Regione Calabria, dal Consiglio via libera al Bilancio di previsione
La manovra complessiva raggiunge 7,4 miliardi di euro, di cui oltre il 60% destinato alla sanità, confermando il peso preponderante della spesa sanitaria

REGGIO CALABRIA Dopo le votazioni per l’elezione delle presidenze delle Commissioni permanenti e speciali del Consiglio regionale della Calabria, l’aula di Palazzo Campanella ha approvato una manovra complessiva che comprende il Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) 2026-2028, il Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2026-2028, la Legge di Stabilità regionale 2026 e il Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria 2026-2028.
La manovra complessiva raggiunge 7,4 miliardi di euro, di cui oltre il 60% destinato alla sanità, confermando il peso preponderante della spesa sanitaria sul bilancio regionale.
Se sui primi due provvedimenti – il bilancio del Consiglio e la Legge di Stabilità – non si sono registrati interventi, il dibattito si è acceso sul Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria, illustrato dalla consigliera Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia).
Il consigliere Ernesto Francesco Alecci (PD) ha denunciato l’assenza di una visione strategica per la Calabria, criticando la mancanza di programmazione per l’occupazione, i lavori del futuro, gli ITS, la sanità e il turismo. Alecci ha inoltre contestato le scelte relative alla promozione della Calabria, affidata ha detto in modo provocatorio a Ryanair o a Calabria Film Commission, a cui – secondo l’esponente dem, la Regione da molti soldi, per cui ha proposto la creazione di una vera agenzia regionale di promozione turistica e culturale.
Il dibattito sul bilancio ha toccato numerosi temi critici. Giuseppe Ranuccio (PD) ha parlato di un bilancio “ingessato”, con gran parte delle risorse destinate a una sanità ancora commissariata, tagli ai trasporti, scarsità di fondi per le politiche sociali e difficoltà nella gestione dei fondi comunitari. Rosellina Madeo (PD) ha sottolineato le carenze della sanità territoriale e il freno alla formazione di nuovi medici, mentre Elisa Scutellà (M5S) ha richiamato l’attenzione sull’isolamento della fascia Jonica, la carenza di farmaci e le difficoltà dei lavoratori precari.
Critiche anche da Elisabetta Maria Barbuto (M5S) sulla scuola e sulle opportunità per i giovani, e da Vincenzo Bruno (Tridico Presidente) sull’assenza di strategie industriali e infrastrutturali, con un richiamo alla necessità di risposte concrete da parte della Giunta regionale.
Dall’altro lato, Filippo Maria Pietropaolo (FdI) ha sottolineato la solidità tecnica del bilancio, la conferma del finanziamento delle leggi regionali già avviate e il percorso verso l’uscita dal commissariamento sanitario.
Il bilancio è stato approvato articolo per articolo e nel suo complesso, con il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti.
Nel corso della seduta, il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, ha ricordato la figura di Gino Multari, storico dirigente del Consiglio recentemente scomparso.
Sono stati inoltre approvati altri provvedimenti, tra cui la Proposta di legge n.18/13^ sugli adempimenti normativi in leale collaborazione con il Governo, con voti tra favorevoli, contrari e astensioni.
Chiusa la discussione sui principali provvedimenti finanziari, l’aula ha affrontato il dibattito sul Sistema regionale della formazione professionale (PL n.6/13^), illustrato dal consigliere Angelo Brutto (FdI). La proposta, finanziata con fondi europei e comunitari, ha visto posizioni divergenti: l’astensione di Filomena Greco (Casa Riformista – Italia Viva) e del PD, che hanno rimarcato la necessità di maggiore concertazione anche coinvolgendo i sindacati e discussione preliminare in commissione, ma – è stato evidenziato – il testo di legge è stato consegnato alla minoranza solo qualche ora prima del Consiglio e quindi non c’è stata possibilità di valutare attentamente.
A difesa del testo di legge è intervenuto anche il consigliere Riccardo Rosa di Noi Moderati e rivolto alla minoranza dice: “Ci avete sempre detto che le cose buone sarebbero state approvate. Non potete rifiutare una legge di questo tipo semplicemente perché non c’è stata concertazione. Se ci fossero dei dubbi, se qualche articolo o parte del testo non andasse bene, bisognerebbe indicarlo chiaramente. Invece, quello che state facendo è una presa di posizione priva di ragione, un distanziamento ingiustificato rispetto a una proposta legittima, ben scritta e strutturata, che viene rifiutata solo per partito preso. Questa legge ha una forte apertura ai soggetti svantaggiati, tratta temi di disabilità, inclusione e prevenzione della deriva sociale, prevede il recupero attraverso progetti di formazione anche transnazionali: è un provvedimento moderno, che guarda concretamente al miglioramento della società e all’inserimento nel mondo del lavoro di categorie fragili. E voi ora dichiarate l’astensione, senza un motivo reale: io mi aspettavo un voto favorevole. Anche seguendo l’invito dei colleghi del Movimento 5 Stelle a sostenere le buone pratiche, penso che questo sia il momento di attuare ciò che è sempre stato detto: votare per qualcosa di buono. Ritengo che questa legge dovrebbe essere approvata all’unanimità, se vogliamo esercitare il ruolo che i cittadini ci hanno affidato con diligenza, responsabilità e attaccamento al bene comune”.
Così ecco che Rosellina Madeo del Pd rimarca: “Voglio innanzitutto sottolineare che abbiamo molto apprezzato il gesto del proponente, che ha ringraziato per il fatto che abbiamo, senza alcun problema, accettato una legge chiaramente proposta all’ultimo momento. Credo che vada riconosciuto anche il fatto che non ci sia stato il tempo materiale per valutarne pienamente la bontà. Stiamo conducendo un ragionamento politicamente corretto, esercitando il sacrosanto diritto di astenerci, che è anch’esso una forma di dichiarazione di voto. Le motivazioni dell’astensione sono state ben espresse dal nostro capogruppo e dai colleghi della minoranza, e pertanto non si comprende l’attenzione eccessiva alle nostre scelte. Nonostante la fiducia nella bontà della legge, riteniamo che l’esercizio della funzione di minoranza debba avvenire in modo logico, corretto e responsabile, secondo le modalità che riteniamo più opportune. Ripeto: il testo ci è stato consegnato solo poche ore fa, e non c’è stato davvero il tempo per apprezzarne compiutamente il valore. Se la legge si dimostrerà davvero così positiva come sostenete, non avremo alcun problema a riconoscerne ufficialmente la bontà. Ma, francamente, non si possono approvare provvedimenti sulla fiducia in queste condizioni”.
L’Aula ha quindi approvato il testo di legge con i soli voti della maggioranza. Resta aperto il confronto politico, destinato a protrarsi nelle prossime sedute, mentre la Calabria si prepara ad affrontare sfide decisive sul fronte della sanità che si avvia all’uscita dal commissariamento, dell’occupazione, delle infrastrutture e dello sviluppo economico e sociale del territorio.
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