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“Vite sulla linea di confine”: si parte con Oriana Fallaci

Su Raiplay la prima puntata del programma condotto da Monteleone

Pubblicato il: 02/12/2025 – 14:50
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“Vite sulla linea di confine”: si parte con Oriana Fallaci

ROMA «Ero a casa. La mia casa è nel centro di Manhattan e verso le 9 ho avuto la sensazione di un pericolo che forse non mi avrebbe toccato, ma che certo mi riguardava. La sensazione che si prova alla guerra, anzi in combattimento, quando con ogni poro della tua pelle senti la pallottola a razzo che arriva e tendi le orecchie e gridi a chi ti sta accanto “down, get down!”, giù, buttati giù! L’ho respinta, non ero mica in Vietnam. Ero a New York, perbacco! In un meraviglioso mattino di settembre, l’11 settembre 2001». Diciotto giorni dopo il più grave atto terroristico di sempre, Oriana Fallaci rompe un silenzio lungo dieci anni. Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, la convince a dire la sua su quello che è avvenuto nella sua città d’adozione… A celebrare il mito di una donna straordinaria che, da giornalista e scrittrice, ha sempre vissuto e raccontato il ventesimo secolo portando avanti le proprie idee con passione e scrupolo senza alcuna paura di entrare in conflitto col pensiero dominante, è “Vite sulla Linea di Confine”, il programma di Approfondimento della Rai diretto da Paolo Corsini con il vicedirettore Giuseppe Malara e condotto da Nino Monteleone che, con Oriana Fallaci, ha aperto il ciclo di nuove puntate disponibili su RaiPlay con cadenza settimanale. Nella puntata che ha aperto la stagione del programma “Vite sulla Linea di Confine”, Nino Monteleone ricorda che la giornalista italiana più famosa al mondo discusse per giorni quale titolo dare a un articolo che, in un primo momento, avrebbe dovuto essere un’intervista ma che, col passare dei giorni, si trasformò in un pamphlet di quattro pagine e successivamente in un libro. Nella ricostruzione del programma Nino Monteleone, si ricorda ancora che da quella donna straordinaria, amata e odiata visceralmente in egual misura, ne scaturì un gigantesco dibattito che spaccò l’opinione pubblica e costò ad Oriana Fallaci svariate minacce di morte. «Con il suo inconfondibile stile – sottolinea Nino Monteleone – Oriana muove una critica feroce all’Occidente, accusato di debolezza e cedimento nei confronti di una cultura che percepisce come minacciosa e oppressiva. «Non capite o non volete capire – ammonisce Oriana Fallaci nel filmato contenuto nel programma di RaiPlay – che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà». Dopo Oriana Fallaci, “Vite sulla Linea di Confine” prosegue il suo cammino con sei personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese: Diego Armando Maradona, Piersanti Mattarella, Carlo Urbani, Franca Viola, Moana Pozzi. Sei vite ripercorse e ricostruite in altrettante monografie, attraverso le immagini di repertorio dell’archivio delle Teche Rai e con il lavoro degli inviati sul campo, mentre in studio Nino Monteleone è accompagnato da un ospite, protagonista o testimone della storia raccontata. Nella prima puntata dedicata ad Oriana Fallaci, Monteleone ha ospitato l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. Con lui, le testimonianze della giornalista ed europarlamentare Lucia Annunziata, dell’ex presidente della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, e di Vittorio Feltri, un altro grande giornalista fuori dal coro che di Oriana Fallaci racconta “il terremoto in redazione” che provocava tra i colleghi quando arrivava in via Solferino per la sua cura maniacale per la scrittura, lo stile, la grafica che esigeva nell’impaginazione dei suoi articoli, ma soprattutto per il suo rapporto quasi ossessivo sulla verità: «Io racconto – sottolineava – quel che vedo e ascolto». Una straordinaria giornalista e scrittrice, anzi scrittore, ricorda Ferruccio de Bortoli sottolineando che Oriana Fallaci non voleva la declinazione di genere e ammoniva: «Ho fatto così tanta fatica per occupare lo spazio degli uomini, ora chiamatemi scrittore». «Oriana – ricorda de Bortoli – non aveva un direttore, Oriana era Oriana e decideva autonomamente. Una donna di uno straordinario carattere che sapeva essere molto dura e molto dolce con l’intransigenza dei valori occidentali di libertà, di cittadinanza, di rispetto, di tolleranza. Per lei tutto doveva essere netto e diretto perché questa era la forza dei suoi scritti e del suo carattere che era in sintonia con quello che lei scriveva. È come se avessimo ricevuto in quel momento un grandissimo pugno al nostro ventre molle. E – conclude Ferruccio de Bortoli – ne avremmo bisogno anche oggi. (giornalistitalia.it)

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