappa di un progetto biennale che ha portato, nel 2024, al debutto di La vegetariana, scene dal romanzo di Han Kang, premio Nobel per la Letteratura 2024 e oggi finalista ai Premi Ubu 2025 con quattro candidature.

Giovedì 4 novembre 2025  – ore 21 PTU – Piccolo Teatro Unical di Rende (Cs)

GIANGURGOLO Principe di Danimarca

Tratto dall’AMLETO di W. Shakespeare

Una produzione Libero Teatro

Regia e adattamento Max Mazzotta

Personaggi ed interpreti

Giangurgolo: Francesca Gariano

Zio Pantalone: Marco Tiesi

Bruzio e Dottor Pollone: Francesco Rizzo

Taliano e Spettro: Paolo Mauro

Ofella e Pancrazio: Graziella Spadafora

Direzione tecnica: Gennare Dolce

Organizzazione: Iris Balzano

Ufficio Stampa: Ilaria Nocito

Durata: 70 min.

Agli inizi del ‘700 faceva la sua comparsa, nelle piazze dei paesi e delle città, il personaggio di Giangurgolo, maschera calabrese il cui nome è indicativo del suo carattere, che unisce i tratti tipici dello Zanni, la vocazione agli scherzi e la doppia valenza di servo astuto o sciocco, con quelli del Gurgolo, spaccone, cialtrone e ingordo. Proporre una rilettura dell’Amleto contaminata dalla commedia dell’arte, quindi necessariamente in chiave parodistica, è sicuramente una operazione rischiosa e difficile, ma che offre innumerevoli spunti; se Amleto è maschera, allora anche gli altri personaggi possono essere maschere grottesche. Re Claudio, con un po’ di fantasia, non è poi così distante dall’avaro Pantalone, così come Polonio possiede la stessa verbosità e prosopopea del dottor Balanzone. Anche l’elaborazione del testo, trasposto linguisticamente e geograficamente in una Calabria immaginaria ma non troppo, offre occasioni di gioco e sperimentazione che possono risultare sorprendenti. La riproposizione in chiave comico-parodistica del racconto dell’Amleto, introduce lo spettatore ai temi della tragedia shakespeariana sfruttando le corde del grottesco e del riso liberatorio; meccanismo reso ancora più efficace dalla caratterizzazione dei personaggi per mezzo dei diversi dialetti, che annullano la distanza fra pubblico e palcoscenico, rendendo gli eventi che accadono sulla scena riconoscibili e godibili anche ai giovanissimi. Il valore aggiunto di Giangurgolo, principe di Danimarca è nella straordinaria ricchezza del linguaggio teatrale, che si serve contemporaneamente della forza espressiva delle maschere, della pantomima, del canto e della musica dal vivo.

LIBERO TEATRO/MAX MAZZOTTA

La compagnia Libero Teatro si costituisce formalmente nel 2000, è diretta da Max Mazzotta, –  autore, regista e interprete, allievo di un mostro sacro del teatro come Giorgio Strehler, diplomato alla Scuola di Recitazione del Piccolo Teatro di Milano ma anche volto noto per aver interpretato il ruolo di Enrico Fiabeschi nel cult cinematografico “Paz!” (2002)  – ed è composto da diverse figure professionali provenienti da tutte le provincie della Calabria che da più di venti anni realizzano progetti di formazione teatrale all’interno dell’Università della Calabria. Oltre all’attività di formazione permanente, la compagnia ha prodotto più di 30 spettacoli teatrali con importanti collaborazioni nazionali, scommettendo sulle energie creative del territorio, creando opportunità di lavoro in un settore, quello culturale e teatrale di cui la Calabria vanta una grande tradizione. Tra le peculiarità del lavoro poetico e di ricerca di Libero Teatro vi è l’interesse a rielaborare opere di grandi maestri del teatro classico e moderno come: Shakespeare, Beckett, Brecht, Pirandello, solo per citarne alcuni. in una visione essenziale del teatro ma senza disdegnare l’utilizzo e la mescolanza con la visual art e il cinema.

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