‘Ndrangheta e narcos: il Brasile e i sospetti sulla moglie di Assisi. Il pentito: «De Carne temeva di essere ucciso»
I timori del presunto narcotrafficante dopo la morte di un vigile in Brasile. «Avrebbe fatto quella fine perché era un infame»

LAMEZIA TERME «De Carne chiedeva spesso consigli sia a Pasquino che a me perché all’epoca era giovane, non aveva esperienza nel settore del narcotraffico e quindi non conosceva benissimo tutte le dinamiche» e «ricordo in particolare che quando tornò dal Brasile aveva paura che lo ammazzassero». Leggendo i verbali del nuovo pentito Enrico Castagnotto, torinese classe 1974, ma originario della Calabria, coinvolto nell’operazione “Samba” della Distrettuale antimafia di Torino, emergono ulteriori dettagli su alcuni degli indagati. Tra questi, Nicola De Carne (cl. ’95), cognato di Patrick Assisi e genero di Nicola Assisi, accusato di aver agevolato «il consolidamento dei rapporti, fungendo da raccordo tra i vertici della consorteria stanziali in Brasile e i sodali stanziati a Torino».
Il vigile ucciso in Brasile
Ma non solo. Le dichiarazioni di Castagnotto vanno oltre, citando anche un’altra indagata nell’inchiesta della Dda di Torino, proprio la moglie di Assisi, Paula Simoes Assisi. «De Carne – spiega il pentito – mi mandò anche la foto di un articolo di giornale in cui si parlava di un vigile brasiliano che aveva lavorato con Patrick e che era stato ucciso in Brasile» e «mi raccontò che lui aveva conosciuto questo vigile, il quale lo aveva portato in giro e gli aveva fatto vedere diverse case di sua proprietà», precisa.
Quello fornito ai pm della Dda torinese da Castagnotto è un racconto a tratti aspro e inquietante, basato sui dettagli forniti da De Carne a proposito di questo vigile brasiliano, con quest’ultimo che gli avrebbe parlato di Patrick Assisi e della sua volontà di andarlo a trovare in carcere per «dirgli alcune cose relative al suo arresto, e mi disse che ne aveva parlato con Paula». Ma, prima di riuscirci, fu ucciso. «Quel vigile avrebbe fatto quella fine perché era un infame», racconta ancora Castagnotto, riferendo del confronto tra De Carne e Paula Assisi.
«Aveva molta paura di questa Paula»
Una circostanza che avrebbe indotto proprio De Carne a «sospettare di questa Paula», al punto di averle interpretate come una minaccia anche nei suoi confronti, «una sorta di avvertimento – spiega il pentito ai pm – e per questo aveva molta paura di lei». Secondo le informazioni ottenute da Castagnotto e raccontate ai pm della Dda di Torino, «De Carne sospettava che Paula facesse delle cose all’insaputa del marito detenuto, lavorando con altri brasiliani e, in particolare, con quello che su Sky Ecc utilizzava come nickname “Blade”, “Diesel” o “Professore”, che poi è stato arrestato nell’operazione di Curitiba». Peraltro, un soggetto che «Pasquino conosce molto bene perché l’aveva incontrato a Santos, in Brasile», precisa Castagnotto. Quella di Nicola De Carne sarebbe stata – sempre secondo quanto si legge nei verbali – una paura tale «da temere per la sua incolumità, al punto che l’ultima volta che è andato in Brasile per un colloquio con Patrick, è andato e tornato in una sola giornata». Paure e sospetti alimentati anche da un certo astio della moglie di Patrick Assisi, con quest’ultima che «ogni volta che sparivano dei soldi dava sempre la colpa a De Carne, così come sugli errori a seguito dei quali alcuni carichi venivano persi». (g.curcio@corrierecal.it)
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