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libertà di insegnamento

«Difendere il sapere, fermare la censura»: evento di “Docenti per Gaza” all’Unical

La rete denuncia la «colonizzazione della conoscenza» nella Striscia e invita la comunità accademica a costruire strategie di resistenza culturale. Appuntamento il 10 dicembre

Pubblicato il: 08/12/2025 – 16:05
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«Difendere il sapere, fermare la censura»: evento di “Docenti per Gaza” all’Unical

COSENZA Prima iniziativa pubblica del nodo regionale della rete nazionale @docenti.per.gaza. Una rete che, già da quasi 2 anni, supporta ostinatamente la lotta di bambini, ragazzi e docenti palestinesi, in difesa del diritto-dovere all’insegnamento critico e consapevole. Una rete che denuncia, con grande determinazione, «l’infame scolasticidio in atto lungo la Striscia di Gaza, una distruzione sistematica e ponderata di tutto il sistema educativo. Una distruzione che non passa solo dalle bombe e dallo sterminio di migliaia di vite umane, ma che, subdola, si insinua in tutti gli ambiti del sapere, manipolando la storia, distorcendo la realtà, condizionando l’opinione pubblica. Una vera e propria colonizzazione capillare della conoscenza che occorre combattere con tutti i mezzi a nostra disposizione, affinché i luoghi della formazione non si trasformino in laboratori della menzogna e della censura».


«Di tutto questo – riporta una nota – di libertà di insegnamento, di crescente militarizzazione di scuole e università, discuteremo mercoledì 10 dicembre alle ore 18 in aula SSP5 (cubo 1/A), Università della Calabria, assieme a docenti, studenti, formatori e attivisti. Interverranno Giuseppe Bornino (referente regionale Docenti per Gaza – Calabria), Antonia Esposito (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole), Alessia Roberto (studentessa Unical), Munira El Najar (educatrice che opera lungo la Striscia di Gaza), Antonino Campennì (docente Unical) e Alessandra Mancuso (Docenti per Gaza – Calabria). Un appuntamento importante per escogitare, tutti insieme, buone strategie per esercitare liberamente il dissenso e fornire una narrazione non falsata del genocidio, ancora in atto, in quel di Gaza».

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