Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

la scoperta

Cosenza, la struttura di spaccio nel quartiere San Vito e la droga nascosta sul tetto

Nel corso del processo “Recovery” emergono elementi dell’indagine del Nor di Cosenza. «E’ l’atto iniziale dal quale è partita l’attività»

Pubblicato il: 14/12/2025 – 18:02
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Cosenza, la struttura di spaccio nel quartiere San Vito e la droga nascosta sul tetto

COSENZA Una struttura articolata dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il mercato della droga nella città di Cosenza è regolato dal “Sistema“, richiamato da alcuni collaboratori di giustizia, che delimita i confini entro i quali i pusher possono muoversi. Salvatore Pagliara, maresciallo capo in servizio al Nor, Sessione Operativa della Compagnia Carabinieri di Cosenza, è tra i testimoni del processo ordinario “Recovery“, celebrato in Corte d’Assise a Cosenza. In una delle più recenti udienze, il pm Corrado Cubellotti rivolge una serie di domande inerenti l’attività investigativa svolta in relazione al traffico di droga nella città dei bruzi. «Siamo partiti da una denuncia a piede libero o meglio da un arresto fatto dai carabinieri della stazione di Cosenza Centro, a luglio del 2020, per spaccio di sostanze stupefacenti», precisa subito il maresciallo. Quel blitz consente di sequestrare la droga, dando poi il via ad una serie di approfondimenti investigativi diventati parte integrante di un procedimento avviato dalla Procura della Repubblica di Cosenza. «E’ stato l’atto iniziale con cui siamo partiti per svolgere l’attività».

La droga nello stabile

Chi indaga è protagonista di un lavoro certosino dedito alla ricostruzione dei movimenti e dei traffici di droga, dei soggetti coinvolti e del business legato allo spaccio. Oltre alle intercettazioni, saranno utili gli atti relativi alle persone fermate, quelle segnalate, le dichiarazioni rese. «Capiamo che c’è una struttura di spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere San Vito di Cosenza», aggiunge il maresciallo capo. Due persone vengono intercettate mentre discutono di questioni legate alla vendita di droga e «fanno riferimento a un luogo dove dovrebbero tenere occultato dello stupefacente. È un luogo che noi comprendiamo trovarsi ad una certa altezza». Uno dei due interlocutori è ancora più preciso nell’esporre i fatti, «parla espressamente di qualcosa che è nascosto sotto i contatori dell’energia elettrica. Quindi noi pensiamo di identificare questi luoghi come nascondiglio». Il passo successivo per i carabinieri è la perquisizione che avverrà a pochi giorni di distanza dall’intercettazione. Controlli minuziosi che porteranno alla consegna, da parte di un soggetto, «di 4 grammi di hashish, che dice di farne un uso personale». L’azione dei militari prosegue e come spesso accade, gli ulteriori controlli portano al ritrovamento di altre dosi di droga. «Sul tetto dell’abitazione rinveniamo una nicchia che era stata costruita all’altezza della struttura dove si trova l’ascensore, in cui troviamo due involucri contenenti, rispettivamente 120 grammi di cocaina. Viene effettuato prima un narcotest e poi successivamente test specifici sulla sostanza». Il racconto del maresciallo Pagliara prosegue. «Nel contatore dello stabile, al piano terra, troviamo una busta con 91 grammi di marijuana».

«Hanno trovato tutto»

Sono sempre le intercettazioni a restituire elementi utili a ricostruire le varie fasi di indagine. Questa volta, viene captata una conversazioni tra chi – evidentemente – si mostra sorpreso dal controllo effettuato dai militari di Cosenza. «Ma quale gli hanno trovato? Che gli hanno detto? Tutta?», l’interlocutrice risponde: «Tutta». E’ concitata la conversazione, la donna pare seriamente colpita da quanto accaduto e aggiunge: «Gli hanno trovato tutto» e «sono andati dritti sopra». Da quanto si apprende, dal proseguo della conversazione intercettata, gli interlocutori temono un’eventuale sequestro di denaro che – i carabinieri – poi rinvengono in casa di un altro soggetto. «Troviamo 2 mila 640 euro in un portafoglio che però poi non sequestriamo perché in quella circostanza non possiamo ricondurre all’attività di spaccio». Il pm della Dda di Catanzaro, Corrado Cubellotti chiede al maresciallo capo se la perquisizione effettuata ed oggetto della testimonianza resa in aula si sia chiusa o meno con il ritrovamento di tutta la droga. La risposta del teste è negativa. A rafforzare la tesi di un ritrovamento solo parziale dello stupefacente è una intercettazione tra due soggetti che discutono dei controlli effettuati dai militari. «Che gli hanno trovato? Questa?» «No». «Sì o no, mamma, però non ti fai capire», «Hanno trovato tutto, non hanno trovato dentro». «Ah, se trovavano, ma se l’era fatta ieri? Quanto se l’era fatta?». «Eh, questa è 100, 200, non lo so, ma l’hai vista?». Chi parla si sofferma, dunque, sulla sostanza stupefacente rinvenuta e posta sotto sequestro e di altre dosi rimaste evidentemente nascoste. (f.b.)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x