«Il Ponte resta una priorità mentre l’Alta Velocità sarà completata (forse) oltre il 2030»
Legambiente presenta “Pendolaria”: in Calabria l’età media dei treni migliora ma resta più alta di quella nazionale

ROMA «Il trasporto pubblico italiano continua a perdere “pezzi”. Il Fondo Nazionale Trasporti varrà nel 2026 il 38% in meno rispetto al 2009 se si considera l’inflazione, mentre la legge di Bilancio 2026 toglie risorse decisive alla metro C di Roma, alla M4 di Milano e al collegamento Afragola–Napoli. Nel 2024 hanno circolato inoltre 185 treni regionali in meno rispetto al 2023 a causa delle dismissioni dei rotabili più vecchi non compensate da acquisti sufficienti di nuovi convogli. Nel frattempo, il Ponte sullo Stretto assorbe 15 miliardi di euro per poco più di 3 chilometri, mentre con un terzo di quella cifra – 5,4 miliardi – si stanno realizzando 250 chilometri di tranvie in 11 città. Le risorse mancano per le vere priorità: ad esempio il Piano complementare al Pnrr finanzia con 10 miliardi di euro solamente una tratta limitata della Salerno-Reggio Calabria, ferroviaria che sarà probabilmente completata ben oltre il 2030 e che sta assistendo a una rivisitazione del tracciato di progetto e un conseguente allungamento nei tempi di realizzazione». Lo evidenzia il rapporto “Pendolaria” di Legambiente, giunto alla ventesima edizione, presentato oggi a Roma (il rapporto è consultabile alla fine dell’articolo).
Età media dei treni
«L’età media dei treni regionali – prosegue il rapporto – continua a diminuire, scendendo a 14,7 anni, mentre cala la quota di convogli con oltre quindici anni di servizio. In Calabria l’età media dei treni migliora ma resta più alta di quella nazionale: 17,7 anni, mentre il 62,2 % dei treni regionali ha più di 15 anni. Anche in Calabria si iniziano, infatti, a vedere i risultati del rinnovo del parco rotabile sia per la flotta Trenitalia che per quella gestita da Ferrovie della Calabria che vedrà anche nuovi treni operare sulla tratta Cosenza-Catanzaro, con l’entrata in servizio prevista all’inizio del 2027».
L’intervento di Parretta
«Seppure con ingiustificabile lentezza in Calabria cominciano finalmente ad essere visibili i segni di un cambiamento nel trasporto ferroviario a partire dal rinnovo del parco rotabile la cui età media scende sia per i convogli Trenitalia sia, anche in prospettiva, per la flotta gestita da Ferrovie della Calabria», commenta Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. «Serve una decisa accelerazione sulle infrastrutture della mobilità sostenibile con una rete ferroviaria moderna che garantisca collegamenti comodi, veloci ed efficienti all’interno della regione e verso il resto d’Italia, migliorando la vita dei calabresi, favorendo l’economia ed il turismo e contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione. La direzione giusta verso cui indirizzare le risorse – conclude Parretta – è questione di necessità e di buon senso: occorre abbandonare definitivamente progetti ambientalmente insostenibili, costosissimi ed inutili come quello del Ponte sullo Stretto di Messina e concentrare competenze e stanziamenti economici su una reale transizione ecologica nel settore dei trasporti». «Investire nel ferro nelle città è una scelta necessaria sul piano ambientale, economico e sociale – sottolinea Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente –. Metropolitane, tranvie e ferrovie urbane migliorano la qualità della vita, riducono traffico, inquinamento e costi sanitari e garantiscono un accesso più equo alla mobilità. Continuare a rinviare o definanziare questi interventi, come sta avvenendo con le scelte più recenti sulla legge di bilancio, significa scaricare i costi della mobilità sulle persone, non solo quelli economici ma anche ambientali e sanitari. È una questione di scelte, non di risorse disponibili, visto che si continua, intanto, a investire sul Ponte sullo Stretto di Messina, nonostante le criticità che abbiamo più volte evidenziato non solo noi associazioni ma anche la Corte dei Conti. Chiediamo al Governo di cambiare rotta: investire nel trasporto pubblico locale, a partire da quello su ferro e rafforzare il Fondo Nazionale Trasporti per una mobilità urbana pubblica più inclusiva e sostenibile, fatta di nuovi binari, interconnessioni tra le reti e integrazione con la mobilità dolce».
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