‘Ndrangheta, la “rete cinese” al servizio di Barbaro: così i “cambisti” ripulivano i milioni del narcotraffico
La “C.U.M.B.” è la nuova frontiera del riciclaggio. L’inchiesta della Dda di Milano svela una parte della rete al servizio dei clan

MILANO Un fenomeno di riciclaggio di denaro che negli anni ha assunto, per potenzialità e proporzioni, i contorni di una vera e propria emergenza. Gli inquirenti delle Procure di mezza Italia – soprattutto al Nord – lo studiano ormai da un po’ di tempo, al punto di aver già applicato l’acronimo “C.U.M.B.” ovvero “Chinese Underground Money Broker”. Una rete in grado di dar vita ai già noti “Fei Ch’ien” ovvero “valore volante”, cioè quel valore volante di tradizione simile al trasferimento di denaro “informale” di tradizione araba definito, invece, “Hawala” utilizzato, ad esempio, per il pagamento di quote per le traversate dei migranti nel Mediterraneo. In questo caso, invece, i soldi da riciclare e ripulire sono legati al business milionario del narcotraffico internazionale di droga, in mano ad esponenti della ‘ndrangheta calabrese.
L’inchiesta “Sky Fall”
Ma andiamo con ordine, partendo da un punto: la nuova indagine “Sky Fall” della Distrettuale antimafia di Milano. Gli inquirenti milanesi hanno aggiunto in questo quadro già complesso ulteriori elementi che aiutano a far luce sul sistema di “cambisti” cinesi, con due soggetti indagati. Per uno, in particolare, il gip ha disposto l’arresto. Secondo l’accusa, in particolare, avrebbero raccolto somme di denaro contante derivante dalla vendita all’ingrosso delle partite di cocaina sulla piazza milanese per il gruppo criminale guidato da Franco Barbaro, classe ’76 di Platì. E, al netto di una commissione, il denaro sarebbe stato poi erogato ai fornitori nei Paesi di produzione dello stupefacente da “corrispondenti” legati alla stessa rete dei “cambisti ” per una cifra da capogiro: 2.400.875 euro.
Fari puntati su Xubo Ye e l’utenza “Angels”
Gli inquirenti della Dda sono risaliti all’identità dei cambisti cinesi grazie all’analisi del traffico di cella originato in diverse aree del territorio nazionale, seguendo in particolare il dispositivo SkyECC “Angels”, rintracciato nel territorio comunale di Castenaso, in provincia di Bologna e tre utenze telefoniche “normali” che accompagnano il telefono criptato, due delle quali intestate proprio a Xubo Ye. Per il gip del Tribunale di Milano a carico del cittadino cinese classe 1981 ci sarebbe «un consistente quadro indiziario», indicato come utilizzatore di una BMW grigia utilizzata per l’incontro con i clienti proprio in occasione del ritiro delle somme di denaro dal gruppo di Franco Barbaro, a bordo della quale era già stato beccato dalla Guardia di Finanza di Roma con oltre mezzo milione di euro nascosto nelle intercapedini dei sedili della vettura.
Il sistema e l’organizzazione
Il sistema – secondo la Dda – era ben congeniato e applicato ogni volta seguendo lo stesso schema. In buona sostanza Franco Barbaro si accordava con Marjus Aliu sulla somma di denaro da consegnare al cambista, poi i due concordavano il luogo e l’orario per incontrare il cambista che gli inquirenti individuano sempre in via Alessandro Volta a Coazzano in provincia di Milano, vicino all’abitazione di Bruno Trimboli. Aliu, poi, comunicava le informazioni relative ad importo, luogo e ora a Liyun Chen (tra gli indagati) e a Franco Barbaro il “token” numero seriale della banconota per identificare l’operazione. Ad occuparsi, poi, della consegna materiale del denaro secondo le istruzioni era Bruno Trimboli. (g.curcio@corrierecal.it)
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