Acri, aumenta la Tari. Cofone: «Un +30% ingiustificato, e il servizio non migliora»
Il consigliere di minoranza ed esponente di Sinistra Italiana critica anche la nuova modalità di rateizzazione del tributo sui rifiuti

ACRI «Aumenti ingiustificato e servizio invariato, mentre la racconta differenziata ad Acri arretra, in controtendenza con il dato regionale». Così Angelo Giovanni Cofone, consigliere comunale di minoranza di Alternativa per Acri e dirigente di Sinistra Italiana.
«Già a dicembre dell’anno scorso – spiega Cofone al Corriere della Calabria – con l’approvazione del bilancio di previsione, sono state deliberate coi voti della maggioranza le tariffe di aumento sia della Tari sia del servizio idrico. Con il resto della minoranza criticammo quella scelta: un +30% ingiustificato. Nel 2025 tutti i contribuenti di Acri hanno avuto quell’aumento, a fronte di nessun miglioramento del servizio dal momento che attualmente siamo in proroga tecnica: nonostante l’aggiudicazione della nuova gara d’appalto per la raccolta differenziata, i cittadini ricevono gli stessi servizi del 2024».
Secondo Cofone «l’amministrazione giustifica gli aumenti per nuovi strumenti di pulizia in capitolato e un maggior numero di dipendenti, ma anche da un calo di percentuale nella differenziata da 69,5% del 2022 al 66,96% del 2023 (dati Ispra): ciò denota una mancata campagna di sensibilizzazione da parte dell’amministrazione comunale che governa dal 2017 ed è stata confermata nel 2022». Dati che peraltro stridono con la tendenza regionale dove i dati Arpacal segnalano un +1,76% nella raccolta differenziata. «Fino al 2022 la raccolta è stata in crescita» chiosa Cofone.
«Contestiamo anche la metodica con cui si sta procedendo alla riscossione del tributo Tari: prima – spiega il consigliere comunale di opposizione – la fattura arrivava a fine anno, adesso viene recapitata nei mesi estivi per un anticipo del 70% e in seguito la rata a saldo, che sta arrivando in questi giorni. In alcuni casi è capitato che chi ha pagato l’acconto in ritardo si è visto ricalcolare in quella a saldo la rata non contabilizzata, di qui l’esigenza di farsi correggere la bolletta recandosi nell’ufficio tributi. Le fasce più deboli, pensionati e precari, cadono nello sconforto davanti a queste maxi-bollette che arrivano in un’unica rata e in un periodo in cui magari si contava di poter spendere la tredicesima per altro», conclude Cofone. (redazione@corrierecal.it)