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il ricordo

Francesco Maria Inzitari, sedici anni dopo: il silenzio che aspetta giustizia

Il 18enne, incensurato e lontano dalle dinamiche criminali, fu ucciso il 5 dicembre 2009 in un agguato mafioso a Taurianova. Nessuna condanna e un’intera comunità che continua a non dimenticare

Pubblicato il: 05/12/2025 – 8:17
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Francesco Maria Inzitari, sedici anni dopo: il silenzio che aspetta giustizia

Il 5 dicembre 2009 Francesco Maria Inzitari aveva appena compiuto diciott’anni. Quella sera avrebbe dovuto festeggiare il compleanno di un’amica in una pizzeria di Taurianova. Non immaginava che, dietro l’angolo, qualcuno lo stesse aspettando. Dieci colpi di pistola posero fine alla sua vita in pochi secondi. Sedici anni dopo, nel giorno dell’anniversario, il suo nome continua a interrogare la coscienza di una comunità che non ha dimenticato, ma che ancora attende verità.
Gli investigatori parlarono subito di un omicidio di chiaro stampo mafioso: un colpo inferto non al ragazzo, incensurato e lontano da ogni dinamica criminale, ma alla sua famiglia. Il bersaglio simbolico probabilmente era il padre, Pasquale Inzitari, imprenditore ed ex esponente politico locale, più volte finito al centro di vicende giudiziarie. Una “vendetta trasversale”, forse, figlia di una logica criminale che negli anni ha insanguinato la Piana di Gioia Tauro.


Francesco, però, non era un cognome: era un ragazzo come tanti, con progetti, sogni e un sorriso gentile ricordato da chi lo ha conosciuto. La sua storia è diventata simbolo di quella ferocia che non risparmia gli innocenti, e testimone dell’urgenza di proteggere chi prova a vivere fuori dalle regole dei clan.
Nel 2020, il suo paese, Rizziconi, ha deciso di consegnare alla memoria un gesto concreto: una via dedicata a “Francesco Maria Inzitari – Giovane vittima di atto criminale”. Sotto la targa, una frase di Sant’Agostino: «La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio».
Eppure, la giustizia attesa dalla famiglia non è ancora arrivata. Nonostante indagini, piste e ipotesi, nessun colpevole è stato individuato. Un vuoto che pesa, soprattutto per la madre di Francesco, che in questi anni non ha mai smesso di chiedere che chi sa abbia finalmente il coraggio di parlare.
Oggi, 5 dicembre 2025, sedici anni dopo, la storia di Francesco Maria Inzitari non è solo un ricordo. È la dimostrazione che la ‘ndrangheta può colpire chiunque, ma anche che una comunità può scegliere di non piegarsi alla paura. (f.v.)

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