Monsignor Bregantini: «La Calabria è stato il primo amore, qui ho maturato la mia vocazione»
Nel ’94 nominato Vescovo di Locri, torna all’Unical e parla agli studenti. «Il merito distrugge la bellezza dell’impegno, siate leali e coraggiosi»

COSENZA Il grido dei poveri. E’ il tema affrontato da Papa Leone XIV nella sua prima esortazione apostolica, “Dilexi te” (Ti ho amato), pubblicata il 9 ottobre 2025. Parte da qui l’incontro ospitato all’Università della Calabria dedicato al documento che si basa sul forte legame tra l’amore per Cristo e l’amore per i poveri. In “cattedra” un professore d’eccezione: Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo della Chiesa cattolica. Oggi a Campobasso, Bregantini ha legato il suo nome e il suo impegno a Locri ed alla Calabria. Arrivato da Denno, comune nella Val di Non, il trentino ha impiegato pochissimo tempo a conquistare il cuore dei calabresi che ancora ricordano nitidamente le battaglie a difesa del territorio e contro il malaffare e la criminalità organizzata.
“Dilexi te”
Accanto all’esperienza matematica, Papa Leone XIV affronta il tema della giustizia distributiva alla quale occorre aggiungere la logica del dono. «E’ un documento che aiuta a capire chi sono i buoni e chi i non buoni. Ci insegna la strada della gratuità e non della meritocrazia, la prima è percorsa dal Vangelo, l’altra da interessi che non aiutano a far crescere la società: il merito distrugge la bellezza dell’impegno. Se qualcuno fa qualcosa per avere un merito non sarà mai autenticamente motivato, ai giovani va detto che devono essere coraggiosi e leali».


Nostalgia Calabria
Corrado Alvaro diceva che «la lontananza è il fascino dell’amore», a Monsignor Bregantini manca la Calabria? «Assolutamente si, certo che mi manca anche se devo dire che il Molise mi ha regalato delle belle emozioni. Però la Calabria è stato il primo amore, la prima esperienza quando non ero nemmeno un sacerdote, qui ho maturato la mia vocazione, ho fatto i primi passi da Vescovo, ho insegnato nelle scuole, ho sentito vivo il cammino. Il cuore della Calabria è stato formidabile, ha segnato la mia vita e il ricordo resta impresso».
Cosa prova quando legge i report che “condannano” la Calabria agli ultimi posti?
«Dico che non è vero, perché si tratta di classificazioni di natura tecnico-giuridica, la realtà umana è fatta dei valori che sono presenti in Calabria: l’insistenza sulle cose profonde che rimangono nel cuore. Queste cose non sono valutabili, ma sono reali. Questo è quello che ho sempre detto, ciò che non si vede è più importante di ciò che si vede. I valori non hanno una consistenza matematica, ma hanno un tessuto umano di grandissimo spessore.
Contro la mafia e il malaffare
La lotta costante contro la criminalità organizzata e le sue derive hanno caratterizzato l’impegno di monsignor Bregantini in Calabria. «La mia battaglia non è stata tanto contro la mafia, ma a favore del lavoro, delle cooperazioni, dei valori sociali, mi sono battuto per questo e di conseguenza ho combattuto la mafia. Ma non è stata la prima preoccupazione. E’ quello che abbiamo iniziato 30 anni fa ormai e continueremo sempre a fare». (f.benincasa@corrierecal.it)
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