Regione, “start” delle legislature a confronto: così è cambiato l’approccio della maggioranza
Le sedute iniziali del Consiglio regionale nel 2021 e nel 2025: in passato priorità alle riforme, oggi priorità agli assetti politici e di governo

LAMEZIA TERME Un dato in comune c’è: la partenza sprint, sulle ali dell’entusiasmo per la vittoria schiacciante delle elezioni e i numeri che non danno spazio a dubbi. Ma c’è anche una differenza di metodo, che appare sostanziale: tra lo start della legislatura passata e quella attuale alla Regione la maggioranza di centrodestra guidata dal presidente Roberto Occhiuto sembra aver cambiato approccio. Ieri la priorità era stata riservata alle riforme, oggi l’impressione è che la priorità sia stata data agli assetti politici legati al governo e agli equilibri tra i partiti alleati in termini di postazioni in Giunta e in Consiglio regionale.
Il confronto
Il dato emerge plasticamente dal confronto tra le prime sedute del Consiglio regionale nella 12esima legislatura, frutto della vittoria del centrodestra nel 2021, e nella 13esima, frutto del successo del voto del 5 e 6 ottobre scorsi. Quattro anni fa infatti la maggioranza di centrodestra partì a spron battuto con un paio di provvedimenti di stampo riformista destinati a incidere profondamente sulla vita amministrativa e non solo della Calabria, rivoluzionando a esempio la sanità: tra i primi provvedimenti prodotti in quell’occasione, infatti, si ricordano l’istituzione, su forte impulso del presidente Occhiuto, di Azienda Zero, il nuovo ente di governo della sanità calabrese chiamato a centralizzare tutte le funzioni amministrative facenti capo alle Asp (processo ancora non completato, a dire il vero), e poi, su input soprattutto dell’allora presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, oggi vicepresidente della Giunta, la nascita dell’azienda unica di Catanzaro “Dulbecco”, con la fusione tra il Policlinico universitario “Mater Domini e l’ospedale “Pugliese”, un obiettivo inutilmente inseguito dalla politica calabrese e catanzarese per decenni. In questa legislatura invece spazio ad altre priorità, da parte della maggioranza di governo, considerando che tra i primi provvedimenti varati in Consiglio regionale, con un piglio quasi “spietato” davanti alle rimostranze dell’opposizione di centrosinistra, si annovera la modifica dello Statuto che, adeguandosi alla normativa nazionale, ha portato ad ampliare il numero di assessori nominabili in Giunta (prima il limite era 7, ora è 9), e poi ha anche reintrodotto la figura dei sottosegretari che era stata cancellata nel 2012, e in più, in realtà legata e funzionale alla modifica statutaria, si è proceduto poi a disciplinare nuovamente il referendum legato allo stesso Statuto, precludendolo per le modifiche e le revisioni, con una indubbia compressione dello spazio di partecipazione dei cittadini. Definire questi provvedimenti come riforme appare oggettivamente arduo. In più, in questo contesto potrebbe essere inserita anche l’attuale “corsa” della maggioranza alle presidenze di Commissione (compresa la Vigilanza, che nella passata legislatura venne inizialmente riservata all’opposizione, per la precisione al M5S). Due approcci dunque diversi, da parte del centrodestra, nell’avvio delle due ultime legislature. Ma, si sa, in politica le cose – e le esigenze – cambiano. Quello che non cambia e che rappresenta una linea di continuità tra la passata legislatura e questa ora in corso ovviamente è la sessione di bilancio, aperta anche adesso dal via libera da parte della Giunta alla manovra per il prossimo triennio. Ma la sessione di bilancio è praticamente un atto dovuto… (a. c.)
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