Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

stop violenza contro le donne

Ferro: «La battaglia si vince con il coinvolgimento di tutta la società civile»

Il sottosegretario all’Interno all’inaugurazione della sala di ascolto della Questura di Catanzaro. «Nonostante i progressi la strada è ancora molto, molto lunga»

Pubblicato il: 25/11/2025 – 17:06
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Ferro: «La battaglia si vince con il coinvolgimento di tutta la società civile»

CATANZARO «Le statistiche della prima metà del 2025 ci danno un segnale incoraggiante, calano i maltrattamenti in famiglia, gli atti persecutori, le violenze sessuali. Certo, il dato dei femminicidi resta drammatico: 106 nel 2024, a settembre i dati vedono 60 vittime, di cui 44 per mano del partner o dell’ex partner. Questo ci dice che nonostante i progressi la strada è ancora molto, ma molto lunga». Lo ha affermato il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, all’inaugurazione della sala d’ascolto per le vittime di violenza nella Questura di Catanzaro, sala allestita su forte input proprio della Ferro.

Le statistiche

Ferro, che ha ringraziato il capo della polizia Pisani, il questore di Catanzaro Linares e la Regione, ha poi osservato: «Negli ultimi mesi abbiamo introdotto strumenti più rapidi, strumenti più severi. Servono misure che consentano interventi immediati al primo segnale di pericolo. Ma lo Stato non si limita alla repressione: stiamo lavorando per garantire alle donne la possibilità reale di liberarsi dalle storie tossiche e di ricominciare. È stato stabilizzato il reddito di libertà, è stato introdotto il microcredito di libertà, sono aumentati i fondi a supporto di centri antiviolenza e delle case rifugio degli orfani di femminicidio, che sono un numero molto consistente.  Oggi – ha spiegato il sottosegretario – più di 3.500 bambini hanno perso la propria madre per mano del padre. E allo stesso tempo stiamo lavorando anche sulla cultura delle nuove generazioni, con l’introduzione delle linee guida di educazione civica, di un percorso sull’educazione a rispetto a quella degli uomini che sono autori di violenza. Perché credo che questo percorso deve iniziare dalla famiglia e dalle scuole».

«Serve un grande lavoro culturale»

Per Wanda Ferro «servono interventi normativi, serve una rete di protezione, ma serve soprattutto un lavoro culturale, perché siamo consapevoli che nessuna istituzione può vincere questa battaglia da sola. La vinciamo – ha rilevato il sottosegretario all’Interno – quando una donna trova il coraggio di denunciare, sapendo che sarà ascoltata, quando chi vede una situazione di violenza non si gira dall’altra parte, quando una ragazza capisce che chiedere aiuto non è una sconfitta, ma è un atto di dignità, ma soprattutto la vinciamo con il coinvolgimento della società civile tutta, perché credo che dobbiamo sempre schierarci e quando ci schieriamo sappiamo che combattiamo quella neutralità che aiuta sempre l’oppressore e mai la vittima».  Secondo Ferro «l’inaugurazione di questa struttura è un messaggio alle donne che ancora oggi vivono nel silenzio e che non devono sentirsi in colpa e soprattutto non devono sentirsi sole. Oggi c’è una rete con forze dell’ordine, servizi, centri di violenza, istituzioni pronte ad accompagnarle passo dopo passo fuori dalla paura. Il “Nido della Fenice” si chiama così perché richiama l’immagine della rinascita ed è questo il suo senso più profondo. Qui non si raccolgono solo denunce ma si prova a costruire un nuovo inizio». (a. cant.)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x