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l’intervista

Monsignor Bregantini: «La Calabria è stato il primo amore, qui ho maturato la mia vocazione»

Nel ’94 nominato Vescovo di Locri, torna all’Unical e parla agli studenti. «Il merito distrugge la bellezza dell’impegno, siate leali e coraggiosi»

Pubblicato il: 02/12/2025 – 11:50
di Fabio Benincasa
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Monsignor Bregantini: «La Calabria è stato il primo amore, qui ho maturato la mia vocazione»

COSENZA Il grido dei poveri. E’ il tema affrontato da Papa Leone XIV nella sua prima esortazione apostolica, “Dilexi te” (Ti ho amato), pubblicata il 9 ottobre 2025. Parte da qui l’incontro ospitato all’Università della Calabria dedicato al documento che si basa sul forte legame tra l’amore per Cristo e l’amore per i poveri. In “cattedra” un professore d’eccezione: Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo della Chiesa cattolica. Oggi a Campobasso, Bregantini ha legato il suo nome e il suo impegno a Locri ed alla Calabria. Arrivato da Denno, comune nella Val di Non, il trentino ha impiegato pochissimo tempo a conquistare il cuore dei calabresi che ancora ricordano nitidamente le battaglie a difesa del territorio e contro il malaffare e la criminalità organizzata.

“Dilexi te” 

Accanto all’esperienza matematica, Papa Leone XIV affronta il tema della giustizia distributiva alla quale occorre aggiungere la logica del dono. «E’ un documento che aiuta a capire chi sono i buoni e chi i non buoni. Ci insegna la strada della gratuità e non della meritocrazia, la prima è percorsa dal Vangelo, l’altra da interessi che non aiutano a far crescere la società: il merito distrugge la bellezza dell’impegno. Se qualcuno fa qualcosa per avere un merito non sarà mai autenticamente motivato, ai giovani va detto che devono essere coraggiosi e leali».

Nostalgia Calabria

Corrado Alvaro diceva che «la lontananza è il fascino dell’amore», a Monsignor Bregantini manca la Calabria? «Assolutamente si, certo che mi manca anche se devo dire che il Molise mi ha regalato delle belle emozioni. Però la Calabria è stato il primo amore, la prima esperienza quando non ero nemmeno un sacerdote, qui ho maturato la mia vocazione, ho fatto i primi passi da Vescovo, ho insegnato nelle scuole, ho sentito vivo il cammino. Il cuore della Calabria è stato formidabile, ha segnato la mia vita e il ricordo resta impresso».

Cosa prova quando legge i report che “condannano” la Calabria agli ultimi posti?

«Dico che non è vero, perché si tratta di classificazioni di natura tecnico-giuridica, la realtà umana è fatta dei valori che sono presenti in Calabria: l’insistenza sulle cose profonde che rimangono nel cuore. Queste cose non sono valutabili, ma sono reali. Questo è quello che ho sempre detto, ciò che non si vede è più importante di ciò che si vede. I valori non hanno una consistenza matematica, ma hanno un tessuto umano di grandissimo spessore.

Contro la mafia e il malaffare

La lotta costante contro la criminalità organizzata e le sue derive hanno caratterizzato l’impegno di monsignor Bregantini in Calabria. «La mia battaglia non è stata tanto contro la mafia, ma a favore del lavoro, delle cooperazioni, dei valori sociali, mi sono battuto per questo e di conseguenza ho combattuto la mafia. Ma non è stata la prima preoccupazione. E’ quello che abbiamo iniziato 30 anni fa ormai e continueremo sempre a fare». (f.benincasa@corrierecal.it)

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